09/10/2021, 10.00
THAILANDIA
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Bangkok (di nuovo) a rischio inondazione

di Steve Suwannarat

La capitale thailandese è in allerta a causa di due tempeste tropicali in arrivo dal Vietnam. L'apertura delle chiuse di alcune dighe rischia di aggravare la situazione. Agli abitanti torna in mente l'alluvione del 2011 in cui è morto un migliaio di persone.

Bangkok (AsiaNews) - Bangkok è di nuovo a rischio di inondazione questo fine settimana. A causa di due nuove tempeste tropicali in arrivo dal Vietnam nei prossimi giorni, la capitale della Thailandia continuerà a correre rischi consistenti anche nei giorni successivi. Parti della città potrebbero essere sommerse dall’alluvione, che in questa stagione monsonica sta già interessando le aree più esposte delle regioni nord-orientali, quelle segnate dai corsi dei fiumi Chi (il più lungo del paese) e Mun (affluente del Mekong), e quasi tutte quelle centrali dove confluiscono le acque del bacino del Chao Phraya, il maggiore come portata, che attraversa Bangkok prima di scaricare le sue acque nel Golfo di Thailandia.

La capillare gestione delle risorse idriche per l’agricoltura ha reso la Thailandia uno dei maggiori produttori ed esportatori di riso, ma l’apertura delle chiuse di alcune delle principali dighe, costrette a rilasciare milioni di metri cubi d’acqua per evitare danni alle strutture, potrebbe aggravare ancora di più la situazione. Il problema interessa molte province: interi distretti rischiano di venire sommersi con rischi anche per gli abitanti.

Nel 2011 Bangkok era stata colpita da una disastrosa alluvione che, inondando 66 delle 74 province thailandesi, aveva provocato un migliaio di morti, e distrutto 20mila chilometri quadrati di terreni coltivati. Un duro colpo per la capitale che accoglie 13 milioni di abitanti e ricorda ancora come un incubo quei giorni. E che ora vede riproporsi di nuovo la propria fragilità.

Da tempo la capitale thailandese è sotto osservazione per la sua posizione. Costruita in un’area paludosa un tempo a ridosso del mare, da cui dista oggi una ventina di chilometri, patisce accentuati fenomeni di subsidenza. Subisce l’azione congiunta di precipitazioni sempre più concentrate e imprevedibili, e di maree superiori alla media che frenano il deflusso delle acque in mare.

Gli esperti puntano il dito anche contro una minore cura delle strutture di contenimento e scorrimento in una città un tempo ricca di canali navigabili. I critici dei recenti governi denunciano da parte loro la concentrazione di risorse a difesa del cuore commerciale e finanziario del Paese, sede delle sue élite, con l’abbandono delle aree rurali e della loro popolazione alla furia delle acque.

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