Onu: l’attacco all’ospedale dei militari nello Stato Rakhine ‘crimine di guerra’
Nel raid del 10 dicembre sono morte almeno 33 persone, oltre 80 i feriti. Fra le vittime vi sono pazienti, medici e anche bambini appena nati. Per le Nazioni Unite e gruppi internazionali è impossibile andare al voto in un quadro di crescenti tensioni e ostilità. Nel frattempo anche la crisi umanitaria assume dimensioni sempre più vaste.
Bangkok (AsiaNews) - Il Myanmar sta sperimentando una delle fasi più turbolenti e complicate dal colpo di Stato del febbraio 2021 che ha riportato la giunta golpista al potere, coi militari che hanno intensificato gli attacchi ai civili portando avanti, al contempo, il processo elettorale col voto di fine dicembre. I governi internazionali, i funzionari Onu, osservatori e gruppi attivisti pro diritti umani rifiutano con forza lo svolgimento di elezioni bollate da tempo come illegittime, a maggior ragione in una fase di escalation del conflitto, repressione sistematica e aggravamento della crisi umanitaria.
Un quadro di crescente violenza, come emerge anche dai raid aerei dei caccia dell’esercito che la notte del 10 dicembre scorso hanno colpito il Mrauk-U General Hospital, nello Stato occidentale di Rakhine. Verso le 9.13 di sera ora locale un aereo militare ha sganciato almeno due bombe che hanno investito la struttura da 300 posti letto, uccidendo almeno 33 civili e ferendone altri 80. Fra le vittime pazienti, medici e anche bambini appena nati, deceduti in una delle ultime strutture sanitarie tuttora funzionanti in un’area in cui il sistema sanitario è al collasso.
Analisti e osservatori considerano l’attacco all’ospedale di Mrauk-U un simbolo dell’escalation della crisi umanitaria, col voto che finirebbe per alimentare la tensione più che aprire nuove vie di giustizia, pace o ritorno della democrazia. L’Alto Commissario Onu per i diritti umani Volker Türk ha condannato l’attacco, sottolineando che il bombardamento deliberato o indiscriminato di strutture mediche “può costituire un crimine di guerra”. Il diplomatico ha invocato indagini indipendenti, assunzione di responsabilità e cessazione immediata delle ostilità. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha definito il raid aereo “orribile”, sottolineando che si tratta del 67° attacco accertato contro infrastrutture sanitarie del Myanmar nel 2025. “Ogni attacco - ha avvertito - alla sanità è un attacco all’umanità”.
In una dichiarazione pubblicata oggi dal quotidiano statale Global New Light of Myanmar, l’ufficio informazioni dei militari - di fatto assumendosi la respopnsabilità dell'attacco - ha replicato sostenendo che gruppi armati, tra cui l’Arakan Army e le People’s Defence Forces utilizzavano l’ospedale come loro base.
I dati dell’Armed Conflict Location&Event Data Project (Acled) hanno registrato 2.165 attacchi aerei da gennaio a fine novembre 2025, in aumento rispetto ai 1.716 di tutto il 2024. L’esercito ha intensificato le operazioni in diverse regioni, tra cui Kachin, Shan, Sagaing, Chin, Karenni e Rakhine. Secondo rapporti Onu, gli attacchi aerei sono responsabili di quasi la metà di tutte le vittime civili dal colpo di Stato, con donne e bambini colpiti in modo sproporzionato. Ad agosto 2025, gli osservatori delle Nazioni Unite hanno stimato che circa 7.100 persone sono state uccise in violenze legate all’esercito, un terzo delle quali donne e bambini.
La giunta prevede di iniziare un processo elettorale graduale il prossimo 28 dicembre, che si protrarrà fino al prossimo gennaio. Tuttavia, il segretario generale Onu António Guterres e l’Alto Commissario Türk hanno entrambi dichiarato che un voto effettuato in un contesto segnato da “minacce e violenze” non può essere considerata libera, equa o credibile.
Le organizzazioni per i diritti umani riferiscono che ad agosto vi erano oltre 22mila prigionieri politici, tra cui l’ex consigliere di Stato Aung San Suu Kyi e membri detenuti della sciolta Lega nazionale per la democrazia (Nld). Almeno 40 partiti sono stati banditi o sciolti nella fase successiva al golpe per mano dei militari.
Stati Uniti, Unione Europea, Regno Unito, Giappone, Australia e altri hanno ribadito che non riconosceranno le elezioni senza una forza internazionale di garanzia e rassicurazioni di un voto giusto e un’ampia partecipazione. Gli organismi internazionali di monitoraggio hanno inoltre affermato che processi democratici significativi richiedono condizioni che oggi sono del tutto assenti in Myanmar.
In questa fase la crisi umanitaria sta assumendo dimensioni sempre più vaste. Proiezioni Onu stimano che 15,2 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione, affrontano insicurezza alimentare acuta nel 2025, rispetto ai 13,3 milioni del 2024. Il collasso economico, lo sfollamento e le restrizioni di movimento hanno lasciato milioni di persone bisognose di assistenza. Più di 3,5 milioni di persone sono sfollate interne, molte delle quali rifugiate in campi informali o aree boschive con accesso limitato all’acqua pulita, al cibo, a cure mediche e istruzione. Le agenzie umanitarie segnalano gravi sfide di accesso causate da restrizioni militari, insicurezza e combattimenti in corso. Tuttavia, secondo ricercatori indipendenti la giunta controlla solo il 21% circa del territorio, mentre le forze di resistenza il 42%, con il resto contestato.
03/01/2022 10:00





