Ayodhya: polemiche sul Diwali da Guiness dei primati
In Uttar Pradesh l'opposizione contro le 2,6 milioni di lampade a olio installate dal daco del governo locale, il nazionalista indù Yogi Adityanath, in occasione della festa delle luci: "Uno spreco di risorse sottratte ai poveri". La replica del Bjp: "Siete anti-indiani". P. Anand Mathew: "Le disuguaglianze crescono e tanti residenti locali, soprattutto musulmani, ne soffrono. Ma il Diwali sia una festa gioiosa per tutti".
Mumbai (AsiaNews) – La celebrazione “da record” del Diwali nel nuovo maestoso tempio del Ram Mandir ad Ayodhya, con oltre 2,6 milioni di diyas (lampade di terracotta ndr) accese insieme quest’anno in occasione della festa indù delle luci, sta suscitando polemiche politiche nello Stato indiano dell’Uttar Pradesh. Il leader del Samajwadi Party, Akhilesh Yadav, ha attaccato il governo locale – guidato dai nazionalisti indù del Bjp - definendo questo Deepotsav su larga scala come una "spesa inutile", sostenendo che i fondi pubblici dovrebbero essere destinati a progetti di pubblica utilità, invece che promuovere iniziative autocelebrative.
Ha anche pubblicato un video sui social network in cui si vedono persone raccogliere l’olio avanzato dalle diyas dopo le celebrazioni del Diwali ad Ayodhya, mettendo in evidenza le difficili condizioni economiche che si celano dietro le sontuose festività della città. “La verità è questa scena - ha commentato - non lo spettacolo che è stato mostrato e poi dimenticato. Questa oscurità dopo la luce non è una cosa buona”.
Il capo del governo dell’Uttar Pradesh, Yogi Adityanath, insieme ad altri leader del Bjp, hanno replicato difendendo con forza l’evento. Hanno accusato Yadav di essere “contro Ram” e lo hanno deriso per essersi opposto a una festa che simboleggia la rinascita culturale e la devozione. Descrivono l'opposizione come portatrice di una "mentalità straniera" e irrispettosa delle tradizioni indiane. Adityanath ha anche confrontato l’accensione delle lampade con il periodo in cui - a suo dire – “il governo del Samajwadi Party apriva il fuoco sui devoti di Ram”, alludendo agli scontri intorno al luogo sacro storicamente conteso con i musulmani, che lo avevano adibito a moschea.
Di fronte alle polemiche sul Diwali da Guiness dei primati p. Anand Mathew, membro della Indian Missionary Society con sede a Varanasi, Uttar Pradesh, e attivista sociale, commenta ad AsiaNews: “Il divario tra ricchi e poveri si sta ampliando. I residenti locali e le imprese ne hanno sofferto. Il risarcimento offerto dal governo per l’esproprio dei terreni a coloro che possedevano proprietà da decenni è stato troppo basso. I commercianti musulmani, le cui attività storicamente servivano i pellegrini indù, sono stati molestati o sfrattati”.
P. Mathew ha comunque ricordato come il Diwali sia “una celebrazione gioiosa anche per i cristiani nel Nord dell’India. Nella maggior parte delle chiese e istituzioni dove è presente l’Indian Missionary Society ci uniamo a questa festa. Anche noi abbiamo celebriamo la Messa di Cristo, Luce del Mondo; le nostre chiese e istituzioni sono state decorate con fiori di calendula, diyas e rangoli (decorazioni ndr). Ci scambiamo auguri e ovunque ci sono festeggiamenti”.