10/04/2014, 00.00
INDIA
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Vescovo dell'Orissa: Il voto di oggi "preoccupa i cristiani. Ma crediamo nella democrazia"

di Nirmala Carvalho
Nel 2008 la zona è stata colpita da violenti pogrom anticristiani per mano dei radicali indù. Mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, ad AsiaNews: "Speriamo che il nuovo governo dia giustizia alle vittime della carneficina". Oggi è la terza fase delle elezioni generali, una delle più importanti.

Mumbai (AsiaNews) - "I cristiani del Kandhamal sono preoccupati da chi vincerà queste elezioni, ma credono nella democrazia e nel potere del voto". È quanto afferma ad AsiaNews mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneshwar, nel distretto di Kandhamal (Orissa). Oggi più di 13 milioni di persone andranno al voto in 10 circoscrizioni dell'Orissa, nella terza fase - su nove totali - delle elezioni generali 2014.

Quella odierna è considerata cruciale perché interessa 91 circoscrizioni sparse di 14 Stati. Tra questi, alcuni tra i più importanti del Paese: Uttar Pradesh, Kerala, Maharashtra, Orissa e Delhi, la capitale. L'Uttar Pradesh è lo Stato che conta più membri nella Lok Sabha ("Casa del popolo"), la Camera bassa del Parlamento. La Lok Sabha può avere un massimo di 552 membri; di questi, 530 rappresentano la popolazione degli Stati, 20 la popolazione dei Territori dell'Unione, 2 possono essere nominati dal presidente del Paese in rappresentanza della comunità anglo-indiana. Ciascun membro eletto rappresenta una singola circoscrizione geografica.

Per 11 anni (1998-2009) l'Orissa è stata governata dal Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito nazionalista indù, in alleanza con il Biju Janata Dal (Bjd, regionale). Proprio sotto la sua guida, nel 2008 nel distretto del Kandhamal si sono consumati i più violenti pogrom anticristiani mai avvenuti in India, per mano dei gruppi fondamentalisti indù vicini al Bjp.

"Questa comunità - spiega mons. Barwa ad AsiaNews - vuole una vita pacifica, fatta di uguaglianza e convivenza armoniosa, senza che qualcuno disturbi la quotidianità, il lavoro o la pratica religiosa". Per questo "speriamo che il nuovo governo dia giustizia alle vittime della carneficina del 2008. La giustizia è un diritto di ogni persona, e per il miglioramento dello Stato e lo sviluppo di tutta la popolazione è giusto che tutti godano degli stessi diritti, privilegi e libertà, a prescindere da quale sia la comunità religiosa di maggioranza".

Secondo fratel KJ Markose, un religioso monfortiano che lavora come avvocato, "il Bjp non otterrà alcun seggio, perché le comunità cristiane voteranno con assennatezza".

Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), rivela ad AsiaNews di "confidare in un'amministrazione che garantisca sicurezza e protezione al popolo di Kandhamal; che applichi la Costituzione dell'India; che difenda la libertà religiosa della minoranza cristiana. Questa gente ha sofferto una violenza disumana, e i suoi rappresentanti devono assicurare che quanto accaduto non si ripeta mai più".

Il Gcic è molto preoccupato anche "per la violenza di genere che in Orissa colpisce soprattutto le donne cristiane dalit ('fuoricasta') e tribali della nostra comunità. Negli attacchi del 2008 donne e bambine sono state prese di mira e stuprate, umiliate, aggredite e minacciate".

 

 

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