07/12/2007, 00.00
PALESTINA
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Anche a Gaza Hamas perde sostegno a favore di Fatah

All’origine del crescente malcontento popolare, la scelta degli islamici di rifiutare il dialogo con Israele e le conseguenze del blocco imposto dallo Stato ebraico: migliaia di persone non hanno acqua, la corrente va e viene, perfino le ambulanze sono ferme.
Gaza (AsiaNews/Agenzie) – Continua a diminuire il sostegno ad Hamas della popolazione della Striscia di Gaza ed ormai una vasta maggioranza degli abitanti è schierata con la scelta di Fatah di colloqui formali con Israele. Il dato emerge da una ricerca condotta dal Near East Consulting, un centro indipendente di Ramallah.
 
Il 61% dei palestinesi sentiti a novembre per un sondaggio vede inoltre il Fatah di Mahomoud Abas, che controlla l’Autorità nazionale palestinese (AP), come il legittimo governo del popolo palestinese.
 
La crisi di consensi verso Hamas, che continua ad opporsi al dialogo con Israele e definisce la conferenza di Annapolis un fallimento ed un favore a Stati Uniti e Stato ebraico, viene messa in relazione proprio con le conseguenze di tale atteggiamento e con la pressione che Israele esercita sulla Striscia, ove vivono quasi un milione 400mila palestinesi.
 
Avendo dichiarato Gaza una “entità ostile”, lo Stato ebraico ne ha praticamente bloccato accessi e rifornimenti, anche petroliferi. Oggi ad esempio, Yedioth Ahronoth, il più diffuso quotidiano israeliano, riferisce che decine di migliaia di persone non hanno acqua pulita perché le pompe non hanno carburante, ogni tanto manca l’elettricità, i distributori di benzina sono chiusi, gli ospedali hanno le ambulanze ferme e le biciclette sono divenuto il migliore mezzo di trasporto. E il mese scorso l’Alta Corte israeliana ha affermato che il piano statale di riduzione delle forniture a Gaza può superare i limiti fissati.
 
L’atteggiamento del governo israeliano trova però critiche anche all’interno. “Non c’è un’idea su come comportarsi con Hamas”, sostiene Gidi Grinstein, che fece parte del gruppo che ha lavorato per il summit di Camp David nel 2000 ed è il presidente del Reut Institute di Tel Aviv. E mentre in Israele si discute e l’esercito si dice pronto ad una offensiva – avvertendo che avrebbe comunque un prezzo alto – Hamas da parte sua dice che “sondaggi o no”, il risultato delle elezioni del 2006 mostra che più della metà della popolazione palestinese è dalla sua parte. “Senza gli islamici non si può avere stabilità”, avverte Nasser Eddin Eshaer, principale leader politico di Hamas in Cisgiordania.
 
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