02/10/2006, 00.00
INDIA
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Uttar Pradesh, fanatici indù attaccano missionario cristiano

di Prakash Dubey

Una cinquantina di uomini armati hanno fatto irruzione in pieno giorno nella casa di un protestante che opera da anni per l'alfabetizzazione dei bambini tahru. Il linciaggio è stato evitato grazie all'intervento proprio dei tribali, che accusano gli indù di volerli mantenere nell'ignoranza per usarli come schiavi.

Gorakhpur (AsiaNews) – Un gruppo composto da circa 50 fanatici indù ha aggredito il 24 settembre scorso Chin Min Thang, missionario cristiano, da loro accusato di proselitismo nei confronti dei membri della tribù tharu, una delle più povere di tutto il Paese. Sono stati gli stessi tribali a difendere Chin, che lavora come insegnante nel villaggio di Najota, nello Stato settentrionale dell'Uttar Pradesh.

Thang Boi, che insieme a Chin cerca di alfabetizzare i bambini tharu, racconta la vicenda ad AsiaNews: "Questi fanatici sono arrivati al villaggio in pieno giorno, con armi da fuoco e spranghe di ferro. La prima cosa che hanno fatto è stata entrare con la forza nella camera del mio collega. Io sono strisciato fuori, mentre quelli saccheggiavano la stanza e buttavano via tutti i suoi oggetti personali. Dopo, lo hanno trascinato fuori".

Boi, scappato all'aggressione, continua: "Appena si sono accorti della cosa, gli abitanti del villaggio si sono fatti avanti per difendere Chin. Gli assalitori li hanno minacciati sparando in aria, ma loro non si sono allontanati. L'intervento ha evitato un linciaggio". Mentre andavano via, i fanatici hanno avvertito Chin: "Se non lasci il villaggio ed interrompi la tua opera di conversione, ti uccidiamo!".

"Cerchiamo di portare l'educazione a queste persone – dice Boi - ma come cristiani ci sentiamo in dovere di parlare anche della Parola e di amore, fede e speranza. Portiamo avanti dei programmi di preghiera, ma viene solo chi ne è interessato. Non usiamo coercizione o manipolazione, né promettiamo nulla per invogliare le persone alla conversione".

I due appartengono alla chiesa battista dell'India del Nord e lavorano nella zona da oltre cinque anni. La scuola, aperta con il contributo degli altri fedeli della chiesa, segue un percorso preciso di alfabetizzazione che cerca di portare gli studenti ad un diploma di scuola superiore.

Dopo l'aggressione, i due cristiani si sono presentati alla stazione di polizia locale il 27 settembre ed hanno sporto denuncia. La polizia, informata sulle identità degli assalitori, fino ad ora non ha neanche avviato le indagini. Secondo gli abitanti del villaggio, gli agenti sono d'accordo con i fanatici indù.

Jagat Rana, leader dei tahru, spiega ad AsiaNews che i tribali "sono dislocati in dozzine di villaggi della zona, ma non hanno accesso ai programmi di educazione statali". "I nostri bambini – denuncia – sono costretti all'ignoranza".

Da circa dieci anni, continua, "alcune organizzazioni cristiane sono arrivate qui ed hanno iniziato un programma di istruzione per i nostri figli. Parlano della loro Bibbia e praticano i loro riti religiosi, ma non hanno mai chiesto o tanto meno forzato qualcuno alla conversione".

Rana spiega che "alcuni Tahru partecipano ai loro programmi, ma questo non crea alcun problema fra di noi perché i cristiani non parlano di violenza o odio. Danno un messaggio di amore e solidarietà umana".

Il capo tribale si chiede "perchè questi indù, che non sono Tahru, si occupano di questa vicenda? Perché usano in questo modo la violenza? Dove erano quando non avevamo scuole? Perché colpiscono cristiani innocenti che invece si preoccupano per noi? A mio avviso, tutta la vicenda sembra preparata, in modo da far rimanere i tribali ignoranti, costretti a lavorare come schiavi nelle loro terre per non morire di fame".

"La nostra comunità – conclude – rimarrà sempre accanto ai cristiani, in ogni circostanza. Sono i salvatori dei nostri figli, perché li trascinano fuori dalle tenebre dell'ignoranza".

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