12/01/2013, 00.00
ARABIA SAUDITA
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Arabia Saudita, il re vuole donne anche nel Consiglio della shura

La commissione governativa per la promozione delle virtù e la prevenzione di vizi, dà il via libera alla presenza di impiegati donne in tutti i negozi a loro riservati. Annunciato nel 2012 il provvedimento ha impiegato un anno per diventare legge. Il Consiglio della Shura vara due decreti per riservare al gentil sesso parte dei seggi.

Riyadh (AsiaNews/ Agenzie) - La monarchia islamica continua i suoi tentativi per dare maggiori diritti alle donne, a tutt'oggi completamente emarginate dalla vita sociale e dalle politica. Ieri, il Consiglio della shura ha votato due decreti per dare più spazio alle donne. Nel primo è prevista una modifica dell'organo consultivo della monarchia, che riserverebbe parte dei seggi. Il secondo è il rinnovo del mandato per i 150 membri del Consiglio - a tutt'oggi composto di soli uomini - che prevede la presenza di rappresentanti donne.

Con il nuovo anno lè poi entrato in vigore il decreto per il quale le donne saudite possono lavorare nei negozi di biancheria e accessori femminili: profumerie, negozi di vestiario, borse, centri estetici. A confermare la notizia è Abdel-Latif Sheikh, capo della commissione governative "di Promozione delle virtù e prevenzione dei vizi", la polizia religiosa. In un'intervista al giornale saudita al-Madina egli sottolinea che il Pvpv controllerà la corretta applicazione del decreto, che deve rispettare la legge islamica, punendo eventuali abusi. Nel mese di dicembre 2011, Abdul-Aziz ibn Abdullah Al ash-Sheikh, gran Mufti dell'Arabia Saudita aveva emesso una fatwa che vietava alle donne di lavorare nei negozi di accessori e biancheria, definendo tale  lavoro "criminale e irrispettoso" dell'islam. La posizione delle autorità religiose è in parte smorzata dalle aperture del re Abdullah, che commentando i recenti decreti del Consiglio della Shura, ha sottolineato che in futuro almeno un quinto dei seggi (circa 30 poltrone) dovrebbe essere occupato da donne.

In Arabia Saudita alle donne sono vietati varie tipologie di impiego. Le poche che hanno un lavoro, comprese quelle che operano nell'alta finanza, devono sempre sottostare al controllo di un "guardiano" uomo. A causa di tali restrizioni circa 1,7 milioni di donne non ha un'occupazione, anche se oltre il 50% ha una formazione universitaria.

Per contrastare l'alto tasso di disoccupazione femminile - pari al 30% - la monarchia ha fatto un passo indietro aprendo nel gennaio 2012 alla possibilità di permettere anche al gentil sesso mansioni che prevedono un contatto con il pubblico. Le autorità religiose hanno impiegato un anno per approvare la legge. Esse hanno vagliato ogni cavillo alla luce dei dettami della sharia, sperimentando la "novità" in alcuni esercizi commerciali delle principali città saudite, prima di estendere il provvedimento a tutto il Paese. In passato le donne che andavano ad acquistare biancheria intima erano servite da personale di sesso maschile. 

 

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