15/07/2006, 00.00
cina
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Yu Jie, scrittore che combatte per coloro che hanno paura di parlare

Per il critico e scrittore di 33 anni, la salma di Mao a Tiananmen è un "abominio" e la libertà religiosa "può solamente aiutare la popolazione".

Pechino (AsiaNews/Scmp) - Lo scrittore cinese Yu Jie si descrive come un cristiano pericoloso e come un buon combattente che preferisce combattere le sue battaglie nel mondo della stampa. Ha puntato il suo mirino – tra gli altri – sul Partito Comunista, la persecuzione religiosa e anche sull'eredità di Mao Zedong.

Così fu imprevisto quando il mite trentatreenne, nativo del Sichuan, durante una visita ad Hong Kong dalla sua casa di Pechino, decise di marciare con decine di migliaia di dimostranti il primo di luglio per chiedere il diritto di scegliere il proprio governo. "Ero scettico sugli eventi di massa come quello. Di solito non vado ai concerti e non guardo le partite di football allo stadio perché penso che le emozioni delle persone siano eccitate dalla folla. La distanza mi permette di stare calmo e osservare", dice. "Ma la manifestazione del primo luglio fu certamente calma e pacifica… Ha mostrato come quella di Hong Kong sia una società matura e civile e la gente sa che ci vorrà un po' di tempo per raggiungere il suffragio universale, non basterà soltanto una singola protesta".

Yu sa in prima persona quanto può essere lungo apportare un cambiamento. Ha premuto per una maggior libertà religiosa nel Paese, ottenendo riconoscimenti internazionali per i suoi sforzi. Ha incontrato in maggio il presidente George W. Bush alla Casa Bianca insieme ai colleghi cristiani Wang Baiguang e Wang Yi.

"L'incontro dovrebbe avere un effetto simbolico sul lungo periodo perché la pressione degli Stati Uniti è la sola cosa che adesso spaventa la Cina. Penso che Bush e il suo governo ora nutrano più sensibilità e mostrino più considerazione per le migliaia di cristiani perseguitati in Cina oggi".

Yu iniziò ad acquistare fama quando, all'età di 25 anni, pubblicò la sua prima novella, Fire and Ice. Vendette milioni di copie e quell'anno il suo fu largamente considerato uno dei 10 migliori libri della Cina. Seguirono una dozzina e più di libri generalmente critici sulla società e sulla storia moderna cinese che erano proibiti sul continente. Si guadagnò un master in letteratura cinese contemporanea  nel 2000 alla Peking University e fu poi assunto come ricercatore per  la China Association of Writers, ma il suo contratto si concluse il primo giorno di lavoro.

Egli ora fa parte del China PEN, un'associazione internazionale letteraria indipendente che difende la libertà di espressione.

Nel 2004 Yu e alcuni colleghi scatenarono molte polemiche quando, scrivendo sulla rivista di Hong Kong Kai Fang, dissero che la salma di Mao Zedong avrebbe dovuto essere rimossa dal mausoleo di Piazza Tienanmen. "Noi critichiamo il tempio di Yasukuni", scrissero, "ma giusto al centro della capitale cinese Pechino, c'è il tempio di Mao Zedong che è abominevole tanto quanto quello di Yasukuni. È il tempio per un carnefice che ha ucciso i suoi stessi connazionali".

Yu si è convertito al cristianesimo tre anni fa, dando al governo centrale, dice, una ragione in più per stare attento a lui. "Non piacevo alle autorità quando ero soltanto uno scrittore dissidente. Adesso che sono diventato cristiano, loro pensano che io sia più pericoloso".

Il governo centrale sta stringendo la sua morsa sui cristiani. Il governo che riconosce la Chiesa protestante cinese dice che in aprile in Cina c'erano 16 milioni di cristiani. Ma gli osservatori dicono che è un valore sottostimato perché le Chiese non registrate, o "sotterranee", non erano state considerate. Alcuni ritengono che il numero dovrebbe essere tre volte maggiore.

Secondo il gruppo Cristiano "Associazione di Aiuto alla Cina" con sede negli USA, 1.958 pastori e fedeli delle chiese sotterranee in 15 province sono stati rinchiusi per 12 mesi alla fine di maggio.

Yu afferma che la comunità sta crescendo rapidamente, citando a titolo di esempio la Ark House Church che lui ha fondato, che ha visto il numero dei suoi membri salire dai 6 del 2003 ai 60 di oggi – tra i quali molti accademici, giornalisti e artisti. "Moltissime persone sono interessate alla religione; vogliono fare qualcosa di più in favore della vita", dice.

Gli osservatori hanno preso il recente World Buddhist Forum e l'incoraggiamento del governo al Confucianesimo o al Guoxue, o la civilizzazione cinese e gli studi culturali, come segno del ritorno di Pechino alla religione per riempire il vuoto morale lasciato dall'era della ricerca personale del profitto.

Yu dice che il governo è consapevole che il cristianesimo è profondamente differente da un partito ideologico, ma è fiducioso che la diffusione del cristianesimo possa aiutare a risolvere molti problemi che attanagliano la nazione. "Se molti intellettuali si convertissero al Cristianesimo, essi potrebbero aiutare al cambiamento della società attraverso il perdono e la pace, che non sono mai propugnati dalla cultura cinese", dice. "Questo potrebbe anche ridurre la possibilità di conflitti violenti". "La religione può giocare lo stesso ruolo in Cina di quello giocato durante la transizione politica in paesi come la Corea del Sud, il Sud Africa o l'Europa dell'Est".

Commentando l'aumento dell'attivismo in favore dei diritti, o weiquan, negli anni recenti su tutto il continente, Yu afferma che la difesa dei diritti delle persone dovrebbe essere fatta in conformità con la legge, in tono "mite e innovatore".

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