26/08/2007, 00.00
INDIA
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Vescovo di Hyderabad: Attacchi terroristi, un atto di codardia

di Nirmala Carvalho
Mons. Marampudi Joji condanna le due esplosioni che hanno ucciso 42 persone e ferito altre 60. Medici e infermieri cattolici precettati per offrire aiuto alle vittime. Scuole e parrocchie usate come luoghi di rifugio per la popolazione spaventata dalle violenze contro gli innocenti.

Hyderabad (AsiaNews) – “La Chiesa di Hyderabad condanna con forza questo attacco terrorista. È terribile che individui possano scatenare una simile ondata di terrore su cittadini innocenti. Queste bombe sono un atto di codardia”: così mons. Marampudi Joji, arcivescovo cattolico di Hyderabad, nel condannare le due esplosioni che ieri hanno ucciso almeno 42 persone e ferite altre 60 in due attacchi diversi nella capitale dell’Andhra Pradesh (India del sud). Mons. Joji ha chiesto a tutti i dottori e infermiere cristiani – alcune migliaia – di prodigarsi per tutta la notte e per oggi per far fronte alle necessità della gente. Anche le istituzioni caritative – scuole, ospizi e parrocchie – sono state aperte tutta la notte per offrire ospitalità, cibo, sicurezza a molte famiglie che per timore non volevano tornare a casa.

La prima esplosione è avvenuta ieri alle 19.50 (ora locale) al Gokul Chat Shop, in un’area chiamata Kothi. Un’altra è avvenuta pochi minuti dopo in una zona a circa 5 km di distanza, in un auditorium dove si svolgeva uno spettacolo di luci laser. Al momento dell’incidente erano presenti almeno 500 persone. Lo scoppio è avvenuto nelle file centrali, pochi minuti dopo l’inizio dello spettacolo.

Un testimone oculare racconta ad AsiaNews: “I due luoghi sono una grande pozza di sangue. Volevano colpire proprio degli innocenti: una bomba è scoppiata in un centro di fast food; l’altra in un parco di divertimenti, il Lumini Park. I cadaveri erano ammassati l’uno sull’altro e alcuni corpi sono stati decapitati dalle deflagrazioni; altri sono smembrati fino ad essere irriconoscibili. L’intera città è nel panico”.

K Jana Reddy, ministro dell’Andhra Pradesh, ha definito le due esplosioni “un atto terroristico”. Un rappresentante della polizia ha dichiarato che l’esplosivo usato in entrambi i casi è simile a quello usato dai terroristi nell’attacco alla moschea Mecca Majid lo scorso maggio, di cui non si conoscono ancora gli autori. Sriprakash Jaiswal, ministro degli Interni, ha detto che i due gesti sono”un tentativo di distruggere l’unità della nazione”. L’Andhra Pradesh è il terzo stato dell’India, con una popolazione di 76,2 milioni di abitanti. L’80% è di religione indù, il 9% musulmana; il 4% cristiana.

Da ieri la sicurezza e i controlli sono stati aumentati nella capitale. Si temono altri attacchi, anche perché per oggi sono programmati più di 10 mila matrimoni, occasioni di raduno, ma anche di possibili violenze e scontri.

Parlando ad AsiaNews, mons. Joji esprime la sua “profonda partecipazione e condoglianze alle vittime di questi attacchi e alle loro famiglie”. Il prelato ha chiesto che in tutte le messe di oggi vi siano “preghiere perché Cristo possa consolare le famiglie di coloro che sono periti nelle esplosioni. Forse l’aiuto più importante è offrire un senso di speranza in questi tempi di apparente disperazione”.

Le migliaia di dottori, infermieri e personale sanitario cattolico hanno ricevuto il permesso speciale di poter essere esenti dalla messa domenicale per offrire tutto l’aiuto possibile alle vittime degli attacchi.

Nella zona dove sono avvenute le due esplosioni vi sono anche alcune parrocchie cattoliche. “Ho telefonato personalmente alle 30 parrocchie della diocesi e ho detto loro di essere cauti, controllando ogni attività sospetta fuori delle chiese e delle scuole cattoliche. Senza panico, necessario prendere misure preventive per assicurare l’incolumità dei nostri fedeli”.

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