09/08/2011, 00.00
NEPAL - TIBET - CINA
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Aumenta la persecuzione dei profughi tibetani in Nepal

di Kalpit Parajuli
L’arresto del rappresentante tibetano è avvenuto per ordine diretto del governo. Grande preoccupazione tra i profughi tibetani,. Fonti di AsiaNews: Kathmandu vuole compiacere la Cina, subito prima della visita di una delegazione di massimo livello.
Kathmandu (AsiaNews) – Dopo l’arresto arbitrario dell’inviato del Dalai Lama a Kathmandu, è alto il timore dei rifugiati tibetani che il Nepal voglia colpirli per compiacere Pechino. Fonti di AsiaNews denunciano una “intesa” tra Kathmandu e Pechino per restringere i diritti dei rifugiati.

Il 5 agosto la polizia di Kathmandu ha arrestato Thinley Lama, cittadino nepalese e coordinatore dell’Ufficio per il Benessere dei Rifugiati Tibetani, dopo una conferenza stampa nella quale aveva insistito per il rispetto dei diritti degli oltre 20mila profughi tibetani in Nepal. Egli è stato trattenuto dalla polizia per parecchie ore, ma senza ricevere giustificazioni per l’arresto. E’ stato rilasciato solo dopo essersi impegnato a coordinare con la polizia le sue future iniziative pubbliche.

Il capo della polizia di Kathmandu ha spiegato di avere “eseguito un ordine del governo e di avere arrestato e poi rilasciato [Thinley] come indicatoci dal governo”. “Sono possibili altri arresti simili, per qualsiasi attività che incoraggi i rifugiati tibetani in Nepal. Thinley è stato rilasciato dopo avere firmato un impegno a non ripetere simili attività [la conferenza stampa per i diritti dei profughi, ndr] e a venire da noi quando richiesto per indagini”.

Tsering Tasi Lama, cittadino nepalese e seguace del buddismo tibetano, spiega ad AsiaNews che “questo arresto dimostra che in Nepal nessuno è sicuro e libero di parlare dei diritti umani dei rifugiati tibetani”. “Questa è una violazione sia dei diritti dei profughi sia soprattutto della libertà religiosa dei tibetani”. “Chiedo che il nuovo premier del governo tibetano in esilio, Lobsang Sangay, dedichi speciale attenzione alla nostra protezione”.

Gangalal Tuladhar, ministro per l’Istruzione e portavoce del governo, spiega che “i profughi tibetani devono rispettare la politica del Nepal verso la Cina. Loro da noi sono sicuri e hanno pieni diritti, ma se compiono attività anticinesi dobbiamo agire contro di loro. Stroncheremo simili attività sia dei profughi tibetani che dei cittadini nepalesi. Io chiedo ai nepalesi di non sostenere attività a favore della libertà del Tibet”.

Da alcuni anni le autorità del Nepal impediscono ai rifugiati tibetani qualsiasi attività considerata anticinese, anche pacifiche proteste e persino preghiere di commemorazione di vittime della persecuzione cinese. Ma la persecuzione è aumentata da quando è venuto il nuovo ambasciatore cinese Yang Houlan.

Fonti diplomatiche, che hanno richiesto l’anonimato, riferiscono ad AsiaNews che c’è maggior severità verso i profughi, sia per la nomina del nuovo premier del governo tibetano in esilio, come pure in vista della visita di una delegazione cinese a Kathmandu per la prossima settimana, il 16 agosto. La delegazione sarà guidata da Zhou Yongkang, inviato speciale del presidente Hu Jintao. Zhou è membro del comitato permanente del Politburo del Partito comunista e capo del Comitato Legislativo Politico Centrale ed è la massima autorità cinese venuta da quando in Nepal il governo è guidato dai comunisti.
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