02/10/2004, 00.00
PAKISTAN
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Al Qaeda dietro l'attentato alla moschea pakistana

Sialkot (AsiaNews) – Una folla di musulmani sciiti si è radunata oggi a Sialkot – Punjab, Pakistan orientale – per partecipare ai funerali di 25 vittime dell'attentato suicida di ieri presso la moschea sciita locale Masjid-e-Zainabia. Al momento dell'esplosione nella moschea c'erano più di mille fedeli riuniti per il sermone del Venerdì. Secondo Nisar Ahmed, capo della polizia, alcuni testimoni hanno visto entrare un uomo con una valigetta pochi istanti prima della deflagrazione. "Siamo quasi certi che si sia trattato di un kamikaze" ha dichiarato Nisar Ahmed. Finora si contano 31 morti e 75 feriti. Il governatore del Punjub ha annunciato un risarcimento di 100 mila rupie pakistane (1.690 dollari Usa) alle famiglie di ogni vittima e di 50 mila (845 dollari Usa) per ogni ferito.

Il primo ministro Shaukat Aziz ha condannato con forza chi attenta alla vita di persone innocenti in un luogo di culto: "l'islam è una religione di pace e non accetta il terrorismo". Aziz ha invitato le forze dell'ordine a fare il possibile per arrestare i responsabili affinché subiscano una "punizione esemplare".

Nessun gruppo ha finora rivendicato l'attentato, definito da Sheik Rashid Ahmed, ministro dell'informazione, "un atto di terrorismo". Secondo il ministro sarebbe la "risposta" fondamentalista all'uccisone del leader di al-Qaeda, Amjad Husain Farooqi. Il terrorista, considerato il reclutatore dell'organizzazione di  Osama bin Laden in Pakistan è stato ucciso una settimana fa dalla polizia pakistana. Anche il presidente Pervez Musharraf ha confermato l'ipotesi che l'attentato sia stato compiuto da "terroristi senza religione e nemici dell'umanità" .

Intanto militari presidiano le strade di Sialkot per ristabilire l'ordine. Subito dopo l'attacco i fedeli sciiti hanno dato vita a violente manifestazioni di protesta. La folla inferocita ha distrutto parte dell'ospedale cittadino, incendiato automobili e saccheggiato negozi.

Da quando Musharraf ha deciso di appoggiare gli Usa nella guerra al terrore, i militanti islamici in Pakistan hanno organizzato diversi attacchi contro obiettivi governativi e occidentali.

La violenza ha colpito anche gli sciiti: nel maggio scorso, 2 bombe contro moschee sciite a Karachi uccisero 40 persone.

In Pakistan su 150 milioni di abitanti, l'80% è sunnita e il 17% sciita.  Sebbene la maggior parte della popolazione convive in modo pacifico, scontri tra estremisti di entrambe le comunità sono comuni nel Paese. Le province più colpite sono Sindh, Balochistan e Punjab.

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