11/11/2025, 16.41
PAKISTAN
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Attentato a Islamabad mentre si rafforzano i poteri del capo dell'esercito

Un'esplosione davanti al tribunale distrettuale della capitale pakistana ha causato almeno 12 morti e decine di feriti. L’attentato arriva in un momento di forte instabilità interna e tensioni con India e Afghanistan. Mentre l’esercito è impegnato a fronteggiare i talebani pakistani (TTP) nelle regioni di confine, ieri il Senato ha approvato il 27° emendamento costituzionale, che amplia i poteri del capo dell’esercito e introduce una nuova Corte costituzionale federale. 

Islamabad (AsiaNews) - A un giorno di distanza dall’attentato con autobomba che ha colpito New Delhi, oggi un attacco terroristico ha scosso anche Islamabad, la capitale del Pakistan: l’esplosione, avvenuta davanti al tribunale distrettuale, ha provocato almeno 12 morti e decine di feriti. “Potremo fornire maggiori dettagli dopo aver ricevuto il rapporto della nostra squadra forense”, ha subito dichiarato un portavoce della polizia, mentre procedono le indagini sulla matrice dell’attentato. 

Da tempo il governo pakistano è in difficoltà nel rispondere all’aumento della violenza all’interno dei propri confini. Di recente la situazione è ulteriormente peggiorata a causa delle crescenti tensioni con i vicini dell’Asia meridionale, l’India e l’Afghanistan. Dopo l’attentato di aprile in Kashmir (in cui non è chiaro se ci sia stato un reale coinvolgimento pakistano), Delhi aveva dichiarato di aver “ridefinito la politica indiana contro il terrorismo” al punto che “qualsiasi attacco sul suolo indiano sarà considerato un atto di guerra”. 

Kabul, invece, secondo Islamabad da anni ospita e addestra i pakistani talebani (conosciuti come Tehrik-i Taliban Pakistan, o TTP), principali autori degli attentati terroristici nelle aree di confine tra i due Paesi, in cui vengono prese di mira soprattutto le infrastrutture statali. I talebani pakistani puntano, come i “cugini” afghani, a istituire un Emirato islamico anche in Pakistan, su modello di quello ricreato a Kabul nel 2021. Solo ieri, per esempio, un attentatore suicida si è fatto esplodere vicino al cancello principale di una scuola militare nel distretto di Wana, Waziristan meridionale, nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa. L’esercito ha poi lanciato un’operazione per eliminare il resto degli attentatori, che ad oggi non si è ancora conclusa: 137 studenti su 537 sono stati evacuati, mentre gli altri restano bloccati nell’edificio a causa del fuoco incrociato. 

Nelle ultime settimane le tensioni tra Pakistan e Afghanistan per le attività dei TTP erano sfociate in pesanti scontri armati, incluso un bombardamento su Kabul, ma i due Paesi, nonostante una serie di dichiarazioni di facciata, non hanno ancora trovato una soluzione definitiva.

Il governo pakistano ha deciso di rispondere a questa situazione di instabilità con un maggiore militarismo: ieri la coalizione di governo è riuscita ieri a far approvare al Senato il discusso disegno di legge per il 27° emendamento costituzionale, assicurandosi la maggioranza dei due terzi nonostante le forti proteste dell’opposizione. La misura, che oggi passa all’Assemblea nazionale, introduce importanti modifiche al sistema giudiziario ma soprattutto al comando militare, concedendo maggiori poteri all’attuale capo dell’esercito, il feldmaresciallo Asim Munir.

Il voto di ieri in Senato è arrivato al termine di una seduta turbolenta: i rappresentanti del Pakistan Tehreek-i-Insaf (PTI), il partito guidato dall’ex premier Imran Khan, attualmente in carcere, e della Jamiat Ulema-i-Islam (JUI-F) hanno abbandonato l’aula in segno di protesta, permettendo al governo di procedere con la votazione.

A sorpresa, due senatori dell’opposizione hanno votato a favore del provvedimento, contravvenendo alla linea del partito. Il senatore del PTI Saifullah Abro, che ha poi annunciato le dimissioni, ha dichiarato di aver votato “solo per il generale Asim Munir”, in segno di riconoscimento ai successi delle forze armate pakistane durante il conflitto di maggio con l’India, quando Delhi, in risposta all’attentato in Kashmir, aveva lanciato una serie di attacchi missilistici contro il Pakistan. La JUI-F, invece, ha espulso il senatore Ahmed Khan per aver votato a favore della misura.

È probabile che il disegno di legge ottenga facilmente anche l’approvazione della Camera bassa. Ai sensi dell’articolo 243, l’emendamento attribuisce formalmente al capo di stato maggiore dell’esercito la carica di capo delle forze di difesa. Il testo introduce inoltre un’immunità a vita per il presidente della Repubblica, che lo protegge da procedimenti penali e arresti ai sensi dell’articolo 248. Tuttavia, questa immunità potrà essere sospesa nel caso in cui l’ex presidente ricopra nuovamente una carica pubblica.

Un’altra novità principale è la creazione di una Federal Constitutional Court (FCC), destinata ad assumere parte dei poteri attualmente riservati alla Corte suprema. La FCC diventerà il principale foro per le questioni costituzionali, comprese le dispute tra governi e l’interpretazione della Costituzione. Secondo il ministro Tarar, la misura servirà a ridurre il carico di lavoro della Corte Suprema, consentendole di concentrarsi sui casi “del cittadino comune”. Il capo della FCC avrà un rango superiore a quello del presidente della Corte suprema e andrà in pensione a 68 anni, contro i 65 previsti per i giudici attuali. La corte avrà rappresentanza paritaria da tutte le province e includerà anche un giudice dell’Alta Corte di Islamabad.

Le opposizioni temono che l’emendamento riporti il Paese all’epoca del generale Zia-ul-Haq, che nel 1977 rovesciò il governo e mise i militari al centro della struttura di potere del Pakistan. L’ex segretario alla Difesa generale Asif Yasin Malik, oggi in congedo, ha affermato che attribuire al capo dell’esercito il comando anche sulle forze aeree e navali “crea uno squilibrio istituzionale e un potenziale disastro”. La riforma - ha aggiunto - “sembra pensata per favorire un individuo specifico piuttosto che rafforzare l’intero sistema di difesa”.

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