05/07/2011, 00.00
MYANMAR
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Aung San Suu Kyi: primo viaggio fuori Rangoon dalla liberazione, minacce della giunta

È atterrata nell’antica città di Bagan, dove ha trovato il figlio, alcuni giornalisti e militari in borghese. Si fermerà quattro giorni. Il governo ha avvertito il Nobel per la pace di non svolgere propaganda politica, “per ragioni di sicurezza”. L’ultimo viaggio a Bagan è del 1989.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Aung San Suu Kyi è arrivata nell’antica città di Bagan, ieri, per il suo primo viaggio fuori Rangoon dalla sua liberazione lo scorso novembre. Atterrata con un volo di linea della Air Mandalay, il Nobel per la pace e leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) ha trovato il figlio Kim Aris, giunto dal Regno Unito, con cui passerà quattro giorni nella città. Tuttavia, il governo ha messo in guardia la leader dell’opposizione, avvertendo che deve temere per la sua incolumità se cercherà sostegno politico. L’ultima volta in cui Aung San suu Kyi era stata a Bagan (nota anche come Pagan) risale al 1989, per un comizio politico che aveva attirato migliaia di persone.

Al suo arrivo a Bagan, la “Signora” è stata accolta da alcuni giornalisti e da militari in borghese. Nonostante sia ormai libera di viaggiare in tutto il Myanmar, la scorsa settimana la giunta militare birmana ha comunicato al Nobel per la Pace e al suo partito di cessare ogni forma di attività politica. Per questo motivo, il suo entourage ha specificato che si tratta di una vacanza, ha chiesto ai suoi sostenitori di rimanere lontani “per ragioni di sicurezza” e terrà informato il governo dei suoi spostamenti.

Il timore è che si ripeta quanto accaduto nel 2003 durante il suo ultimo viaggio politico fuori Rangoon. Aung San Suu Kyi stava viaggiando nel nord del Paese per un tour politico, quando una banda di teppisti – legata alla giunta – tese un’imboscata al suo convoglio. La “Signora” venne poi arrestata e messa ai domiciliari per sette anni, fino alla liberazione avvenuta lo scorso novembre, all’indomani delle elezioni-farsa.

Kyaw Win, diplomatico birmano a Washington, ha dichiarato a Radio Free Asia: “Gli alti gradi militari stanno consolidando la loro presa sul potere e stanno cercando di sradicare ogni voce dissidente che vuole la democrazia”. Per questo, le minacce ad Aung San Suu Kyi “devono essere prese in seria considerazione”.
 
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