26/11/2012, 00.00
BANGLADESH
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Bangladesh in fiamme, nuove esplosioni in una fabbrica di abbigliamento. Salgono a 124 le vittime

Un altro incendio ha colpito una struttura di 12 piani a Dhaka, a 48 ore dalla tragedia della Tazreen Fashion di Ashulia. Continuano le ricerche dei superstiti. Ancora sconosciute le cause dell’incendio. L’edificio non aveva uscite di sicurezza: rimaste intrappolate, le vittime sono morte bruciate vive, o gettandosi dalle finestre nel tentativo di salvarsi. La Li&Fung di Hong Kong, cliente della fabbrica andata a fuoco, risarcirà le vittime.

Dhaka (AsiaNews) - Un nuovo incendio è divampato questa mattina in un'altra fabbrica tessile di Dhaka (Bangladesh), a due giorni dall'esplosione di Ashulia che ha ucciso almeno 124 operai. Al momento, polizia e vigili del fuoco stanno cercando di domare le fiamme, che hanno avvolto un edificio di 12 piani. "L'incendio - riferisce Nisharul Arif, vice commissario della polizia di Dhaka - è divampato al terzo piano. Al momento vediamo diverse persone rifugiatesi sul tetto". Intanto, non si ferma la conta delle vittime dell'incidente che il 24 novembre scorso ha colpito una fabbrica che produce vestiti per diverse catene internazionali, tra cui l'olandese C&A e la Li&Fung di Hong Kong. Il primo ministro Sheik Hasina si è detta "sconvolta" per le morti degli operai, e ha annunciato a breve una giornata di lutto nazionale in loro memoria.

L'incendio del 24 novembre è esploso di notte nel magazzino della Tazreen Fashion, fabbrica di nove piani situata nella zona industriale di Ashulia, a nord di Dhaka. L'edificio non ha uscite d'emergenza, e gli operai si sono ritrovati intrappolati nella struttura: la maggior parte è morta bruciata viva. Altri hanno tentato di salire ai piani superiori e di lanciarsi dalle finestre, ma molti hanno perso la vita nella caduta. Per il momento, le cause dell'incendio sono ancora sconosciute.

Delwar Houssain, proprietario della Tazreen Fashion, nega che i locali della fabbrica fossero pericolosi. Tuttavia, questi due incidenti riaprono la questione delle condizioni di lavoro in cui vivono gli operai bangladeshi. Babul Akhter, a capo della Bangladesh Garments and Industrial Workers Federation, spiega: "Gli aquirenti internazionali che comprano abbigliamento economico dal Bangladesh eseguono controlli di sicurezza nelle fabbriche. Tuttavia, queste verifiche non sono ispezioni vere e proprie". Nel marzo scorso la Pvh, che distribuisce firme come Tommy Hilfiger e Calvin Klein, ha firmato un accordo con sindacati bangladeshi e di altri Paesi per sviluppare un programma antincendio, per prevenire futuri incidenti nelle fabbriche di abbigliamento.

Intanto la Li&Fung, il più grande fornitore al mondo di vestiti e giocattoli per il commercio al dettaglio, ha annunciato che condurrà una propria indagine per chiarire le cause dell'incendio. Inoltre, l'azienda di Hong Kong darà 100mila taka (circa 950 euro) alle famiglie di ogni vittima.

Dopo la Cina, il Bangladesh è il secondo esportatore di vestiti al mondo. Secondo l'International Labor Rights Forum, dal 2005 sono 700 gli operai tessili morti nel Paese a causa di edifici non a norma di sicurezza. L'industria tessile rappresenta più del 10% del Pil nazionale e circa l'80% delle esportazioni, per lo più negli Stati Uniti e in Europa. Il Bangladesh ha circa 4.500 fabbriche, che danno lavoro a oltre 2 milioni di persone. 

 

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