22/07/2025, 16.42
PAKISTAN
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Ancora casi di blasfemia in Pakistan. Abolita pena di morte per alcuni crimini

di Shafique Khokhar

A Lahore, Amir Masih è stato accusato e denunciato ai sensi dell’art. 295-C. La polizia ha agito senza verifiche, basandosi solo sul rapporto informativo. Intanto l'ong Dignity First plaude all'approvazione di una parziale abolizione della pena capitale, primo passo verso una riforma del sistema giudiziario.

Lahore (AsiaNews) - Le false accuse di blasfemia non accennano a diminuire in Pakistan, diffondendo tra la popolazione insicurezza a causa delle continue minacce. Un altro caso si è verificato il 17 luglio 2025. Il signor Sanor Ali, che gestisce un negozio di generi alimentari chiamato Rana General Store a Nishat Colony, Lahore Cantonment, ha denunciato l’atto di blasfemia di un uomo cristiano.

Secondo Sanor Ali, il signor Amir Masih è arrivato nel suo negozio e ha iniziato a parlargli dicendo che al giorno d’oggi sta diventando difficile vivere in Pakistan e che vuole lasciare il Paese. Quindi, ha suggerito al negoziante di lasciare il Pakistan per un futuro migliore. Secondo il rapporto informativo, Amir ha iniziato a parlare di argomenti religiosi, inveendo contro l'Islam e pronunciando parole offensive contro il profeta Maometto. 

Sanor Ali, nel suo primo rapporto informativo (FIR n. 2916/25), ha dichiarato di aver chiamato suo fratello Muhammad Sarwar e che con il suo aiuto ha bloccato Amir Masih per le sue parole, dandolo alla fuga. La polizia ha presentato l’atto di accusa senza alcuna indagine, basandosi solo sulle dichiarazioni di Sanor Ali. Il rapporto si conclude con la richiesta di arrestare l’uomo cristiano. la polizia ha formulato l'accusa sulla base dell’articolo 295-C del Codice penale, che riguarda il reato di profanazione del nome di Maometto. Il Codice prevede la pena di morte o l'ergastolo, oltre a una multa, per chiunque usi parole, rappresentazioni esplicite o qualsiasi esternazione che diffami il profeta.

Intanto, l’organizzazione Dignity First ha accolto con favore l'approvazione da parte del Senato dell’“Abolizione della pena di morte per alcuni crimini”, avvenuta durante una riunione il 19 luglio 2025. In particolare, la pena di morte sarà commutata in ergastolo per i reati previsti dall’articolo 354-A (aggressione contro una donna con l'intento di spogliarla) e 402-C (favoreggiamento di sequestratori). Yousaf Benjamin, direttore esecutivo di Dignity First nel suo comunicato ricorda che l’ong “ha sempre sostenuto che la pena di morte è una violazione crudele, disumana e indegna del diritto alla vita”.

“Ci congratuliamo con i membri del Senato - ha aggiunto - in particolare con il ministro della legge Azam Nazeer Tarar, per questa decisione coraggiosa e realistica. Pene più severe non portano necessariamente a una riduzione del tasso di criminalità”. Anche se l’iniziativa del Senato non abolisce completamente la pena di morte, rappresenta un passo significativo. Dignity First esorta il governo del Pakistan a promulgare rapidamente questa legge e ad attuare in futuro ulteriori riforme che aprano la strada alla completa abolizione della pena di morte nel Paese

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