07/04/2022, 10.31
COREA DEL SUD
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BTS all'inaugurazione di Yoon? Scoppia un caso sul k-pop a Seoul

di Guido Alberto Casanova

Lo staff del nuovo presidente conservatore starebbe corteggiando la popolare band coreana. Sul tavolo anche la questione dell'esenzione dal servizio militare obbligatorio. Ma i fan  insorgono: no a strumentalizzazioni.

Seoul (AsiaNews) - La diffusione globale del K-pop è uno dei fenomeni culturali più potenti dell’ultimo decennio. Se l’esplosione dell’industria musicale sudcoreana dovesse avere un volto questo sarebbe senza dubbio quella dei BTS, la boy band che ha scalato le classifiche musicali in tutto il mondo. Negli ultimi giorni, però, ad animare le discussioni dei loro fan a Seul è stato qualcosa che non aveva nulla a che fare con la musica, ma con l’entrata in carica del nuovo presidente conservatore Yoon Suk-yeol il prossimo 10 maggio.

Park Joo-sun - membro del comitato di transizione che si occupa dei preparativi per la cerimonia d’insediamento - durante un’intervista radiofonica andata in onda il 5 aprile, ha risposto a una domanda del presentatore sul possibile coinvolgimento dei BTS affermando che in effetti l’opzione era stata presa in esame.

La dichiarazione rilasciata da Park, benché non lasciasse intendere alcun impegno formale, acquisiva maggiore sostanza dopo la visita compiuta in precedenza dal responsabile del comitato di transizione Ahn Cheol-soo alla Hybe Corp., l’azienda di intrattenimento che è proprietaria dell’agenzia dei BTS. Nonostante l’incontro servisse solo a raccogliere opinioni su che cosa possa fare il nuovo governo per aiutare il mondo dello spettacolo, in molti avevano speculato che Ahn stesse considerando la proposta di sollevare i 7 membri della boy band dall’obbligo del servizio militare che tutti loro devono ancora assolvere. Già nel 2020 una legge speciale ha permesso ai BTS di ritardare la coscrizione di due anni, ma il più grande di loro dovrebbe presentarsi per l’arruolamento entro questo dicembre.

Le parole in radio di Park sono state quindi prese molto seriamente dai fan, che non hanno gradito il tentativo di “politicizzare i BTS”. Sul sito della presidenza, una petizione che chiede di non strumentalizzare il gruppo musicale ha ottenuto in meno di una giornata circa 7000 firme. “Per favore non cercate di usare i BTS come abbellimento solo perché sono delle star globali”, ha scritto il Korea Herald riportando le parole di un fan.

La rabbia dell’ARMY (il soprannome con cui sono conosciuti internazionalmente i fan dei BTS) mette in evidenza come le faglie della politica sudcoreana attraversino in profondità anche il mondo dello spettacolo. Il conservatore Yoon Suk-yeol è uscito vincitore dalle elezioni presidenziali del mese scorso dopo una campagna elettorale molto divisiva e ostile verso le rivendicazioni del femminismo sudcoreano, mentre il leader del partito conservatore appena una settimana fa ha preso posizioni molto dure contro i manifestanti per i diritti dei disabili. I fan dei BTS si riconoscono invece in valori come l’inclusività e la giustizia sociale, diametralmente opposti a quelli proposti dal conservatorismo sudcoreano. Non a caso, durante le elezioni del 9 marzo, il candidato progressista ha ottenuto più voti di Yoon nella fascia di elettori sotto i 29 anni.

Dopo il contraccolpo dell’opinione pubblica, il comitato di transizione si è affrettato a specificare che non ci sono ancora piani definiti per la cerimonia d’inaugurazione. Politica e intrattenimento sono strettamente legati e in particolare i BTS, che negli ultimi anni hanno collaborato spesso con l’attuale presidente Moon Jae-in, lo sanno bene. Ma la distanza tra Yoon e i fan del gruppo immagine del K-pop potrebbe essere semplicemente incolmabile nell’attuale clima di polarizzazione che attraversa la Corea del Sud.

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