25/04/2014, 00.00
ARABIA SAUDITA
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Arabia Saudita, YouTube "dovrà rispettare leggi e costumi islamici"

Il presidente della General Authority for Audiovisual Media: "Presto i nuovi canali di YouTube dovranno seguire un regolamento. Saranno incluse leggi e condizioni in accordo con la natura della nostra società". In risposta i produttori affermano: "Questa notizia è allarmante e si presenta come una minaccia".

Dubai (AsiaNews/Agenzie) - Il governo saudita ha annunciato di voler regolamentare i nuovi canali mediatici, che stanno iniziando a diventare famosi grazie a YouTube, i quali hanno raggiunto un altissimo numero di visualizzazioni. Il successo si spiega con la crescente insoddisfazione del pubblico riguardo alla programmazione delle emittenti statali e alle restrizioni sociali.

Ryiadh Najm, presidente della General Authority for Audiovisual Media, ha annunciato: "Presto i nuovi canali di YouTube dovranno seguire un regolamento. Saranno incluse leggi e condizioni in accordo con la natura della nostra società". Egli ha poi aggiunto: "Stiamo lavorando per sfruttare questi talenti, e per sviluppare le loro abilità artistiche e tecnologiche".

Inoltre, questa decisione rispetta una nuova legge la quale definisce come atto terroristico qualsiasi gesto che rechi disturbo dell'ordine pubblico, attenti alla sicurezza della società o che danneggi la reputazione dello stato.

I produttori dei programmi pubblicati su YouTube, in Arabia Saudita, erano in grado di operare senza licenza poiché i loro canali non erano considerati reali emittenti. Da metà settembre del 2013, alcuni di essi come UTURN Entertainment e C3, hanno ricevuto più di 500 milioni di visualizzazioni.

"Questa notizia è allarmante e si presenta come una minaccia. Non vogliamo essere controllati perché l'idea generale è di voler esprimere noi stessi" ha affermato Kaswara Al Khatib, presidente e amministratore delegato della UTURN Entertainment. Al Khatib, ha poi sottolineato che questo provvedimento serve al governo per controllare che certi tipi di argomenti non vengano introdotti all'interno dei nuovi canali di informazione.

 

 

 

 

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