09/10/2007, 00.00
IRAN
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“Decine” di arresti dopo la manifestazione anti-Ahmadinejad

In seguito al corteo che all’Università di Teheran ha contestato il presidente, oggi dissidenti iraniani denunciano arresti tra studenti e gente comune, fuori e dentro il campus. Gli “accorgimenti” usati dal regime per evitare che ieri si ripetesse l’imbarazzo dell’Amir Kabir.
Teheran (AsiaNews) - Decine e decine di studenti e gente comune sono stati arrestati ieri fuori e all’interno del campus universitario di Teheran, dove si è svolta una coraggiosa manifestazione di protesta contro il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. A riferirlo sono alcuni media legati alla dissidenza iraniana, secondo i quali davanti all’Università, dove il capo di Stato ha tenuto il discorso d’apertura dell’anno accademico, i manifestanti erano oltre un migliaio. Dei fatti di ieri non vi è traccia sui media ufficiali oggi. Gli studenti, che gridavano slogan come “Morte al dittatore!”, si sono scontrati all'esterno del campus con giovani del Basiji, volontari delle milizie islamiche che sostengono il presidente. Gli agenti delle unità scelte della polizia in assetto anti-sommossa hanno preferito non intervenire, limitandosi a presidiare il campus.
 
Quella di ieri è la seconda azione di protesta contro il sempre più impopolare presidente. A dicembre al Politecnico Amir Kabir alcuni studenti avevano contestato Ahmadinejad e appiccato il fuoco ai ritratti del "piccolo dittatore". Della sorte di quegli studenti non si sa niente; siti internet legati ai rifugiati politici iraniani all’estero, però, sostengono che le celle del braccio 209 del famigerato carcere di Evin sono piene di giovani arrestati in quell’occasione e tuttora tenuti in isolamento.
 
Tenendo conto della precedente esperienza, ieri gli organizzatori dell’evento all’Università della capitale, la più prestigiosa del Paese, hanno usato alcuni “accorgimenti”: si è scelta una sala molto piccola e riservata interamente agli invitati, selezionati tra i professori più fidati; inoltre, sono stati fatti arrivare a Teheran diversi studenti delle università più legate al potere, la Imam Hossein e Imam Sadegh, due centri importanti per la formazione degli uomini del regime.
 
Nonostante le "accortezze" del regime gli studenti sono riusciti a far sentire la loro voce, mentre il discorso del presidente all’interno del campus si volgeva regolarmente, ha fatto sapere l’agenzia Isna. Secondo analisti in Iran, la massiccia presenza fuori dal campus di Bassij, agenti delle forze di sicurezza di Stato e di agenti del ministero dell’Intelligence indica la paura del regime per i movimenti degli studenti, in prima linea nella lotta per la democrazia nel Paese.
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