14/08/2022, 11.46
ECCLESIA IN ASIA
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Bangladesh, i 50 anni del martirio di p. Angelo Maggioni

di Sumon Corraya

La comunità cattolica di Raishahi non ha dimenticato il missionario del Pime che il 14 agosto 1972 fu colpito a morte da un gruppo di banditi mentre si spendeva per dare assistenza ai rifugiati provenienti dall'India. Tra le sue eredità la St. Joseph School che aveva fondato a Bonpara con p. Verdelli e oggi è frequentata da oltre 2mila ragazzi.

Dhaka (AsiaNews) - Il 14 agosto, la Chiesa cattolica del Bangladesh ricorda il 50° anniversario della morte di p. Angelo Maggioni, missionario del Pime di origini italiane, ucciso con un colpo di pistola nella chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso nella parrocchia di Andharkota, a Rajshahi, durante un tentativo di rapina all'una di notte del 14 agosto 1972. I segni dei proiettili sui muri e sugli armadi della sua casa testimoniano sono rimasti a testimonianza della vita donata dal martire. E oggi i fedeli della parrocchia di Andharkota lo hanno ricordato nella preghiera.

Nel giorno dell'anniversario della sua morte, padre Sunil Daniel Rozario, sacerdote diocesano locale, racconta ad AsiaNews: "I missionari del Pime hanno dato un contributo eccezionale alla Chiesa cattolica di questo Paese. Quando ho incontrato per la prima volta p. Maggioni, ero un giovane che frequentava la scuola. Era una persona molto semplice, per me era un grande missionario - continua p. Rozario che oggi ha 71 anni -. Andava sempre in bicicletta a visitare i villaggi cattolici".

P. Maggioni era nato il 14 giugno 1917 a Trezzo sull'Adda, in provincia di Milano, nel Nord Italia. Ordinato sacerdote per il Pime all'età di 22 anni, non poté partire subito per le missioni, a causa della Seconda Guerra mondiale. Quando finalmente arrivò nell’allora Pakistan Orientale (oggi Bangladesh) il 14 novembre 1948, era ansioso di portare speranza ai missionari che si trovavano lì, isolati da anni. Nella sua prima missione a Ruhea, nella diocesi di Dinajpur nell’allora Pakistan Orientale, scoprì la miseria della gente. “Sono malnutriti e vittime costanti del caldo estremo o delle inondazioni tipiche della regione”, raccontava.

Visitando le case, conquistava il cuore della gente con la sua vita semplice; parlava correntemente le lingue bangla e santali. Dopo Ruhea servì anche a Mariampur, nella cattedrale di Dinajpur, a Bonpara e infine Andharkota. Tra le opere che ha lasciato ci sono le scuole: a Bonpara di Natore, in particolare, insieme a p. Luigi Verdelli - un altro missionario del Pime - fondò la St. Joseph's School and College, oggi una delle migliori scuole nella parte settentrionale del Paese, dove oltre 2000 studenti, per lo più musulmani, ricevono un'istruzione di qualità.

Proprio durante la guerra di liberazione del Bangladesh nel 1971, p. Angelo fu nominato parroco ad Andharkota, dove si occupò di 40 villaggi sparsi nel territorio della sua parrocchia. La missione divenne un centro di raccolta e distribuzione di cibo, soprattutto per i numerosi rifugiati provenienti dall'India. Divenne così anche un bersaglio per i briganti armati che si aggiravano per le campagne. Per questo venne ucciso nella sua residenza della missione il 14 agosto 1972. Aveva solo 55 anni, di cui 25 di vita pastorale missionaria in Bangladesh. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso nella parrocchia di Andharkota. I fedeli del Bangladesh lo ricordano ancora con amore e rispetto.

P. Maggioni non fu l’unico missionario a dare la vita per il Vangelo in quegli anni difficili. Prima di lui il 13 novembre 1971 era stato ucciso il missionario americano della Santa Croce, p. William P. Evans: fu colpito anche lui da alcuni banditi durante la guerra di liberazione mentre si recava al centro missionario di Bakshanagar a Dhaka. Sempre nel 1971 il missionario saveriano italiano p. Mario Veronesi fu ucciso da due soldati pakistani il 4 aprile, domenica delle Palme, a Jessore. In questa stessa città nella parte sud-occidentale del Paese il 14 ottobre 1974 fu ucciso anche un altro missionario saveriano italiano, p. Valeriano Cobbe.

Ma queste vite donate fino al martirio non hanno fermato la missione in Bangladesh, che continua in questo Paese di 160 milioni di abitanti dove i cristiani sono appena lo 0,3% della popolazione. L’attuale superiore regionale del Pime in Bangladesh, p. Michele Brambilla, racconta ad AsiaNews che attualmente sono 18 i missionari dell’istituto provenienti da Italia, Brasile, Camerun e India che svolgono il loro ministero nel Paese. Grazie alla loro predicazione in molti ogni anno ricevono il battesimo. I missionari hanno anche fondato un seminario in Bangladesh e oggi il Pime conta sei missionari originari di questo Paese che svolgono il loro servizio per l’annuncio del Vangelo in altre nazioni. Un segno visibile di come le vite donate da p. Angelo e dagli altri martiri hanno portato frutto in questa terra.

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