10/07/2009, 00.00
MYANMAR
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Testimone della difesa: la norma che accusa Aung San Suu Kyi è stata abrogata

Accusa e difesa giocano il processo sulla validità della legge che incrimina la “Signora”. Essa è inserita nella Costituzione del 1974, abolita nel 1988 dalla giunta militare al potere. La prossima udienza in programma il 24 luglio, con le considerazioni conclusive. Un centinaio di manifestanti si sono riuniti all’esterno del carcere, guardati a vista da agenti in assetto anti-sommossa.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Aung San Suu Kyi non ha violato alcuna norma attualmente in vigore, perché è incriminata per una legge costituzionale che è stata abolita 21 anni fa dalla giunta militare. È quanto ha dichiarato davanti ai giudici del tribunale speciale di Yangon Khin Moe Moe, avvocato e testimone per la difesa.
 
Si è conclusa alle 5 del pomeriggio (ora locale) l’udienza a carico della leader dell’opposizione. In mattinata quotidiani locali avevano riferito di uno slittamento del processo al 17 luglio. Il processo si è invece svolto regolarmente alla presenza dell’imputata, che appare “in buone condizioni di salute” ed è durato diverse ore.
 
Nyan Win, avvocato della Nobel per la pace, spiega che durante il dibattimento accusa e difesa hanno discusso se la legge in base alla quale è incriminata la “Signora” sia ancora valida. La Sezione 22 sulla sicurezza dello Stato è stata introdotta con la Costituzione del 1974; una Costituzione abolita nel settembre 1988 dalla giunta militare oggi al potere, in seguito al colpo di Stato. Nyan Win aggiunge che la corte ha aggiornato il processo al 24 luglio per le considerazioni conclusive, ma appare poco probabile che verrà emessa la sentenza finale.
 
Questa mattina un centinaio di sostenitori si sono riuniti all’esterno del carcere di Insein, guardati a vista da numerosi agenti in assetto anti-sommossa e soldati governativi. I manifestanti volevano mostrare la loro solidarietà ad Aung San Suu Kyi, in carcere dal 14 maggio scorso per aver violato i termini dei domiciliari. La Nobel per la pace è incriminata per aver ospitato per due notti un cittadino americano, introdotto nella sua abitazione con la probabile complicità delle guardie addette alla sicurezza.
 
Nelle scorse settimane il procedimento a carico della leader dell’opposizione è stato rimandato in diverse occasioni: il 26 giugno in concomitanza con la visita di Ibhraim Gambari, inviato speciale delle Nazioni unite per il Myanmar, e il 3 luglio scorso per la presenza nella ex-Birmania di Ban Ki-moon, segretario generale Onu. Ban Ki-moon e Gambari non hanno ottenuto l’autorizzazione dalla giunta militare a incontrare Aung San Suu Kyi che, attraverso il suo legale, riferisce di non voler commentare l’esito delle missioni diplomatiche. Diversi esponenti dell’opposizione hanno giudicato fallimentare l’iniziativa Onu; fra la popolazione birmana serpeggia un sentimento di “tristezza e frustrazione”.
 
Il primo rinvio risale invece al 12 giugno, quando i giudici hanno deciso lo slittamento del processo per esaminare la richiesta di inserire altri testimoni a favore della difesa. Il tribunale ha ammesso solo due testi per Aung San Suu Kyi, contro i 23 della pubblica accusa.
 
Se riconosciuta colpevole, la Nobel per la pace – che ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni agli arresti domiciliari – verrà condannata per altri cinque anni al carcere o ai domiciliari. La giunta militare, al potere in Myanmar dal 1962, intende incriminarla per impedirle di partecipare alle prossime elezioni politiche in programma nel 2010. 
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