08/04/2014, 00.00
FILIPPINE - ITALIA
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“Traffico di minori”, diplomatico italiano fermato nelle Filippine: rischia l’ergastolo

Daniele Bosio, 46 anni, era ambasciatore in Turkmenistan; la Farnesina lo ha già sospeso dal servizio. In vacanza nelle Filippine, egli è stato arrestato in compagnia di tre minori. Decisiva la denuncia di una ong locale. Fonti di AsiaNews: vicenda “poco chiara”, evidente “l’imprudenza” del funzionario in attesa che la giustizia faccia il suo corso.

Manila (AsiaNews) - Una vicenda "poco chiara", che mostra la "superficialità" con la quale in molti casi gli occidentali si accostano a un'altra cultura. L'approccio e i gesti compiuti dall'ambasciatore italiano in Turkmenistan, nei confronti di tre minori nel contesto di una vacanza nelle Filippine, sono figli quantomeno di una "grande imprudenza", in attesa di capire quali saranno i risultati delle indagini avviate da polizia e magistratura. Fonti cattoliche di AsiaNews a Manila, dietro anonimato, lasciano aperto il campo a qualsiasi ipotesi in merito al caso che vede protagonista il 46enne diplomatico Daniele Bosio, al momento in stato di fermo per violazione della legge sulla tutela dei minori del Paese asiatico. "Può anche darsi non abbia fatto nulla di male, saranno le indagini a chiarire i fatti e a confermare le accuse - continua la fonte - ma è necessario stare sempre attenti ad atteggiamenti e comportamenti". 

Daniele Bosio è rinchiuso nel carcere di Binan, a 39 km da Manila, con l'accusa di traffico di esseri umani (minori compresi) e violazione dell'art. 6 della legge del 1992, inerente alle norme contro l'abuso, lo sfruttamento e la discriminazione di minori. Se riconosciuto colpevole, egli rischia l'ergastolo. Tuttavia, potrebbero servire mesi e un processo articolato per arrivare alla sentenza. L'ambasciatore italiano nelle Filippine ha già incontrato il diplomatico in cella, assicurando la totale assistenza legale da Roma, anche se non verranno frapposti ostacoli o limiti alle indagini. 

La legge filippina - in un'ottica di lotta alla pedofilia e agli abusi su minori - prevede che ogni adulto visto in compagnia di un bambino in pubblico, con cui non ha relazioni di parentela o vincoli legali, e con una differenza di età superiore ai 10 anni, deve essere denunciato alla polizia. Ed è quanto hanno fatto le due attiviste di Bahay Tuluyan Foundation, una ong filippina impegnata proprio nella lotta contro le violenze sui minori e la pedopornografia. 

A dare maggiori indicazioni sulle indagini è stato il ministro della Giustizia filippino, Leyla de Lima, confermando la testimonianza di Catherine Scerri e Lily Fiordelis, le due attiviste dell'ong Bahay Tuluyan che hanno denunciato l'ambasciatore dopo averlo visto in atteggiamenti sospetti con tre bambini di nove, 10 e 12 anni proprio nel parco acquatico di Bynian. Dalle prime informazioni non sarebbe la prima volta che il diplomatico si intratteneva nel suo alloggio con i minori e vi sarebbero altri episodi precedenti al fermo.

Ai poliziotti, l'ambasciatore, ha detto che aveva chiesto e ottenuto il permesso dai genitori per portarli in un parco acquatico. Ma secondo l'associazione che lo ha denunciato, egli si sarebbe contraddetto e il suo è un caso "molto evidente" di abuso o tentato abuso su minori. Uno dei bambini avrebbe riferito che l'uomo "ha fatto la doccia insieme a loro" e che "erano nudi". L'ambasciatore avrebbe comprato loro da mangiare, dei sandali, pantaloncini e magliette. Poi avrebbe proposto di andare a nuotare nel parco acquatico e i bambini avrebbero accettato senza avvertire i genitori.

Le fonti di AsiaNews mantengono un atteggiamento cauto sulla vicenda, sottolineando che l'unico elemento certo è "l'imprudenza" del diplomatico italiano. Sono emersi atteggiamenti e gesti "che a volte gli stranieri usano nei confronti dei locali, in particolare i minori, ma che possono essere fraintesi con una certa facilità". E se da un lato pare "strano" che un rappresentante diplomatico si comporti in un modo "così poco saggio e superficiale" è altrettanto vero che le accuse lanciate dall'ong vanno approfondite e la vicenda va chiarita, perché "un problema pedofilia" e casi di abusi su minori esistono. 

Dal 2 dicembre scorso Bosio, arrestato nella notte fra il 5 e il 6 aprile, è ambasciatore italiano in Turkmenistan. Nato a Taranto nel 1968, egli ha iniziato la carriera diplomatica nel 1995, a quattro anni dalla laurea in Scienze politiche alla "Luiss" di Roma. Il primo incarico alla Farnesina è alla Direzione generale Affari Politici; nel 1999 è trasferito all'Ambasciata d'Italia ad Algeri, come Primo segretario fino al 2002, anno in cui ha cominciato a prestare servizio come Console presso il Consolato generale a New York. Nel 2006 è tornato al ministero degli Esteri presso la Direzione generale Paesi Mediterraneo e Medio Oriente, dove è rimasto per quasi quattro anni. Dal 2010 al 2013 ha svolto l'incarico di Primo consigliere commerciale all'Ambasciata d'Italia a Tokyo.

In queste ore la Farnesina ha già provveduto a sospendere il diplomatico in servizio in Turkmenistan, "in ottemperanza alle disposizioni della legge" e in attesa di sviluppi. 

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