27/03/2015, 00.00
CINA
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Bao Tong: Chi ha fiducia nel futuro del Partito comunista cinese? Nessuno

di Bao Tong
Il grande dissidente politico analizza la situazione della società e della politica cinese, mentre crescono le previsioni che parlano di una fine del regime. La Cina vive in un modello piramidale che nessuno ritiene possa durare. La fuga dei ricchi e l’oppressione imposta dal governo mostrano il crollo della fede nel sistema monopartitico. Per gentile concessione di Radio Free Asia.

Pechino (AsiaNews/Rfa) – L’articolo del professor David Shambaugh [del 6 marzo] – che sostiene l’ingresso in una nuova fase del “modello cinese”, per anni ai massimi vertici e ora vicino alla fine dei giochi del regime – ha costretto il mondo a sedersi e prendere nota, divenendo un bollente argomento di dibattito. Tuttavia qui non si tratta di leggere le foglie di tè. Gli studiosi seri tendono a evitare di fare previsioni su una data precisa per il collasso della Cina. Come scrive il prof. Shambaugh nel suo articolo “noi non sappiamo a cosa somiglierà il sentiero che da qui porterà alla fine”.

Nell’articolo il docente tratteggia soltanto alcune probabilità. Ad esempio, scrive, “la morte del regime sembra possa essere protratta, confusa e violenta”. Sono d’accordo con l’uso del termine scientifico “morte”. È un linguaggio semplice che ognuno può comprendere. Alcune persone che credono nelle idee di Mao Zedong potrebbero sentirsi a disagio davanti a questo termine, ma lo stesso Mao – quando era ancora compos mentis – non ha usato mezzi termini per definire l’esito finale della “morte” per il Partito e lo Stato.

Secondo il prof. Shambaug, questa “fine dei giochi” poggia le sue basi sull’esistenza e sullo sviluppo di un gran numero di imponenti tensioni sociali. Ma io vorrei porre un’altra questione, basata sullo stesso materiale: chi in Cina ha ancora fiducia nel fatto che il “modello cinese” possa durare?

Livelli di privilegio

Il “modello cinese” è una piramide. Tutte quelle persone che sono tenute alla base della piramide si fidano di questo modello? Il “modello cinese” non è corretto e non permette la competizione aperta. I maggiori beneficiari di questo modello sono i super-ricchi, cui è stato consentito dal [defunto leader supremo] Deng Xiaoping di divenire “ricchi per primi”. Prima di questo permesso non avevano nulla, proprio come tutti gli altri, ma sono divenuti i fortunati in un sistema ingiusto e contrario alla competizione.

Ora queste persone mostrano il loro livello di fiducia nel sistema non con le parole, ma con i piedi. Stanno votando con i piedi, e questo esprime in maniera autentica cosa pensano davvero del futuro [il riferimento è alla fuga dei ricchi e dei loro capitali dalla Cina ndr].

Nel mezzo della piramide vi sono due settori. Uno è composto da coloro che sperano in una nuova direzione, e che hanno sopportato più di 20 anni di oppressione della peggior specie. Può questa persecuzione aumentare la loro fiducia nel vecchio sistema?

L’altro è composto da coloro che sono incaricati dell’indottrinamento (termine coniato da Lenin) e della messa in pratica delle volontà del Partito. Il professor Shambaugh li descrive in maniera vivida, risultato delle sue osservazioni dirette. Queste persone non sperano di poter divenire fortunati come i “super-ricchi”, ma hanno udito l’ultima affascinante verità: non c’è vita oltre la burocrazia. Queste persone non possono intraprendere il sentiero della corruzione ma non possono incamminarsi neanche verso la giustizia, trasparenza e correttezza. E quindi cosa dovrebbero fare?

Auto-inganno

L’ultima questione riguarda il vertice della piramide. Quelli che stanno al vertice hanno fiducia? I compositori della colonna sonora principale sono occupati a far suonare le trombe militari sui “tre stili di fiducia in se stessi”, ma prendono in giro loro stessi e tutti gli altri. E lo dico perché… tutte le azioni prese dalle autorità sono indicatrici dello stato psicologico che prevale al vertice della piramide.

Di conseguenza, non troverete fiducia nel futuro nelle parole che pronunciano i super-ricchi, e non la troverete nella teoria sui “tre stili di fiducia in se stessi”. Quindi dove la troverete? Nei loro giudizi sul futuro e nelle loro azioni.

Non è un atto di fiducia il sopprimere chiunque abbia un’opinione differente, come se fosse una politica fondamentale. Anzi, dimostra che hai perso fiducia. Che loro vedano un nemico dietro ogni albero e ogni cespuglio, al punto che non si può nemmeno ragionare, lo dimostra la decisione di bloccare il film sulla situazione dell’inquinamento ambientale girato da Chai Jing in nome del “mantenimento della stabilità online”. Lo dimostra l’ordine che proibisce di riunirsi ai giornalisti, collaboratori, lettori e sostenitori del magazine politico Yanhuang Chunqiu, che vengono visti come “forze ostili”.

Se questo comportamento non è sintomatico di una persona che sa di essere agli sgoccioli, e che non ha più molto da vivere, allora è sintomatico di un paziente malato di mente che ripete in continuazione lo stesso lamento. Le persone sane non si comportano così. Ecco perché penso che i “tre stili di fiducia in se stessi” siano una menzogna.

Uno spirito indomito

In questo vasto Paese che è la Cina, chi può dirmi di avere ancora fiducia nel “modello cinese”? L’ex vice presidente esecutivo della Commissione permanente dell’Assemblea nazionale del Popolo, Xi Zhongxun(*), aveva fiducia nella Cina.

Ha suggerito di approvare una legge che protegge la diversità di opinione. E il suo coraggio nel chiedere la protezione della libertà di pensiero è la sublimazione e la massima espressione di uno spirito senza paura, che merita di divenire un protagonista della nostra società.

Egli ha riconosciuto che per la stabilità e la pace a lungo termine è necessario che la legge difenda una pletora di opinioni diverse e si fidi dell’intelletto e dell’iniziativa del popolo cinese. Ritengo che [i suggerimenti di Xi] siano davvero edificanti, e grazie a questi ho fiducia nella Cina.

È stato però molto brutto vedere che i delegati scelti per partecipare alle sessioni del Parlamento di quest’anno non abbiano dato molta attenzione all’eredità dell’anziano Xi. Sembra che dovremo sprecare un altro anno. 

 

(*) Xi Zhongxun (1913-2002), leader della Prima generazione del Partito comunista cinese, era il padre dell’attuale presidente Xi Jinping.

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