04/01/2015, 00.00
VATICANO
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Un concistoro che mostra l'universalità della Chiesa

Fra i nuovi elettori sono rappresentati 14 Paesi diversi, dei quali 6 attualmente non avevano un cardinale e alcuni non lo avevano mai avuto. Se si contano anche gli Emeriti i Paesi rappresentati sono 18.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Con la scelta dei 15 nuovi cardinali annunciata oggi, "il criterio più evidente" seguito da papa Francesco "è quello della universalità. Fra i nuovi elettori sono rappresentati 14 Paesi diversi, dei quali 6 attualmente non avevano un cardinale e alcuni non lo avevano mai avuto. Se si contano anche gli Emeriti i Paesi rappresentati sono 18". Lo evidenzia una nota di padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, nella quale si rileva "la presenza di Paesi che non avevano avuto un cardinale (Capo Verde, Tonga, Myanmar...), di comunità ecclesiali piccole o in situazioni di minoranza. (Il Vescovo di Tonga è Presidente della Conf. Episcopale dell'Oceano Pacifico; la Diocesi di Santiago de Cabo Verde è una delle più antiche diocesi africane; la Diocesi di Morelia in Messico è in una regione travagliata dalla violenza)".

Con il concistoro del 14 febbraio il numero dei cardinali "elettori" - cioè che potrebbero entrare in un conclave - sale a 123, tre in più rispetto ai 120 indicati da Paolo VI. Si nota il fatto che vi sia un solo nuovo cardinale della Curia romana, mentre attualmente i cardinali "romani" sono circa un quarto degli elettori. "Evidentemente - commenta padre Lombardi - il Papa intende considerare compiti cardinalizi quelli dei Prefetti delle Congregazioni e di poche altre istituzioni importantissime della Curia, come in questo caso il Tribunale della Segnatura". Ciò conferma che, come già accaduto nel precedente concistoro di Francesco - febbraio 2014 - l'attuale papa non si ritiene vincolato alla tradizione delle "sedi cardinalizie" ‐ che era motivata da ragioni storiche in diversi Paesi ‐ per cui il cardinalato era considerato quasi "automaticamente" legato a tali sedi. Non divengono per ora cardinali, infatti, gli arcivescovi di Los Angeles, Philadelphia, Chicago e Madrid, mentre lo divengono i capi di sedi che in passato non avevano avuto un cardinale. Ciò vale ad esempio per l'Italia, la Spagna, il Messico.

Il nuovo cardinale più giovane è l'Arcivescovo di Tonga, Mons. Mafi (1961) che diventa il membro più giovane del Collegio cardinalizio. Il più anziano è l'emerito di Manizales, Mons. Pimiento Rodríguez (1919).

I nuovi "elettori" provengono da Europa (5), Asia (3), America Latina, compreso il Messico (3), Africa (2) e Oceania (2). 

Il primo degli asiatici nominato dal Papa è l'attuale arcivescovo di Hanoi, mons. Pierre Nguyen Van Nhon. Nato l'1 aprile 1938 a Da Lat, nella provincia di Lam Dong,.negli Altipiani centrali, ha studiato nel Seminario minore di Sai Gon (oggi Ho Chi Minh City) e dal 1958 nel Pontificio istituto Pio X di Da Lat.

Laureato anche in letteratura francese, è stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 1967. E' stato rettore del Seminario maggiore di Minh Hoa a Da Lat e vicario generale della stessa diocesi dal 1975, quando è stato nominato da Giovanni Paolo II vescovo coadiutore di Da Lat, il 19 ottobre, 199 ed è divenuto vescovo ordinario della diocesi il 23 marzo 1994. Nel 2007 è stato eletto presidente della Conferenza episcopale vietnamita, incarico mantenuto fino al 2013. Il 22 aprile 2010 papa Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo coadiutore dell'arcidiocesi di Hà Nôi, della quale è divenuto arcivescovo dopo solo poche settimane, il 13 maggio, a seguito della rinuncia dell'arcivescovo Joseph Ngô Quang Kiêt.

Mons. Charles Maung Bo, S.D.B., è nato a Mohla, arcidiocesi di Mandalay, il 29 ottobre 1948. Figlio più piccolo di U John e Juliana Daw Aye Tin, a soli due anni rimase orfano di padre, un agricoltore. Ha studiato nel seminario salesiano Nazareth di Pyin Oo Lwin. Il 24 maggio 1970 ha emesso i primi voti e il 10 marzo 1976 la professione definitiva.

Ordinato sacerdote il 9 aprile 1976, dal 1985 è stato Prefetto apostolico nella Prefettura di Lashio Il 7 luglio 1990, con l'elevazione della prefettura a diocesi, è stato nominato primo vescovo di Lashio ed ha ricevuto la consacrazione episcopale il 16 dicembre dello stesso anno. Giovanni Paolo II lo ha poi nominato vescovo di Pathein, il 13 marzo 1996. Dal 15 maggio 2003 è arcivescovo metropolita di Yangon. Dal 2000 al 2006 è stato presidente della Conferenza episcopale del Myanmar.

Mons. Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij è nato il 27 giugno 1949 a Ban Rak, nell'arcidiocesi di Bangkok. Ha studiato nel Seminario di San Giuseppe a Sampran. Inviato a Roma, ha svolto gli studi filosofici e teologici alla Pontificia Università Urbaniana (1970-1976).

È stato ordinato sacerdote l'11 luglio 1976. Nello stesso anno è stato vicario parrocchiale della Nativity of Mary Church a Ban Pan; negli anni 1977-1979 vicario parrocchiale dell'Epiphany Church a Koh Vai; quindi vice-rettore del Seminario minore San Giuseppe a Sampran (1979-1981). A Roma dal 1982 al 1983, ha compiuto studi di specializzazione in Spiritualità all'Università Gregoriana. Rientrato in patria, è stato per sei anni rettore del Seminario intermedio Holy Family, a Nakhon Ratchasima; quindi, dal 1989 al 1993, sotto- segretario della Conferenza episcopale; ancora, negli anni 1992-2000, rettore del Seminario maggiore nazionale Lux Mundi a Sampran. Docente straordinario al Seminario maggiore di Sampran dal 2001, è stato parroco della parrocchia Our Lady of Lourdes a Hua Take (2000-2003), quindi parroco della Cattedrale e segretario del Consiglio presbiterale dell'arcidiocesi di Bangkok, dal 2003 al 2007. Il 7 marzo 2007 Benedetto XVI lo ha nominato vescovo di Nakhon Sawan. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 2 giugno successivo. Dal 14 maggio 2009 è arcivescovo di Bangkok. Dal 2009 è vice presidente della Conferenza episcopale della Thailandia.

Quanto ai 5 "emeriti" è da notare quanto il Papa ha detto nella sua breve introduzione: "essi rappresentano tanti vescovi che, con la stessa sollecitudine di pastori", hanno servito come pastori di diocesi, ma anche nella Curia e nel servizio diplomatico. La nomina cardinalizia vuole essere quindi un riconoscimento dato simbolicamente ad alcuni, ma riconoscendo i meriti di tutti. (FP)

 

 

 

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