10/07/2022, 10.03
ECCLESIA IN ASIA
Invia ad un amico

Accordo Cina-Vaticano: i vescovi ordinati e le diocesi vacanti

Papa Francesco in questi giorni in un'intervista ha auspicato che l'intesa in scadenza a ottobre sia presto rinnovata. I sei vescovi ordinati (di cui due già designati in precedenza) e i sei che hanno preso possesso della propria diocesi nei quattro anni dall'entrata in vigore. E il quadro delle almeno 36 diocesi la cui guida - nonostante l'Accordo - resta vacante in Cina.

Milano (AsiaNews) – Durante questa settimana papa Francesco è tornato a parlare dell’Accordo provvisorio tra la Cina e la Santa Sede sulla nomina dei vescovi, di cui si avvicina ormai la scadenza biennale. In un’intervista all’agenzia Reuters il pontefice ha detto: “Si va lentamente, ma (dei vescovi, ndr.) sono stati nominati. Si va lento, come dico io, ‘alla cinese’, perché i cinesi hanno quel senso del tempo che nessuno li affretta”. “Anche loro hanno dei problemi - ha aggiunto Francesco - perché non è la stessa situazione in ogni regione del Paese. Perché anche dipende dai governanti, ce ne sono diversi. Ma l’accordo va bene e mi auguro che a ottobre si possa rinnovare”.

Non è la prima volta che papa Francesco interviene personalmente in un’intervista sull’Accordo sino-vaticano. Il 1 settembre 2021, parlando alla radio spagnola COPE, ad un’altra domanda in proposito aveva risposto: Non è facile trattare con la Cina, ma sono convinto che non dobbiamo rinunciare al dialogo… Uno può essere ingannato nel dialogo, si possono fare errori, ma è una via da seguire”. Mentre l’11 aprile scorso era stato il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, a dichiarare in un’intervista ad ACIstampa di “sperare” che in occasione del rinnovo in qualche modo si possano “fare precisazioni o rivedere alcuni punti” dell’Accordo, il cui testo rimane segreto.

Alla luce di queste dichiarazioni vale la pena di tracciare un quadro della situazione delle nomine dei vescovi in Cina dall'entrata in vigore di questa intesa il 22 ottobre 2018. Secondo il nome, l’Accordo tratta della nomina dei vescovi e si dice che lascia al Santo Padre l’ultima parola di accordo sull’unico candidato sottoposto dalle autorità cinesi (la “nomina” non è mai menzionata dalla parte cinese). Dal momento che il contenuto dell’Accordo è tenuto segreto, le autorità locali sia civili che ecclesiastiche continuano a comportarsi come prima.

Sebbene l’Accordo tratti delle nomine episcopali, in questi quasi quattro anni ci sono state solo sei ordinazioni episcopali, nonostante le sedi vacanti – come vedremo sotto – siano una quarantina. Di fatto, però, delle sei ordinazioni episcopali, le prime due non hanno seguito la procedura dell’Accordo. Mons. Yao Shun vescovo di Jining, ordinato il 16 agosto 2019 era stato approvato dalla Santa Sede fin dal 2010. Mons. Xu Hongwei vescovo di Hanzhong, ordinato il 28 agosto seguente, era stato approvato da Roma fin dal 2016.

Le prime due ordinazioni di vescovi nominati secondo la procedura dell’Accordo, sempre con un solo candidato, sono state celebrate nell’inverno del 2020, cioè solo dopo il primo rinnovo, avvenuto nell’ottobre 2020. Si tratta di mons. Chen Tianhao vescovo di Qingdao il 23 novembre 2020 e mons. Liu Genzhu vescovo di Linfen/Hongdong il 22 dicembre.

Poi, sono seguite le ordinazioni episcopali di mons. Li Hui vescovo di Pingliang, il 28 luglio 2021, e di mons. Cui Qingqi di Wuhan-Hankou l’8 settembre 2021. È trascorso, dunque, quasi un anno dall’ultima nomina.

Il nuovo clima ha poi favorito altri tipi di contatti e cooperazione tra Vaticano e Cina, tra cui sei prese ufficiali di possesso della diocesi. Ci sono state le installazioni di tre vescovi non ufficiali che si sono ufficializzati, cioè di mons. Pietro Jin Lugang vescovo di Nanyang (il 30 gennaio 2019, che però, aveva trattato da anni come ufficializzarsi senza aderire ai principi dell’Associazione patriottica), di mons. Pietro Lin Jiashan vescovo di Fuzhou (il 9 giugno 2020) e di mons. Paolo Ma Cunguo vescovo di Shuozhou (il 9 luglio 2020).

Le altre tre installazioni sono state di vescovi già ufficiali e membri della Conferenza episcopale e dell’Associazione patriottica - gli organi “ufficiali” controllati da Pechino - che per diverse ragioni non avevano ancora preso ufficialmente il possesso della diocesi, come vescovi ordinari diocesani: si tratta di mons. Stefano Xu Hongwei vescovo di Hanzhong il 18 gennaio 2020 (dopo il pensionamento dell’anziano mons. Luigi Yu Runshen), di mons. Pietro Li Huiyuan vescovo di Fenxiang, il 22 giugno 2020 (l’anno precedente si era ufficializzato sotto una certa costrizione) e di mons. Jin Yangke vescovo di Ningbo il 18 agosto 2020, che era stato ordinato vescovo un po’ segretamente non secondo la procedura ufficiale nel 2012 dall’anziano vescovo Hu Xiande.

In quattro anni, dunque, sei vescovi ordinati e sei prese di possesso da parte di altri vescovi. Ma quante sono le diocesi vacanti in Cina? Nella definizione del numero bisogna tenere conto che le giurisdizioni della gerarchia cattolica precedente all’avvento della Cina di Mao non corrispondono con quelle imposte dal governo di Pechino alla comunità cattolica “ufficiale”.  

Secondo i dati della Chiesa cattolica in Cina ci sono 147 circoscrizioni ecclesiastiche cioè 20 arcidiocesi, 96 diocesi (incluse Macao, Hong Kong, Baotou e Bameng), 29 prefetture apostoliche e 2 amministrazioni ecclesiastiche (Harbin e Hulubei’er). Ufficialmente secondo le autorità cinesi - che hanno incorporato varie diocesi insieme ma che intendono istituirne delle nuove - le diocesi in Cina sono 104 (escluse Macao e Hong Kong), ridisegnate seguendo i confini dell’amministrazione civile. Sette di queste diocesi (Hainan nell'omonina provincia, Shaoguan nel Guangdong, Xinyang nell'Henan, Jincheng e Xinzhou nello Shanxi, Lishui nello Zhejiang e Kangding nel Sichuan) sono state però già poste dalle autorità di Pechino sotto l’amministrazione di altre diocesi, per cui il numero totale si ridurrebbe a 97.

Anche ipotizzando di prendere questa nuova geografia ecclesiale come punto di riferimento per la Chiesa in Cina oggi, le sedi attualmente vacanti sono 36 (a cui andrebbero aggiunte le 7 incorporate). Quindi complessivamente sono più di un terzo le comunità cattoliche senza un vescovo a quattro anni dall’entrata in vigore dell’Accordo. Questo nel dettaglio l’elenco delle diocesi “ufficiali” vacanti:

Tianjin nella municipalità di Tianjin;
Shijiazhuang, Xingtai e Zhangjakou nella provincia dell’Hebei;
Jilin nella provincia di Jilin;
Jinzhong-Yuci, Yuncheng e Datong nella provincia dello Shanxi;
Baotou e Chifeng nella regione autonoma della Mongolia Interna;
Tianshui nella provincia del Gansu;
Xining nella provincia del Qinghai;
Xinjiang nella regione autonoma dello Xinjiang;
Chongqing nella municipalità di Chongqing;
La diocesi della regione autonoma del Tibet;
Dali e Zhaotong nella provincia dello Yunnan;
Jiangxi nella provincia dello Jiangxi;
Puqi, Yichang, Jingzhou e Xiangfan nella provincia dell’Hebei;
Kaifeng, Zhengzhou, Shangqiu, Luoyang, Zhumadian e Xinxiang nella provincia dell’Henan;
Shanghai nella municipalità di Shanghai;
Qingzhou, Yantai e Heze nella provincia dello Shandong;
Hangzhou, Taizhou e Wenzhou nella provincia dello Zhejiang;
Minbei nella provincia del Fujian.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Pechino: Il rinnovo dell’accordo sino-vaticano sì, probabilmente
11/09/2020 12:28
Le nuove installazioni di vescovi non sono tutto frutto dell’Accordo sino-vaticano
19/08/2020 11:14
Mons. Li Hui ordinato vescovo coadiutore di Pingliang
28/07/2021 12:02
Wuhan, ordinato il vescovo Cui Qingqi
08/09/2021 13:06
'Anche con Pechino si può essere ingannati nel dialogo'
02/09/2021 11:50


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”