17/01/2006, 00.00
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Aceh, permessa la ricostruzione in zone altamente inquinate

Le autorità locali, in ritardo sulla realizzazione di case per i senza tetto dello tsunami, lasciano che gli sfollati edifichino in zone proibite. Sono 1600 gli edifici realizzati, dice il WWF, "in aree soggette a disastri naturali e contaminate da sostanze tossiche".

Banda Aceh (AsiaNews/Jp) – L'Agenzia per la ricostruzione di Aceh e Nias (Brr) ammette di aver chiuso un occhio sulle centinaia di case costruite in zone altamente inquinate nella provincia devastata dallo tsunami. Le abitazioni sono state edificate dagli stessi sopravvissuti al maremoto con l'aiuto di alcuni volontari di Ong. Gli sfollati erano stanchi di vivere in tende e aspettare che la Brr consegnasse loro le case promesse su un terreno più sicuro.

Sudirman Said, portavoce della Brr, ha confessato che non è facile proibire ai residenti di ricostruire le loro case: in molti rifiutano di lasciare le loro terre di origine, anche se sono a conoscenza del pericolo di rimanere lì. "A livello pratico – aggiunge Sudirman – non possiamo aspettarci che ogni piano si materializzi in modo perfetto come spererebbe Jakarta". In tutta la provincia la Brr ha in progetto di costruire circa 120 mila case per 500 mila sfollati entro la fine del 2007.

Il WWF (Worldwide Fund for Nature) e l'Ufficio del ministro per l'ambiente hanno espresso preoccupazione per le abitazioni nelle zone inquinate. Secondo il WWF, le vittime dello tsunami hanno ricostruito circa 1.600 case in aree definite "proibite" dal piano di ricostruzione preparato dalla National Development Planning Agency (Bappenas). Nana Fitriana Firman, coordinatore del WWF per Aceh, spiega che "molte case sono edificate in zone soggette a disastri naturali e contaminate da sostanze tossiche".

Sudirman conferma il problema ma precisa che il numero delle abitazioni "proibite" è di alcune centinaia e non così alto come denuncia il WWF. "Per ora li lasceremo fare – continua il portavoce della Brr – ma appena termineremo tutte le case (120 mila), provvederemo a trasferirli e risarcirli".

Il ministero per l'Ambiente ha avvertito che nella provincia di Aceh 100 aree segnalate come residenziali non sono sicure: nel sottosuolo sono infatti presenti rifiuti tossici e colibatteri trasportati dallo tsunami del 26 dicembre 2004. Nana dice che nel distretto di Ulelee – un'area ancora fortemente inquinata – sono 100 le case costruite. "La maggior parte degli abitanti – continua – ci hanno spiegato che volevano solo riavere al più presto una casa e non si sono preoccupati di controllare se la zona era sicura".

Secondo il rapporto annuale della Brr, circa 67.500 famiglie vivono ancora in tende e alla fine di dicembre le abitazioni ricostruite erano solo 16 mila.

Il direttore della divisione ambiente della Bappenas, Medrilzam, ha avvertito che se la Brr non metterà fine alla costruzione nelle zone pericolose, ad Aceh si assisterà a un fiorire di baraccopoli. "Quando si costruisce senza le appropriate infrastrutture - conclude - è certo che nei prossimi anni aumenteranno i quartieri degradati".

 

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