31/12/2003, 00.00
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" Vieni, sii la mia luce" - Chi è Madre Teresa

di una Missionaria della Carit

 "Piccola mia, vieni, vieni, portami nei tuguri dei poveri.

Vieni e sii la Mia luce.

Da solo non posso andarci. Essi non mi conoscono, e perciò non mi vogliono. Vieni tu. Va' in mezzo a loro.

Portami con te dentro la loro vita.

Quanto desidero entrare nei loro tuguri, nel loro buie case tristi. Vieni e sii vittima per loro. Nella tua immolazione,

nel tuo amore per me, Mi vedranno, Mi conosceranno, Mi vorranno".

 

"Tu hai paura, e quanto la tua paura mi ferisce! Non temere.

Sono io che ti chiedo di fare questo per me. Non temere".

 

"Soffrirai. Soffrirai molto, ma ricorda che sono con te.

Anche se il mondo intero ti rifiuta, ricorda che mi appartieni

e che io appartengo a te. Non temere. Sono io. Obbedisci soltanto."…

 

"Voglio Suore Missionarie della Carità indiane, che siano il Mio fuoco d'amore fra i più poveri, gli ammalati, i moribondi, i bambini di strada.

Sono i poveri che devi condurre a me;

e le suore che offrissero la loro vita come vittime del mio amore porterebbero a Me queste anime.

So che tu sei la persona più incapace,

debole e peccatrice,  ma proprio

perché sei così desidero usarti per la mia Gloria! Rifiuterai?!"

 

(Parole di Gesù a Madre Teresa, da una lettera della Madre a P. Van Exem e a S. Ecc.za Ferdinand Périer, Arcivescovo di Calcutta, 3 dicembre 1947)

 

 

 

 

"Per nascita sono albanese; indiana di cittadinanza. Per fede, sono una suora cattolica. Per chiamata, appartengo al mondo. Ma il mio cuore, appartiene totalmente al Cuore di Gesù" : questo è il modo in cui Madre Teresa descriveva se stessa. Piccola di statura, una fede solida come la roccia, gioiosa nella sofferenza, instancabile nella scoperta dei più bisognosi, perseverante nel parlare e vivere le verità dell'amore, splendente e luminosa in un mondo oscurato dalla miscredenza e dall'incapacità di amare, Madre Teresa è stata un'anima piena dell'amore di Cristo, infuocata d'amore per Lui e con un unico, ardente desiderio: placare la Sua sete d'amore e di anime.

"Ho sete", Gesù ha gridato dalla Croce poco prima di morire, "trovandosi abbandonato, disprezzato e distrutto nell'anima e nel corpo. Parlava della Sua sete -  non di acqua ma di amore". Madre Teresa ha vissuto in spirito con Maria ai piedi della croce di Gesù, dando ascolto al suo grido nel profondo della sua anima. La sua vita ha avuto un solo scopo: è vissuta per saziare la Sua sete. Ha lavorato per la salvezza e la santificazione dei più poveri tra i poveri con un unico fine: portare ogni anima a conoscere e ad amare il Dio che l'ha creata, salvata e amata.

Questa luminosa messaggera dell'amore di Dio è nata il 26 agosto 1910 a Skopje, una cittadina situata all'incrocio della storia (o: a una frontiera storica) dei Balcani. La più piccola dei figli nati a Nikola e Drane Bojaxhiu, fu battezzata col nome di Gonxha Agnes, ricevette la Prima Comunione all'età di cinque anni e mezzo e fu cresimata nel Novembre del 1916. Il giorno della sua Prima Comunione nel cuore della bambina nasce un profondo desiderio: più tardi lesi stessa scriverà che da quel momento ebbe in sè l'amore per le anime. I genitori di Gonxha erano profondamente religiosi e fornirono ai figli una casa piena d'amore e una solida educazione cattolica. La morte improvvisa di Nikola, quando Gonxha aveva circa 8 anni, porta gravi difficoltà alla famiglia, con la madre Drane sola a doversi prendere cura dei tre bambini. Il carattere affettuoso ma deciso di Drane influenza profondamente la personalità della figlia e il suo orientamento futuro. La famiglia trova appoggio nella parrocchia del Sacro Cuore. Gonxha è impegnata nella Sodalità, canta nel coro, prende parte alle recite e si unisce agli altri giovani nei pellegrinaggi alla Madonna di Letnica. Fu proprio in quel santuario che sentì i primi segni della vocazione.

Nel Settembre del 1928, a diciotto anni d'età, spinta dal desiderio di diventare missionaria, Gonxha lascia la casa paterna per entrare nell'Istituto della Beata Vergine Maria, conosciuto come le Suore di Loreto, in Irlanda.

Lì accolta, le danno il nome di Suor Mary Teresa, in onore di S. Teresa di Lisieux. In dicembre, parte per l'India insieme ad altre tre compagne e arriva a Calcutta il 6 gennaio 1929.

Dopo due anni di noviziato a Darjeeling, Suor Teresa fa (emette) la prima professione dei voti nel maggio del 1931. Assegnata alla comunità di Loreto Entally a Calcutta, insegna alla scuola femminile di St. Mary. Come insegnante, si prende grande cura delle studentesse, impara a parlare correntemente in bengalese ed è in grado di assistere le giovani e le loro famiglie.

 

La chiamata

sul treno per Darjeeling

Alla giovane religiosa piena di zelo viene affidata anche una scuola parrocchiale, la Scuola Elementare di S. Teresa situata poco lontano da St. Mary. Il suo viaggio quotidiano per la città ed il lavoro medico nella clinica mobile di Loreto durante le vacanze estive, le permettono di osservare le sofferenze dei poveri. Il 24 maggio 1937, Sr. Teresa fa la Professione finale dei voti, divenendo la "sposa di Gesù" per "tutta l'eternità". Da quel momento sarà chiamata Madre Teresa. Continua ad insegnare a St. Mary e nel 1944 diviene la direttrice della scuola. I vent'anni trascorsi da Madre Teresa nella Congregazione di Loreto furono pieni di profonda felicità, caratterizzati da una profonda vita di preghiera ed un intenso amore per le sue consorelle e per le sue allieve.

Rinomata per la sua carità,il suo altruismo e il suo coraggio, la sua capacità di fare del lavoro pesante, insieme alle sue doti naturali di organizzatrice, Madre Teresa ha vissuto la sua consacrazione a Gesù con fedeltà e gioia nel mezzo delle sue compagne.

Il 10 settembre 1946, durante un viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il suo ritiro annuale, Madre Teresa riceve l'"ispirazione", "la chiamata dentro la chiamata" come l'ha sempre definita. Quel giorno, in un modo che non spiegherà mai, la sete di Gesù d'amore e di anime prende possesso del suo cuore e il desiderio di saziare la Sua sete diverrà la forza pressante della sua vita. Nel corso delle settimane e dei mesi che seguirono, Gesù, attraverso locuzioni e visioni interiori, le rivela il desiderio del Suo Cuore di "vittime d'amore" che avessere "irradiato il Suo amore sulle anime" e che fossero state la sua luce per coloro che non lo conoscevano: "Vieni sii la Mia luce. Non posso andare da solo". Gesù le rivela il Suo dolore per il fatto che i poveri sono dimenticati, la Sua sofferenza perché essi non lo conoscono e il Suo profondo desiderio di ricevere il loro amore. E chiede a Madre Teresa di stabilire una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedicata al servizio dei più poveri fra i poveri. In commoventi visioni, Madre Teresa vede i poveri, coperti dall'oscurità, e la Madonna, che al suo fianco, la supplica: "Prenditi cura di loro. ...Portali da Gesù. ...Insegna loro a pregare il rosario, il rosario in famiglia". Dalla croce, Gesù stesso la implora: "Ti rifiuterai di farlo per Me? Di prenderti cura di loro, di portarli da Me?".

Madre Teresa, pur avendo un desiderio ardente di dire "sì" a Dio, ha lottato con la paura e il senso di esserne indegna. Sottomette la sua ispirazione al suo direttore spirituale, il Padre Gesuita Celeste Van Exem, e poi all'Arcivescovo di Calcutta, il Reverendo Ferdinand Périer, S. J. Nel gennaio del 1948, dopo un anno di discernimento, l'Arcivescovo le dà il permesso di procedere. Madre Teresa ottiene anche il necessario permesso dalla sua Superiora Generale di Loreto e 'Indulto di Esclaustrazione dalla Sacra Congregazione per i Religiosi di Roma. Finalmente il 17 agosto 1948, vestita per la prima volta con un sari bianco bordato di blu, attraversa i cancelli dell'amato convento di Loreto ed entra nel mondo dei poveri.

Dopo un breve corso a Patna con le suore della Missione Medica, Madre Teresa torna a Calcutta. Ivi, le Piccole Sorelle dei Poveri, le offrono ospitalità. Il 21 dicembre 1948, si reca per la prima volta nei bassifondi della città. Visita alcune famiglie, pulisce le piaghe di alcuni bambini, si prende cura di un vecchietto malato che giaceva sulla strada ed offre aiuto ad una donna che stava morendo di fame e di T.B.C.

Il Signore ha mantenuto la sua parola: Lasciami fare. ... Voglio usarti per la mia gloria". L'apostolato fiorisce, benefattori cominciano ad aiutarla nel lavoro e arrivano vocazioni: una alla volta, le sue ex studentesse di St. Mary cominciarono ad unirsi a lei. In poco tempo, Madre Teresa apre la prima scuola dei bassifondi e alcuni dispensari medici in varie parti della città. Ovunque si reca, si dà da fare per trovare "i rifiutati, coloro che nessuno amava, coloro di cui nessuno si curava" e li serve come se servisse Gesù.

Il 7 ottobre 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità viene ufficialmente riconosciuta come un istituto religioso nella Diocesi di Calcutta. Il 22 agosto 1952, festa del Cuore Immacolato di Maria, Madre Teresa apre la prima casa per i moribondi, Nirmal Hriday, ("Cuore Immacolato"), a Kalighat, Calcutta. Tre anni più tardi viene inaugurato il primo Shishu Bhavan, la casa per bambini abbandonati e denutriti.

Durante gli anni '50 Madre Teresa divide il suo tempo fra il lavoro diretto con i poveri, cercando di raggiungere sempre più poveri sia a Calcutta che nei sobborghi, e l'insegnamento basilare della vita religiosa alle giovani suore. Agli inizi degli anni '60, comincia a inviare le suore in altre parti dell'India. Il Decreto di Lode concesso alla Congregazione da Papa Paolo VI nel Febbraio del 1965, incoraggia Madre Teresa ad aprire una casa in Venezuela, la prima fuori dall'India. Seguono a breve termine fondazioni a Roma ed in Tanzania. Dato che il numero dell vocazioni continua a crescere, Madre Teresa ha potuto estendere la sua missione ai poveri in ogni continente, aprendo in ogni luogo "nuovi tabernacoli in cui Gesù fosse amato ed adorato".

 

Frutti incalcolabili

dalla sofferenza per amore

Per poter far fronte in maniera più adeguata ai bisogni sia fisici che spirituali dei poveri, Madre Teresa fonda nel 1963 i Fratelli Missionari della Carità; nel 1976 il ramo contemplativo delle Suore; nel 1979 i Fratelli Contemplativi; nel 1984 i Padri Missionari della Carità. La sua ispirazione non si limita solo a coloro che hanno una vocazione religiosa. Fin dall'inizio una parte potente, sebben nascosta, della missione di Madre Teresa è stato il suo legame con gli ammalati. Molti sono divenuti Collaboratori malati e sofferenti in quanto assistono il lavoro offrendo le loro preghiere e le loro sofferenze per una particolare Missionaria della Carità e per i poveri. Nello stesso modo, fin dall'inizio un numero incalcolabile di persone ha ricevuto l'ispirazione di aiutare come volontari o di contribuire assistendo materialmente. Per Madre Teresa queste persone erano le mani della provvidenza divina. In questo grande numero ce ne sono migliaia che avevano in sè il desiderio di servire Dio nei poveri attraverso un vita di preghiera, semplicità e umili opere d'amore. Tutti questi vennero uniti da lei nella vasta associazione internazionale ed interreligiosa conosciuta come i Collaboratori di Madre Teresa. Un ulteriore desiderio di vivere secondo la sua spiritualità, ispira, nel 1984, la formazione dei Laici Missionari della Carità. Madre Teresa era profondamente conscia del bisogno dei poveri e della Chiesa intera di santi sacerdoti. Come risposta alle richieste di molti sacerdoti, nel 1981 dà inizio al Movimento Sacerdotale del Corpus Christi come una piccola via di santità per coloro che desiderano condividere il suo carisma ed il suo spirito.

Cominciando nel 1980 e per tutti gli anni '90, Madre Teresa ha aperto nuove case in quasi tutti i paesi comunisti. Nella ex Unione Sovietica, apre quindici fondazioni, avendo promesso alla Madonna una casa per ogni mistero del Rosario. Nel 1980 stabilisce una comunità di suore nella sua città natale di Skopje e nel 1997 la prima delle sette case in Albania. Nell'aprire nuove case, spesso osservava che c'era stato bisogno di offrire un dono di sofferenza, che spesso aveva a che fare con la sua stessa salute. Questo era particolarmente vero quando si recava in luoghi in cui Gesù non era conosciuto o era stato a lungo lasciato da parte. Nonostante ciò, nel suo desiderio di "portare il tenero amore di Gesù ai più poveri tra i poveri", era decisa a non rifiutargli niente. Considerandosi una "piccola matita nelle mani di Dio", si sorprendeva di come Dio usasse la sua "nullità per mostrare la Sua grandezza".

Durante tutti questi anni di rapida crescita, il mondo comincia a volgere gli occhi verso Madre Teresa e verso il lavoro che ha iniziato. Nel tentativo di far distogliere l'attenzione da sé, non si stanca mai di ripetere che quella è "l'opera di Dio". Ma a cominciare dal 1962, dopo solo dodici anni dall'inizio, si comincia a rendere onore a tale opera: prima il premio Indian Padmashri , poi molti altri tra cui in particolare il Premio Nobel per la Pace nel 1979. Intanto i media cominciano a seguire le sue attività con sempre maggiore interesse. Ricevendo i premi e la valanga di attenzione da parte dei media, la Madre commentava che essi erano "per la gloria di Dio e in nome dei poveri".

 

Sperimentare la desolazione

di Cristo e dei poveri

L'intera vita di Madre Teresa ed il suo operato sono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni persona umana, del grande valore del lavoro e delle piccole cose fatte con fedeltà e con amore; del valore insuperabile dell'amicizia con Dio. Ma c'era un altro lato eroico di questa grande donna che è stato rivelato soltanto dopo la sua morte. Nascosta agli occhi di tutti, nascosta perfino a coloro che le erano più vicini, erano la sua vita interiore segnata da un'esperienza di un profondo, doloroso e costante senso di separazione da Dio, perfino di rifiuto da parte Sua, insieme ad un crescente desiderio del Suo amore. Madre Teresa ha chiamato questa sua esperienza interiore "l'oscurità". Ha mantenuto un tale riserbo riguardo tale esperienza che, se non si fosse preservata parte della sua corrispondenza, scoperta durante il Processo di Beatificazione e Canonizzazione, questo aspetto vitale della sua vocazione sarebbe rimasto totalmente sconosciuto. La "dolorosa notte" dell'anima, che ebbe inizio all'incirca all'epoca in cui aveva cominciato il lavoro per i poveri e continuò fino alla fine della sua vita, condusse Madre Teresa ad un'ancor più profonda unione con Dio. Attraverso l'oscurità ella ha condiviso misticamente la sete di Gesù nel suo doloroso e ardente desiderio d'amore. Paradossalmente, proprio l'oscurità era correlata con la sua missione di irradiare la Sua luce sulle anime.

Fin dall'inizio ella aveva offerto il senso di separazione che sentiva, come un mezzo per saziare la sete di Gesù d'amore e per le anime. Ma dovettero passare alcuni anni prima di giungere alla comprensione che la sua oscurità interiore era "il lato spirituale" del suo lavoro per i poveri. Scrisse alle sue suore: "Gesù è voluto venire in nostro aiuto condividendo la nostra vita, la solitudine, l'agonia e la morte. Si è preso tutto questo su di sè e lo ha caricato nella notte più buia. Per essersi fatto tutt'uno con noi, ci ha redento. Ci è data la possibilità di fare lo stesso. Tutta la desolazione dei poveri, non solo la loro povertà materiale, ma anche la loro miseria spirituale, deve essere redenta e non dobbiamo avere una parte in essa."

La chiamata di Gesù ricevuta da Madre Teresa non consisteva nel servirlo umilmente nei più poveri tra i poveri, ma anche nello sperimentare nella sua stessa anima il Suo doloroso abbandono sulla croce, il Suo desiderio infinito per il Padre, il suo desiderio inestinguibile dell'amore di ogni uomo e di ogni donna. Giunse ad identificare la sua desolazione con le sofferenze interiori dei poveri e, con loro, a desiderare ardentemente l'amore di Dio. Per cinquant'anni la sua risposta è stata caratterizzata dall'amorevole fiducia e l'abbandono totale a Colui che lei amava. Per amor Suo, ha deciso di essere gioiosa; irradiando gioia attorno a sè. Al tempo stesso sembra aver intuito la grazia ricevuta: "Se mai diventerò una santa," scrisse ad un sacerdote, "sarò continuamente assente dal Paradiso per accendere la luce di coloro che sono nell'oscurità sulla terra":

Durante gli ultimi anni della sua vita, nonostante l'aumentare di gravi problemi di salute, Madre Teresa continua a governare la Congregazione e a far fronte a tutte le necessità dei poveri e della Chiesa. Viaggia per il mondo andando a ricevere i Voti delle professe, a presenziare alle ordinazione della sua famiglia religiosa, a aprire nuove case per il servizio ai poveri e a coloro colpiti da disastri, e anche per parlare in innumerevoli incontri pubblici. "'Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito'", continua a ripetere. "Dio continua ad amare il modo e manda voi e me così che siamo il Suo amore e la Sua compassione per i poveri". Ovunque va, ispira nella gente il desiderio di darsi a Dio, di scoprirlo e servirlo nel vicino sofferente, così da fare della loro vita "qualcosa di bello per Dio".

Nel 1997 le suore di Madre Teresa contavano circa 4.000 membri ed avevano aperto 610 fondazioni in 123 paesi del mondo, compresi il Sud Africa, Cuba e l'Iraq.  Nel marzo del 1997 la Madre dona la sua benedizione alla neo eletta Sr Nirmala, che le succede come Superiora Generale. In Maggio parte per il suo ultimo viaggio.

Dopo una visita a Roma, dove incontra Papa Giovanni Paolo II per l'ultima volta, Madre Teresa ritorna a Calcutta nel luglio 1997. Lì trascorre le sue ultime settimane ricevendo visite e istruendo le sue suore. Nel suo modo tipico, apriva le mani – "Il Vangelo sulle cinque dita", lo chiamava – e contava le parole una ad una: "Lo / avete / fatto / a / Me" su una mano e "Desidero /, voglio, / con la benedizione di Dio / diventare / santa", sull'altra. La mattina del giorno della sua morte scrive ai suoi figli, ai membri della sua congregazione: ... "Siate solo di Gesù per mezzo di Maria. ... E' solo con la Madonna che siamo in grado di sentire Gesù che grida: 'Ho sete'".

Il 5 settembre Madre Teresa giunge alla fine e, come lei aveva spesso descritto la morte, "torna a casa da Dio". Il suo corpo viene esposto nella Chiesa di S. Tommaso, di fianco alla Casa di Loreto dove si era compiuto il suo primo arrivo a Calcutta. Per sette giorni, migliaia e migliaia di persone sfilano davanti al suo corpo per darle un ultimo sguardo, fare l'ultima preghiera, chiederle l'ultima benedizione. Il Governo Indiano le dà il grande onore dei funerali di Stato e il suo corpo viene sepolto nella Casa Madre delle Missionarie della Carità. In breve tempo la sua tomba è divenuta luogo di pellegrinaggio per gente di ogni fede, per ricchi e poveri.

 

La tomba

e il miracolo

A circa due anni dalla sua morte, in risposta alle numerose richieste da parte della gerarchia e dei fedeli, la Congregazione per le Cause dei Santi dà il permesso di cominciare la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Madre Teresa nell'Arcidiocesi di Calcutta. L'inchiesta diocesana dura dal 26 luglio 1999 al 15 agosto 2001. Il 20 dicembre 2002 il Papa Giovanni Paolo II approva il decreto relativo all'esercizio delle virtù eroiche di Madre Teresa .

Centinaia di persone da tutto il mondo hanno riferito miracoli e grazie ottenute per l'intercessione di Madre Teresa. Il 5 settembre 1998, nel primo anniversario della morte, Madre Teresa viene invocata per la guarigione di Monika Besra, una malata in fin di vita, del West Bengal in India. La donna si trova istantaneamente e completamente guarita da una grossa cisti tumefatta nell'addome, in un modo inspiegabile per i medici. Dopo un attento studio, il Papa approva il miracolo.

Madre Teresa lascia una testimonianza di fede incrollabile, una speranza invincibile e una straordinaria carità. La sua risposta alla supplica di Gesù: "Vieni sii la mia luce", l'ha resa una Missionaria della Carità, una "madre dei poveri", simbolo di amore e di compassione per il mondo, testimone viva dell'amore assetato di Dio.

 

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