20/06/2018, 15.20
VIETNAM
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Al via il Giubileo dei martiri vietnamiti

di J.B. An Dang

Le cerimonie di aperture hanno avuto luogo a Sở Kiện, The Ba Giồng e nel santuario di Nostra Signora di La Vang. Circa 20mila cattolici hanno partecipato alla solenne messa della provincia ecclesiastica di Hà Nội. I fedeli ricordano l'eroica storia della Chiesa vietnamita: quasi 500 ani fa fu piantata la prima croce. Circa 300mila persone sono morte durante le varie ondate di persecuzioni.

Hanoi (AsiaNews) – Con tre diverse cerimonie di apertura nelle province ecclesiastiche di Hà Nội, Huế e Sàigòn, si sono aperte ieri le celebrazioni dello speciale Giubileo per i 30 anni dalla canonizzazione dei 117 martiri vietnamiti. Esse si concluderanno il prossimo 24 novembre, giorno in cui la Chiesa ricorda il loro sacrificio.

Ieri mattina, il card. Pierre Nguyễn Văn Nhơn, arcivescovo di Hà Nội, ha presieduto una solenne messa presso la basilica minore di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione a Sở Kiện, nella provincia di Hà Nam. La basilica è stata costruita 135 anni fa; Sở Kiện è la patria di due martiri: p. Peter Truong Van Thi ed il fratello Peter Truong Van Duong. Alla funzione hanno preso parte circa 20mila fedeli, provenienti dalle 10 diocesi della provincia ecclesiastica.

Mons. Cosma Hoàng Văn Đạt, vescovo di Bắc Ninh, nella sua omelia ha sottolineato “la gratitudine e la gioia del popolo di Dio in Vietnam e in tutto il mondo”. Il prelato ha aiutato l’assemblea a ripercorrere l'eroica storia della Chiesa vietnamita. Quasi 500 anni fa, la prima croce fu piantata a Chàm, una piccola isola al largo della costa di Quảng Nam. Da allora, il seme della fede è stato piantato, ha prosperato ed ha portato abbondanti frutti. Tuttavia, fino ad oggi i cattolici hanno patito tante sofferenze e affrontato innumerevoli prove e feroci persecuzioni.

Poche ore dopo nel Sud del Paese, i cattolici di Ho Chi Minh City (Sàigòn) e di altre 10 diocesi hanno partecipato alla cerimonia di apertura del Giubileo presso il centro di pellegrinaggio The Ba Giồng, nella provincia di Tiền Giang. Migliaia degli oltre 130mila martiri del 18mo e 19mo secolo erano originari di questa terra.

L’arcidiocesi di Huế ed altre cinque diocesi del Vietnam centrale si sono riunite in serata presso il centro di pellegrinaggio di Nostra Signora di La Vang, nella provincia di Quang Tri. Qui 220 anni fa la Madonna è apparsa per consolare alcuni fedeli, fuggiti nella giungla per ripararsi dalle persecuzioni. P. Anthony Dương Quỳnh, vicario generale di Huế, all’inizio della messa ha ricordato ai partecipanti: “Sono stati canonizzati 117 martiri tra gli oltre 100mila dei periodi Trịnh, Nguyễn, Tây Sơn, Minh Mạng, Thiệu Trị e Tự Đức. Circa 300mila persone sono morte durante le varie ondate di persecuzioni”. In particolare, il sacerdote ha richiamato alla memoria le centinaia di cattolici bruciati vivi presso la chiesa vicino a Tri Bưu.

I 117 martiri – compresi 96 vietnamiti, 11 spagnoli e 10 francesi, sono stati beatificati da San Giovanni Paolo II in piazza san Pietro il 19 giugno 1988. La Santa Sede aveva annunciato la decisione di elevarli agli onori degli altari il 12 ottobre 1987. In risposta, il Comitato per gli Affari religiosi del governo vietnamita inviò un comunicato a tutti i Comitati provinciali e i dipartimenti del paese. “La decisione del Vaticano di dichiarare martiri 117 persone è una deliberata e viziosa travisazione politica della storia rivoluzionaria vietnamita; un’istigazione al fanatismo ed al martirio tra i cattolici in Vietnam, progettata per provocare divisione e danneggiare l'unità nazionale del nostro popolo. Soprattutto, nel momento in cui Partito e Stato si stanno impegnando per attuare in modo corretto una politica sulla religione e rafforzare la solidarietà delle persone, per costruire con successo il socialismo e difendere con fermezza la patria socialista del Vietnam”.

Su ordine del Primo ministro, il governo tentò di costringere la Conferenza episcopale guidata dal card. Trịnh Văn Căn a scrivere una lettera al Vaticano per chiedere di cancellare dell’evento. Nonostante le minacce, i vescovi si rifiutarono. Nguyễn Quang Huy, funzionario agli Affari religiosi di Hanoi, nel marzo 1988 ammonì che la canonizzazione avrebbe creato “un ostacolo al desiderio dei vietnamiti di intrattenere relazioni amichevoli con il Vaticano”. In risposta, il pontefice chiese la fine della repressione religiosa in Vietnam. “I cattolici – disse – sono fedeli al loro Paese come alla loro Chiesa. Essi si sentono autentici vietnamiti, e vogliono continuare ad essere veri discepoli di Cristo”.

Nei mesi precedenti la canonizzazione, contro di essa le autorità tennero seminari in tutto il Paese. “Cattolici e la nazione”, una rivista finanziata dallo Stato e controllata dal Partito comunista, condusse una campagna per distorcere la storia della Chiesa in Vietnam, rivolgendo false accuse al papa Giovanni Paolo II. Articoli suggerivano che i martiri non fossero stati uccisi per la loro fede, ma per una loro presunta collaborazione con gli invasori francesi e che il pontefice volesse interferire negli affari politici del Paese.

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