09/09/2013, 00.00
VIETNAM
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Vinh, la Chiesa contro i media governativi: diffamano e manipolano i fatti

di J.B. An Dang
Una presa di posizione netta e dura della diocesi nei confronti di tv, radio, giornali e agenzie filo-comuniste. Con racconti e articoli “falsi” difendono le violenze perpetrate da funzionari locali ai danni della popolazione. Mons. Paul Nguyen Thai Hop lancia le "domeniche di preghiera" per la liberazione dei due cattolici imprigionati e per le vittime di abusi.

Vinh (AsiaNews) - La diocesi di Vinh - col sostegno dell'intera Chiesa cattolica vietnamita - risponde all'attacco diffamatorio dei media governativi degli ultimi giorni, difendendo la buona reputazione del vescovo e della comunità. Sottolineando la fede e l'onestà di mons. Paul Nguyen Thai Hop - che è anche presidente della Commissione episcopale Giustizia e Pace - la curia diocesana accusa giornali e tv filo-Hanoi di aver "manipolato la verità", esacerbato gli animi "complicando la vicenda" e di aver instillato "offesa e indignazione" fra la gente. All'origine dello scontro fra autorità locali e comunità cattolica c'è la violenta repressione di una protesta pacifica dei giorni scorsi nella provincia di Nghe An; i manifestanti, centinaia di cattolici, erano scesi in piazza per la chiedere la liberazione di due fedeli, in cella dal giugno scorso senza nessun capo di imputazione formale a loro carico.

Nella lettera di protesta della diocesi di Vinh verso i media - televisione, radio, giornali e agenzie di stampa - di Nghe An, si punta il dito contro "articoli e racconti falsi, che distorcono la verità, offendendo la reputazione e l'onore del vescovo e dell'intera comunità" di Vinh. La leadership cattolica auspica una "rettifica" in cui vengano presentati "i fatti secondo verità" e respinge al mittente l'accusa secondo cui "le questioni relative ai diritti sui terreni" sono dovute all'atteggiamento di fedeli e pastori. Anzi, all'origine delle controversie vi sono "carenze nelle leggi" e una "politica insensata" del governo che lascia alle autorità locali di perpetrare abusi e violazioni.

Elencando una serie incendi ed episodi di violenza, poi manipolati nel racconto dei media filo-governativi, la diocesi aggiunge che la stampa dovrebbe acquisire un grado di autonomia e distacco dalle autorità. Di contro, finora è emersa una sottomissione evidente che sconfina alle volte nella collusione fra i due "poteri". Un atteggiamento che, nel rapporto con i cittadini, mostra in tutta la sua portata la mancanza di "onore, dignità, rispetto per la salute e le vite della gente". "Le leggi del Vietnam - conclude la nota della diocesi - sono divenute un mezzo efficace che le autorità applicano quando vogliono reprimere la propria gente".

In precedenza era intervenuto di persona anche il vescovo di Vinh, mons. Paul Nguyen Thai Hop, con una lettera aperta indirizzata ai sacerdoti, seminaristi e fedeli della comunità. Il prelato ricorda che il 4 settembre scorso doveva essere una giornata di festa per l'ingresso del vescovo ausiliare, ma è stata funestata - nel pomeriggio - dall'attacco contro "persone innocenti" della parrocchia di My Yen. Nella missiva egli riassume i fatti occorsi nella giornata, denunciando il raggiro delle autorità e la mano pesante dei militari conti i cattolici in protesta. Una manifestazione pacifica, in cui si chiedevano solo informazioni sulla sorte di due innocenti in galera (da mesi) senza motivo, né capo di accusa specifico.

Tuttavia, racconta mons. Thai Hop, le forze governative hanno risposto con "gas lacrimogeni, bastoni, esplosivi e cani; oltretutto i militari hanno fatto irruzione nelle case distruggendo beni e suppellettili, fra cui oggetti di culto compiendo un sacrilegio evidente, che colpisce il senso religioso" della persona umana. "Condanno duramente - continua il prelato - il comportamento disumano e la barbarie delle autorità", che al contempo invita i fedeli a "continuare a pregare e offrire sacrifici in comunione con la parrocchia di My Yen e in solidarietà alle vittime". E lancia domeniche di preghiera, che si terranno nelle prossime settimane, per la liberazione di Peter Ngo Van Khoi e Anthony Nguyen Van Hai "che sono ancora in prigione, e per tutte le vittime di violenza". 

 

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