09/12/2006, 00.00
FILIPPINE
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Tifone Durian, “disperata” la condizione dei sopravvissuti

di Santosh Digal
I primi gruppi di soccorso giunti nella zona colpita la scorsa settimana dal tifone lanciano l’allarme: gli sfollati sono ad alto rischio di infezione e manca ogni genere di prima necessità.

Bicol (AsiaNews) – La situazione delle comunità colpite la scorsa settimana dal tifone Durian “è disperata: mancano i generi di prima necessità, l’acqua, le medicine e non si può ricostruire nulla a causa dell’enorme mare di fango che ha ricoperto la zona. Manca persino la terra per seppellire i morti”.

L’allarme è stato lanciato oggi dai gruppi di primo soccorso che sono riusciti a raggiungere le zone colpite fra il 30 novembre ed il 1° dicembre dall’uragano di forza 5 (la massima secondo la scala internazionale).

L’assistenza medica è arrivata solo ieri: il rischio di infezioni ed epidemie fra gli sfollati è altissimo. I bambini ed i neonati dormono ai piani più alti delle scuole elementari, mentre tutti gli altri trovano rifugio in alcuni ricoveri temporanei montati dai soccorritori. Eppure, si ritengono molto fortunati: il tifone ha ucciso oltre 1300 persone.

In totale le persone colpite si aggirano intorno al milione e mezzo, con 2500 case distrutte e danni alla proprietà per circa 5 milioni e mezzo di dollari. Il tifone si è abbattuto con particolare violenza sui villaggi che circondano il monte Mayon, un vulcano attivo a circa 320 km a sud di Manila: qui si sono scatenate piogge torrenziali che hanno provocato frane di fango e la caduta di grandi macigni. I detriti hanno sepolto più di 700 villaggi.

Jennifer Pamplona ed il marito Radji sono preoccupati per la figlia, Sofia Jane: “E’ nata da 2 settimane e, da quando il tifone ha colpito e distrutto la nostra casa, non mangia più. Ha la febbre e continua a piangere”.

Jun Espinas, ingegnere, spiega che uno dei problemi principali “è l’acqua: non ne abbiamo di potabile ed i servizi sanitari chimici che ci hanno portato hanno raggiunto il limite. Già adesso molti bambini sono malati e non possiamo permettere che si apra un focolaio di infezione: abbiamo un bisogno disperato di farmaci”.

Per questo motivo, il ministero della Sanità ha inviato un’equipe speciale: somministrano vaccini contro la poliomielite e cercano di garantire delle cure, anche se minime, per tutti. Nancy Pastrana, che guida il gruppo, spiega: “Vi sono diversi casi di problemi respiratori e di problemi di deambulazione, ma la questione che ci preoccupa di più è che le condizioni in cui si trova questa gente creano una base perfetta per ogni tipo di malattia”.

Nel frattempo, il lavoro di ricostruzione dei villaggi colpiti procede con molta lentezza: le strade sono distrutte oppure piene di fango e non si riesce a trovare un piano solido dove cominciare a ricostruire. A più di una settimana dal disastro, molti corpi sono ancora per le strade, parzialmente seppelliti dal fango.

L’Organizzazione mondiale della sanità definisce “non necessarie” le pire comuni per i cadaveri, dato che non rappresentano un pericolo di infezione. Tuttavia, i comuni locali invitano a cremare i defunti, dato che non vi è spazio per seppellirli tutti.

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