21/03/2018, 14.32
SRI LANKA
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Attivisti srilankesi: applicare la Convenzione Onu contro le discriminazioni sulle donne

di Melani Manel Perera

Lo Sri Lanka aderisce alla Convezione dal 1981 ma “le donne ancora lottano per vedere riconosciuti i diritti fondamentali”. Lavoratrici pagate meno dei colleghi maschi. Commissione per i diritti umani: “Migliorare le condizioni delle donne impiegate nel settore informale”.

Colombo (AsiaNews) – Organizzazioni di attivisti in favore dei diritti delle donne chiedono che venga applicata senza alcun indugio la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (Cedaw). La convenzione internazionale è stata adottata nel 1979 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite e lo Sri Lanka vi aderisce dal 5 ottobre 1981. Ma, lamentano gli attivisti, “siamo preoccupati per la mancanza di progressi” nel tutelare i diritti delle donne.

Lo scorso 19 marzo si è riunito il Civil Society Collectives (Csc), movimento che raduna 27 gruppi femminili e della società civile, al Rukmani Devi Memorial Centre for Performing Arts di Negombo [37 km a nord della capitale, ndr]. Erano presenti leader cattolici, funzionari di governo e della polizia, oltre a circa 500 animatori e attivisti del movimento.

Laveena Hasanthi, coordinatrice femminile del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso), ha detto: “Tutti i gruppi femminili, i leader di tutte le religioni, gli attivisti per i diritti umani ed esponenti dello Stato devono lavorare insieme per soddisfare le raccomandazioni del comitato Cedaw, che stabilisce soluzioni per i problemi e le necessità delle donne della società civile dello Sri Lanka”. Chamila Thushari, coordinatrice del Da-Bindu Collectives, aggiunge: “La semplice verità è che le donne coinvolte nel settore del manifatturiero, nelle migrazioni e nelle piantagioni sono la colonna portante di questo Paese nel campo delle rimesse estere. Ma la cosa triste è che queste donne lottano ancora per vedere riconosciuti i diritti fondamentali”. Per esempio, continua N.M Dewapriya, “non esistono rappresentanti [femminili] per il settore agricolo nell’amministrazione. Le donne affrontano tanti problemi, nei campi come a casa. Svolgono lo stesso lavoro, ma vengono pagate meno degli uomini”.

L’8 marzo scorso, giornata della Festa della donna, la Commissione per i diritti umani dello Sri Lanka (Hrcsl) ha marciato al BMICH (Bandaranayaki Memorial International Conference Hall) di Colombo e presentato un rapporto dal titolo “Un mondo senza di lei? Emancipare le donne nel settore informale: Una politica per i diritti umani”. Con “economia informale” si intende il lavoro di volontariato, domestico e di impegno sociale svolto dalle donne senza alcuna remunerazione salariale. Il primo obiettivo della Commissione, ha spiegato la presidente Deepika Udagama, “è migliorare le condizioni delle donne impiegate nell’economia informale, attraverso [un’opera] di persuasione delle istituzioni statali affinchè prendano in considerazione le raccomandazioni qui allegate sulle politiche delineate”.

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