12/12/2005, 00.00
LIBANO
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Tornano le autobombe a Beirut: ucciso Gebran Tueni

di Youssef Hourani

Damasco sotto accusa per la morte del deputato cristiano, direttore del maggior quotidiano in arabo di Beirut, che avviene nel giorno della presentazione del rapporto Mehlis al Consiglio di sicurezza.

Beirut (AsiaNews) - Un'autobomba (o forse 2), esplosa questa mattina alle 9 a Beirut, ha ucciso il deputato cristiano antisiriano Gebran Tueni, 48 anni, direttore del quotidiano di Beirut An Nahar. Nell'attentato, secondo un bilancio ancora provvisorio, ci sarebbero altri 3 morti ed almeno 15 feriti, 2 dei quali in gravi condizioni. L'attentato, avvenuto nel quartiere cristiano di Moukaless, nella zona settentrionale della capitale libanese, segue quello che in giugno ha ucciso un altro giornalista dello stesso quotidiano, Samir Kassir. Un'altra giornalista antisiriana, la conduttrice televisiva May Chidiac, il 25 settembre ha perso un braccio e la gamba sinistra nell'esplosione di un ordigno piazzato sotto la sua auto.

Gebran Tueni, nato a Beirut nel 1957, figlio dell'ex-ambasciatore del Libano presso le Nazioni Unite Ghassan Tueni, era un cristiano greco-ortodosso. Sposato due volte, aveva 4 figlie e dirigeva An Nahar, il più importante giornale in arabo di Beirut, fondato da suo nonno Gibran nel 1930. Era stato eletto deputato nel partito del figlio dell'ex premier ucciso, Rafic Hariri. 

Gruppi di manifestanti si sono raccolti davanti alla sede di An Nahar, che è vicino al Parlamento libanese, nel centro di Beirut, per gridare contro questo massacro che attacca le voci libere nel Paese dei cedri. Il primo ministro libanese, Fouad Siniora, ha convocato il consiglio di ministri in seduta straordinaria questo pomeriggio. Alcune voci ipotizzano la presentazione delle dimissioni del governo.

Le reazioni popolari e politiche sono legate alla convinzione che l'attentato è collegato con la presentazione, oggi, del secondo  rapporto del responsabile della commissione d'inchiesta dell'Onu sull'assassinio di Hariri, Detlev Mehlis, ai 15 membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Questi avranno 24 ore di tempo per esaminarlo, prima di una riunione nel corso della quale si ipotizzano possibili sanzioni contro la Siria. Il rapporto, infatti, accuserebbe i servizi segreti di Damasco, che nel febbraio scorso, quando ci fu l'attentato, occupava il Libano. Un'accusa che coinvolgerebbe anche il presidente  Bashar al Assad, visto che chiama personalmente in causa anche suo cognato, il generale Asef Shawkat, responsabile dei servizi in Libano.

Da settimane la stampa siriana, strettamente controllata dal regime, lancia accuse contro la commissione Onu e ieri lo stesso presidente siriano ha affermato che sanzioni contro la Siria destabilizzerebbero il Medio oriente ed il mondo intero. "Ogni errore militare o politico nella regione – ha sostenuto – la farebbe precipitare nel caos".

Il collegamento con l'attentato è stato espressamente sostenuto dall'ex premier libanese Nagib Miukati. "Il presidente siriano - ha dichiarato dal canto suo il leader druso Walid Joumblatt - ha detto che imporre sanzioni alla Siria destabilizzerà la regione e ora vediamo che questa destabilizzazione è cominciata". "E' – ha aggiunto - un nuovo messaggio terroristico, come quelli che hanno ucciso Rafik Hariri, Samir Kassir e George Hawi".  Il deputato Ibrahim Kanaan, membro del gruppo parlamentare del generale Michel Aoun ha dichiarato che quest'atto criminale fa parte della catena di violenza che colpisce il Libano dal 14 febbraio scorso, quando fu ucciso Hariri, ed ha espresso condanna a nome del suo gruppo.

La Siria dal canto suo ha ufficialmente condannato l'attentato e ha respinto le accuse di un suo coinvolgimento. "L'esplosione –sostiene l'agenzia ufficiale Sana - è arrivata al momento calcolato per lanciare accuse contro la Siria. Condanniamo tutti gli assassini e le esplosioni e sottoliniamo che i loro mandanti sono i nemici del Libano".

Il patriarca maronita,il cardinale Nassrallah Sfeir, appena giunta la notizia dell'uccisione di Tueni, ha cancellato tutte le udienze che erano previste per oggi ed ha chiesto a tutti di elevare fervide preghiere per la pace in Libano. Il metropolita di Beirut, mons Elias Awde, ha raggiunto il luogo dell'esplosione, dove ha espresso ad AsiaNews il suo dolore per la perdita di Gebran Tueni, considerato uno dei giovani che hanno contribuito alla liberazione del Libano dall'occupazione siriana. Partecipazione al dolore della famiglia dell'ucciso è stata espressa ad AsiaNews dalla vedova dell'altro giornalista ucciso, Samir Kassir, Gisele. La donna non ha voluto condannare nessuno, ma ha partecipato alla manifestazione organizzata dai giovani delle Forze Libanesi e del partito socialista di Walid Joumblatt.

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