07/10/2022, 12.31
LIBANO - ISRAELE
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Sospeso l’accordo marittimo fra Israele e Libano, timori di escalation militare

di Fady Noun

In gioco lo sfruttamento di importanti giacimenti di gas in territori contesi fra i due Paesi. Il premier Mikati aveva parlato di “successo diplomatico” che evita un nuovo conflitto. Alcuni dettagli controversi fra cui la “linea delle boe” hanno congelato la partita. Le mire di Hezbollah e l’ombra del voto israeliano, col possibile ritorno di Netanyahu. 

Beirut (AsiaNews) - Alcuni dettagli dell’ultima ora hanno sospeso l’accordo sulla delimitazione delle frontiere marittime fra Israele e Libano e lo sfruttamento dei giacimenti di gas offshore ai margini dei due Paesi. Una firma che dopo lunghe trattative sembrava essere cosa fatta, con soddisfazione di entrambe le parti e che invece appare congelata. Il primo ministro ad interim Nagib Mikati si era persino congratulato, durante una visita il 5 ottobre scorso al patriarcato maronita, di questo “successo diplomatico” che avrebbe permesso “di evitare una nuova guerra nella regione”. Ma la sera stessa, il rischio è tornato di drammatica attualità con il ministro israeliano della Difesa Benny Gantz che rivolgendosi all’esercito ha paventato il pericolo di una possibile escalation nel Nord, in vista della quale bisogna farsi trovare preparati.  

Al centro della questione, in questa brutale interruzione dei colloqui, vi sono alcuni emendamenti introdotti dal Libano, durante la riunione di finalizzazione dell’accordo che si era tenuta il 4 ottobre al palazzo del capo dello Stato a Baabda. Questi emendamenti sono stati peraltro presentati come “dettagli” e “chiarimenti” dal vicepresidente del Parlamento, Élias Bou Saab, incaricato dal presidente della Repubblica Michel Aoun di seguire i negoziati.

Il nodo centrale che sembra aver compromesso la sottoscrizione dell’accordo, secondo i media libanesi, verte attorno alla cosiddetta “linea delle boe”. Di cosa si tratta? Piazzata all’indomani del ritiro israeliano dalla striscia di confine occupata all’epoca (siamo nel maggio del 2000), la “linea delle boe” si estende per circa 6 km, partendo da Ras Naqoura, sul lato israeliano. Nella proposta del mediatore Usa, il confine che delimita la Zona economica esclusiva (Zee) dei due Paesi segue il tracciato della linea delle boe per questi 6 chilometri, prima di raggiungere la linea 23 adottata come confine marittimo meridionale.

Tuttavia, su insistenza di Hezbollah, il Libano si rifiuta di riconoscere questa linea e chiede che venga riferita nel testo come imposta “di fatto”. Secondo i media israeliani, nel testo di Amos Hochstein questa delimitazione era descritta come parte dello “status quo”. Questo semplice “dettaglio” sembra essere stato percepito dalla parte israeliana come volontà di mettere in discussione l’esistenza di questa linea, in un futuro più o meno remoto. “Hezbollah non vuole sentirne parlare”, afferma una fonte coinvolta nei negoziati. E anche Israele non sembra più disposta a fare concessioni sulla questione. 

Inoltre, secondo il sito Ici-Beyrouth anche Israele avrebbe rifiutato la richiesta di Beirut che la società francese Total, chiamata a sfruttare il campo di Cana, possa disporre di totale libertà di movimento in questo settore senza un previo accordo con il governo israeliano. Nel frattempo il congelamento dei colloqui ha sollevato un’ondata di pessimismo nella regione, anche se il principale negoziatore, Amos Hochstein, ha dichiarato che non vi è nulla di insormontabile nelle difficoltà emerse.

La mancanza di un accordo potrebbe comportare, come conseguenza negativa nell’immediato futuro, il congelamento dei negoziati almeno fino alle elezioni in Israele in programma il primo di novembre, anche se l’auspicio era di chiudere la partita prima della scadenza elettorale. Ciò significherebbe che, in caso di vittoria di Benjamin Netanyahu alle elezioni, l’intero quadro possa essere messo in discussione e con questo il rischio di un’escalation o, addirittura, del pericolo reale di una guerra aperta.

In effetti, per gli israeliani la priorità resta quella di poter iniziare l’estrazione del gas nel campo di Karish senza il rischio di escalation. Hezbollah ha infatti ripetutamente minacciato di condurre una operazione militare contro il sito se le operazioni di estrazione iniziassero prima che il Libano possa fare lo stesso nella sua zona economica esclusiva. La proposta di Hochstein concede al Libano un’area delimitata dalla linea 23 - la sua rivendicazione ufficiale - ma che include anche il campo di Cana, parte del quale si riversa verso sud. Netanyahu, che cerca di tornare alla guida del governo israeliano, ha accusato Lapid di “cedere” un “territorio sovrano di Israele” o addirittura di aver “capitolato” di fronte alle minacce di Hassan Nasrallah.

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