Assolto cristiano accusato falsamente di blasfemia. 'Promemoria degli abusi'
Farhan Masih, 28enne con disturbi mentali, era stato arrestato il 26 gennaio e detenuto per 5 mesi. Dopo l'accusa di un vicino, le forze dell'ordine non eseguirono nemmeno indagini preliminari. La mamma ad AsiaNews: "È un miracolo. Nessun altro soffra per credere in Cristo". Gli attivisti: "Polizia allineata agli estremisti. Azione disciplinare per gli agenti coinvolti".
Sahiwal (AsiaNews) - Il 12 giugno, con una rara decisione, un tribunale antiterrorismo in Pakistan ha assolto Farhan Javed Masih, 28enne cristiano con disturbi mentali, imprigionato per quasi cinque mesi con false accuse di blasfemia e terrorismo. Il giudice Zia Ullah Khan, presidente del tribunale regionale di Sahiwal, nel Punjab, ha emesso la sentenza di assoluzione citando la mancanza di prove e violazioni procedurali.
Farhan Masih era stato arrestato il 26 gennaio 2025, dopo che un agricoltore locale, Muhammad Bilal Khan, lo aveva accusato di aver pronunciato parole blasfeme mentre camminava vicino ai suoi campi. La polizia ha registrato frettolosamente le accuse ai sensi delle famigerate norme del Codice penale pakistano (articoli 295-A e 298-A) e della legge antiterrorismo; norme che prevedono fino a dieci anni di carcere e che, di fatto, mettono in pericolo la vita di chiunque sia accusato. Nonostante le chiare evidenze sull'instabilità mentale di Farhan, la polizia ha ignorato le richieste di una valutazione psichiatrica e non ha condotto alcuna indagine preliminare.
“Non sono stati rilevati esplosivi, né hate speech o materiale di incitamento”, ha dichiarato l'avvocato di Farhan, Kashif Nemat, aggiungendo che collegare la blasfemia al terrorismo è diventato sempre più comune, nonostante l'assenza di basi legali o di procedure operative standard. La madre di Farhan, parlando con emozione ad AsiaNews, ha detto: “Abbiamo sofferto e pianto per mesi. L'intero villaggio sa che mio figlio non è mentalmente stabile. Avevo il terrore che gli estremisti venissero a casa nostra e ci uccidessero. Avevo persino paura di andare in tribunale. Per me questo è un miracolo: ringrazio Dio per la sua misericordia e prego che nessun altro soffra questo solo per aver creduto in Cristo”. Per motivi di sicurezza, a Farhan è stato consigliato di non tornare nel suo villaggio e di trasferirsi da alcuni parenti.
Joseph Janssen, attivista per i diritti delle minoranze e rappresentante della Jubilee Campaign Netherlands - movimento per la liberazione delle persone oppresse -, ha rilasciato una forte dichiarazione: "L'assoluzione di Farhan non è un trionfo della giustizia, ma un brutale promemoria di come le leggi pakistane sulla blasfemia vengano sistematicamente abusate per perseguitare i più poveri e vulnerabili”. Infatti, Farhan Javed Masih è stato messo in prigione, bollato come terrorista e gli è stata negata la dignità. “Tutto perché era un cristiano malato di mente proveniente da un ambiente povero”, ha aggiunto l’attivista. “La polizia ha violato il suo dovere legale ignorando ogni salvaguardia e allineandosi agli estremisti piuttosto che alla legge”.
Janssen ha continuato: “Questo caso mette a nudo i fallimenti delle forze dell'ordine e l'impunità di cui godono i falsi accusatori. La polizia ha palesemente violato le procedure operative consolidate, che richiedono un'indagine preliminare, la revisione da parte di un ufficiale superiore, la verifica delle intenzioni e la valutazione della salute mentale prima di registrare un atto di blasfemia”. Nessuna di queste procedure sarebbe, di fatto, stata seguita. “Perché un cristiano mentalmente instabile è stato accusato in base alle leggi antiterrorismo senza una valutazione psichiatrica?”, si chiede Janseen. “La risposta è chiara: perché Farhan era un povero cristiano, e l'apparato statale continua a servire chi incita all'odio religioso invece di chi ha bisogno di protezione”.
"Chiediamo responsabilità. Coloro che hanno accusato falsamente Farhan devono essere perseguiti ai sensi delle sezioni 182 e 211 del Codice penale pakistano - ha affermato -. Gli agenti di polizia che hanno registrato alla cieca l'arresto senza seguire le procedure operative obbligatorie devono subire un'azione disciplinare. Finché i falsi accusatori e i funzionari complici saranno protetti, la legge sulla blasfemia continuerà a essere uno strumento di oppressione”. Il calvario di Farhan non è stato, quindi, un’eccezione. Ma un modello. “Il Pakistan deve riformare queste leggi ora, e punire il loro uso improprio”, ha concluso l’attivista.