02/11/2007, 00.00
SRI LANKA
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Ucciso il capo politico delle Tigri tamil

di Melani Manel Perera
È morto in un raid aereo condotto dall’aviazione governativa stamattina. Si teme un’escalation bellica tra le parti. Secondo un recente rapporto della Law & Society Trust, da gennaio nel conflitto in Sri Lanka muoiono o scompaiano 5 persone al giorno.
Colombo (AsiaNews) - Il capo dell'ala politica dei ribelli delle Tigri tamil, S.P. Thamilselvan, è rimasto ucciso oggi in Sri Lanka in un raid aereo dell'aviazione governativa. Lo hanno reso noto gli stessi ribelli, in quello che per gli analisti potrebbe essere l’inizio di una preoccupante escalation bellica tra le due parti. Il ministro della Difesa Gotabaya Rajapaksa, fratello del presidente Mahinda Rajapaksa, ha accolto positivamente la notizia.
 
Thamilselvan era il principale interlocutore dei separatisti alle ultime trattative di pace con Colombo nell'ottobre 2006. L'attacco aereo di oggi è l’ultimo di una serie di scontri quasi quotidiani - sia in terra che in mare - che nell'ultimo anno hanno provocato la morte di circa 5mila persone.
 
Il bilancio di quella che è ormai una guerra civile non dichiarata è altissimo e tocca in primo luogo la popolazione civile. Secondo la Law & Society Trust in Sri Lanka (LST), tra il 1 gennaio e il 31 agosto 2007 sono morte 662 persone e 450 scomparse. Cioè un totale di 1202 vittime, pari a 5 al giorno. Il documento, che contiene informazioni dettagliate aggiornate sulle perdite di vite umane nel conflitto, è stato consegnato il 31 ottobre alla Commissione presidenziale che indaga sui casi di attacchi ai civili. Secondo il rapporto - che la LST ha compilato insieme a 4 partner locali tra cui la Civil Monitoring Commission – il 90% delle vittime sono uomini. Il 45% delle persone uccise e quasi il 60% di quelle scomparse è al di sotto dei 30 anni. Sebbene i tamil costituiscano il 16% della popolazione della ex Ceylon, essi rappresentano il 78% delle vittime e l’84% degli scomparsi.
 
Il coordinatore del programma del LST, Fernando, spiega ad AsiaNews: “La nostra speranza è che le indagini della Commissione presidenziale porteranno all’identificazione dei responsabili, ad assicurare giustizia e a mettere fine alla cultura dell’impunità”.
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