15/01/2007, 00.00
FILIPPINE
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È vivo e sta bene il missionario scomparso a Mindanao

di Santosh Digal
Ne è “quasi certo” il sindaco di Cagayan De Oro, impegnato nelle indagini; il primo cittadino esclude che p. Bola si trovi nelle mani dei ribelli del New People’s Army. E suggerisce di indagare meglio nel passato della famiglia.
Cagayan De Oro (AsiaNews) – È vivo ed è al sicuro il missionario cattolico sparito lo scorso 31 dicembre a Mindanao, nel sud delle Filippine. Lo ha rivelato Vicente Emano, sindaco di Cagayan De Oro - provincia di Misamis orientale -  il quale ieri ha dichiarato di essere “quasi certo che il sacerdote è vivo e sta bene…e non è nelle mani del New People’s Army” (il braccio armato del Partito Comunista delle Filippine).
 
Padre Lucio Bola, 46 anni, lavora al seminario scalabriniano nel villaggio di Pardo a Talisay, Cebu. Il 30 dicembre era tornato dalla sua famiglia a Mindanao nei pressi di Balingasag - Misamis orientale - per trascorrere insieme le vacanze natalizie. Dal 31 dicembre, però, di lui non si hanno più notizie. L’ultima volta è stato visto sull’autostrada di Balingasag, probabilmente in attesa dell’autobus che lo doveva portare in un’altra città.
 
Le dichiarazioni di Emano danno speranza in una soluzione positiva delle ricerche che da due settimane impegnano autorità locali e Chiesa cattolica. Il sindaco, sulla base di fonti che non ha voluto rivelare, è “quasi certo” anche del luogo in cui si trova p. Bola, ma non ha aggiunto altri particolari. Il primo cittadino di Cagayan De Oro ha poi spiegato che l’ultimo contatto con il missionario risale a pochi giorni dopo la sua scomparsa e non prima: il 2 gennaio ha infatti telefonato al seminario scalabriniano di Cebu, Filippine centrali.
 
Appena denunciata la sparizione, gli inquirenti e la diocesi Cagayan De Oro hanno avanzato l’ipotesi del rapimento, come la più probabile per giustificare l’accaduto. Più in là si è diffusa la voce che il sacerdote si fosse unito ai ribelli; la zona orientale di Misamis è considerata un enclave dei ribelli comunisti. 
 
Il sindaco Emano, che ha stretti rapporti con i parenti del missionario, suggerisce di indagare meglio nel passato della famiglia Bola per trovare una pista investigativa. Il fratello di p. Lucio è stato assassinato nel 1980, perché sospettato di essere membro del movimento comunista. In precedenza l’Ufficio investigativo nazionale (Nbi) a Mindanao del nord, che indaga sul caso, aveva lamentato la scarsa collaborazione nelle indagini da parte dei familiari del sacerdote.
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