20/06/2022, 12.11
PAPUA NUOVA GUINEA
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'Papuani occidentali, ex detenuti di Manus, sfollati interni: dignità per tutti i rifugiati'

di Giorgio Licini *

L'appello della Conferenza episcopale della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Nelle scorse settimane altre 10 famiglie dalle province di confine indonesiane sono arrivate a Vanimo, andandosi ad aggiungere ai 12mila giunti negli ultimi 30 anni. Al nuovo governo australiano la richiesta di un percorso di assistenza medica per i 104 ex deportati sull'isola di Manus che rimangono tuttora nel Paese.   

Port Moresby (AsiaNews) - In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra oggi, la Conferenza episcopale della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone ha diffuso questa nota del suo segretario,- p. Giorgio Licini, missionario del Pime - sui diversi volti di questo fenomeno in Papua Nuova Guinea e sugli interventi urgenti necessari. 

Oggi si ricordano al mondo le storie e i viaggi di un gruppo speciale di persone che vive in mezzo a noi. Il 20 giugno 2022 è la Giornata mondiale del rifugiato. In Papua Nuova Guinea ci riuniamo per riconoscere i rifugiati che vivono in mezzo a noi. Abbiamo rifugiati della Papua Occidentale che vivono in Papua Nuova Guinea da più di trent'anni. Abbiamo richiedenti asilo che sono stati portati in Papua Nuova Guinea dall'Australia nel 2013. Abbiamo rifugiati e richiedenti asilo provenienti da diversi altri Paesi, tra cui Pakistan, Bangladesh ed Ecuador, che sono venuti individualmente a cercare sicurezza in Papua Nuova Guinea.

Per queste persone, la Conferenza episcopale cattolica e le rispettive diocesi, insieme alle ong che condividono la stessa attenzione e ai soggetti statali competenti, stiamo unendo le forze per sensibilizzare l'opinione pubblica, ma soprattutto per aumentare la visibilità della loro situazione, affinché le autorità responsabili intraprendano azioni appropriate e umane per porre fine alle loro sofferenze e dare loro la speranza di quella vita migliore che tutti noi meritiamo.

I PAPUANI OCCIDENTALI. Sono circa 12 mila i melanesiani provenienti dalla Papua Occidentale che vivono oggi in Papua Nuova Guinea, principalmente nel Distretto nazionale della capitale (NCD), nelle province occidentali e in quella di Sandaun. In questa occasione desidero lanciare un appello al governo della Papua Nuova Guinea affinché adotti provvedimenti ragionevoli con azioni concrete per facilitare la loro integrazione nella nostra società. Voglio sottolineare alcune delle principali e prolungate barriere che continuano a ostacolare i papuani occidentali nell'integrarsi significativamente nella società della Papua Nuova Guinea. Tra questi, il prolungarsi delle procedure per il riconoscimento del loro status, la mancanza di documenti d'identità rilasciati dal governo e, soprattutto, le concessioni di terreni. A Port Moresby, più di 200 famiglie vivono in insediamenti abusivi con l'imminente minaccia di sfratto. In effetti, alcune di loro sono state sfrattate cinque volte da un posto all'altro, per essere infine autorizzate a occupare abusivamente un terreno abbandonato a Rainbow, nel sobborgo di Gerehu. È una storia dolorosa, come doloroso è togliere i bambini da scuola, restare senza cibo per giorni e dormire al freddo nei parchi.

A Vanimo, dieci famiglie sono arrivate dalla Papua Occidentale il 17 novembre 2021. La loro situazione richiede un intervento rapido e deciso da parte del governo. Dopo essere stati rifiutati da alcuni villaggi a causa di preoccupazioni legate alla competizione per le risorse locali, ora hanno avuto il permesso di insediarsi temporaneamente. Tuttavia, l'azione del governo è ancora molto lenta, queste persone restano vulnerabili ed esposte a rischi maggiori. L'assenza di un'adeguata assegnazione di terre e di accordi legali ha reso la vita dei Papuani occidentali molto difficile. Inoltre, il campo profughi di Iowara, nella provincia occidentale, deve essere meglio collegato con una strada al resto della provincia e alla città di Kiunga.

L'ACCORDO DI REINSEDIAMENTO REGIONALE DEL 2013. Dei 1523 uomini trasferiti con la forza sull’isola di Manus dall'Australia nel 2013 nell'ambito dell'Accordo di reinsediamento regionale, 104 rimangono in Papua Nuova Guinea, principalmente persone di origine mediorientale e asiatica. C'è particolare ed estrema preoccupazione per gli anziani e per una dozzina di persone con diversi problemi di salute cronici, le cui condizioni presto precipiteranno nella più totale disperazione e indigenza fisica. Per loro abbiamo chiesto specificamente al nuovo governo australiano di aprire un nuovo percorso di assistenza medica (Medivac) per affrontare adeguatamente i problemi di salute mentale, ma anche le condizioni cardiovascolari, le fratture ossee, le malattie della pelle...

SFOLLATI INTERNI. All'interno del Paese ci sono persone costrette ad abbandonare le loro case a causa di pratiche e accuse di stregoneria, conflitti, disastri naturali e, sempre più spesso, a causa dell'impatto del cambiamento climatico e dell'innalzamento del livello del mare. Anche queste persone hanno bisogno della nostra accoglienza. Hanno bisogno delle nostre preghiere e della nostra solidarietà. Per essere un governo e una società responsabili, non dobbiamo escludere chi ha bisogno del nostro aiuto, chi non può sostenersi da solo e chi ha perso i propri mezzi di sostentamento. Il governo e tutte le parti interessate, comprese le Chiese, devono lavorare insieme per queste persone. Per raggiungere la prosperità e una vita realizzata dobbiamo camminare tutti insieme. Il 7 giugno 2022, a Madang, abbiamo lanciato l'associazione Catholic Safe House con il sostegno di Caritas Australia, con l'idea di aumentare il numero (attualmente una mezza dozzina) di luoghi in cui le vittime della violenza legata alla stregoneria possano trovare riparo e sostegno.

LAVORATORI MIGRANTI. Non dobbiamo perdere di vista anche coloro che vengono a lavorare nel nostro Paese. I lavoratori migranti forniscono un importante bacino di competenze e manodopera di cui abbiamo bisogno come Paese per crescere. I settori dell’industria del legname, della pesca e del commercio al dettaglio ospitano un gran numero di lavoratori migranti. Sono parte integrante della nostra gente e delle nostre comunità. Dobbiamo prenderci cura di loro, accoglierli e imparare da loro. Ma ci aspettiamo anche che rispettino le nostre leggi e la nostra cultura. Se infrangono le nostre leggi, deve essere garantito loro un trattamento umano entro i limiti previsti dalle leggi stesse per le sanzioni. La detenzione arbitraria o l’impunità non dovrebbero essere modi per trattare i migranti che violano le nostre leggi. Siamo una nazione costruita su una costituzione che affonda le sue radici nel cristianesimo e nei principi democratici.

TRAFFICO DI ESSERI UMANI. Prima di concludere, vorrei ricordare al governo e a tutti noi di essere vigili contro il traffico di esseri umani. Il traffico di esseri umani assume forme diverse e si verifica ogni giorno nelle nostre comunità, nei luoghi di lavoro, nelle aree industriali, tra le diverse province e ai confini internazionali. Chiunque può finire vittima della tratta di esseri umani, ma a essere colpite sono soprattutto le persone vulnerabili come i bambini. Donne, uomini, ragazzi e ragazze e anziani possono diventare vittime della tratta di esseri umani. Si tratta di un crimine grave, spesso non facile da riconoscere perché si svolge in forme sottili. La tratta per sfruttamento sessuale sta diventando comune nei centri urbani della Papua Nuova Guinea, poiché gli standard di vita sono diventati più costosi. I familiari e le vittime di abusi dei diritti umani sono più vulnerabili allo sfruttamento o alla tratta.

Il tema della Giornata mondiale del rifugiato di quest'anno, "Chiunque, sempre e comunque, tutti hanno il diritto di cercare sicurezza", ci ricorda che abbiamo bisogno gli uni degli altri. Cerchiamo la sicurezza gli uni attraverso gli altri e attraverso il governo che noi stessi abbiamo costituito per proteggerci. Rifugiati, sfollati interni, lavoratori migranti e vittime della tratta di esseri umani, tutti hanno bisogno di essere protetti e sostenuti dal governo e da quanti sono in grado di prendere decisioni per la gente.

* segretario generale della Conferenza episcopale della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone

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