27/12/2011, 00.00
TURCHIA
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Bartolomeo I: Non si supera la crisi se disprezziamo Dio

di NAT da Polis
Nel Messaggio natalizio del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, l’affermazione potente che solo accogliendo il Bambino Gesù il mondo può tornare all’originaria bellezza e alla pace. Nel mondo che rifiuta Dio si guerreggia o ci si prepara alla guerra.
Istanbul (AsiaNews) – “Non si può superare la crisi che affligge l’umanità se si continua a disprezzare Dio”: è il messaggio natalizio di Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Il messaggio si ispira al canto degli angeli nella notte di Natale, il “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Lc 2,14-15), e si sviluppa in due parti,una di natura teologica, l’altra di natura sociale.

Nella prima parte di natura teologica il Patriarca sviluppa l’importanza dell’ incarnazione del Figlio e Logos di Dio e dell’urgenza di accoglierlo fra gli uomini: “La grande maggioranza degli uomini, non vuol comprendere il senso di questo inno angelico, motivo per cui la maggioranza degli uomini non glorifica Dio né con le proprie opere, né con le proprie labbra e alcuni di loro mettono anche in dubbio la stessa esistenza di Dio e la sua presenza nella loro vita. Sono certamente molti quelli che danno a Dio la responsabilità per quanto di spiacevole accade nella loro vita. Tuttavia, coloro che si adirano in tal modo contro Dio, sbagliano assai, in quanto il male non deriva da Lui. Al contrario, l’incarnazione del Figlio e Verbo di Dio per amore dell’uomo, e ciò che ne è seguito - la sua Crocifissione e Resurrezione - riplasma il fedele alla sua bellezza originaria, donando la vita eterna e la Pace che sorpassa ogni conoscenza, costituendo l’uomo coerede del Regno eterno di Dio. L’atto stesso della Discesa di Dio, anche se abbraccia l’estrema umiliazione, è da sé capace di glorificare l’uomo. Così, anche se i cuori di molti uomini non glorificano Dio, viene data gloria a Colui che abita negli eccelsi da tutto il creato e dagli uomini che comprendono questi fatti. Perciò anche noi esclamiamo riconoscenti con gli Angeli: ‘Gloria a Dio nell’alto dei cieli’, per la grandezza delle sue opere e l’incomparabile amore verso di noi”.

Nella seconda parte Bartolomeo I, commentando la frase “e pace in terra”, egli si rivolge ai potenti del mondo dicendo: “In quale stato si trova la pace sulla terra, quando quasi la metà del mondo la sta facendo, e l’altra parte la sta preparando? L’annuncio degli Angeli dalle dolci voci, ‘pace in terra’ è naturalmente anzitutto una promessa di Dio: se gli uomini seguiranno la strada indicata loro dal Bimbo che nasce, giungeranno alla pace interiore e alla convivenza pacifica. Ma ahimè, una gran parte di uomini si commuove ed è attratta dai tamburi di guerra e si cruccia nell’udire la promessa di una vita di pace. Non parliamo qui solo degli zeloti degli scontri bellici con armi, ma soprattutto di coloro che trasformano la nobile competizione in conflitto e assalto al prossimo, e mirano all’annientamento del rivale. Da questo punto di vista, la guerra appare come una realtà tra i membri di gruppi sociali e schieramenti contrapposti - di ogni tipo; etnici, religiosi, sportivi e quant’altro - e l’animo dei loro membri si plasma trasformandoli in militanti guerrieri, piuttosto che in operatori di pace. Questo tuttavia non annulla la verità dell’annuncio degli Angeli, perché attraverso la Nascita di Cristo e l’accoglimento dei Suoi insegnamenti, la Pace sulla terra prevarrà davvero. Cristo è venuto portando la pace e se questa non signoreggia nel mondo, responsabili sono gli uomini che non l’hanno accettata e vissuta, e non Dio che ce l’ha offerta”.

“La sola via di salvezza dalle crisi belliche, economiche, e di ogni natura - conclude Bartolomeo - è il nostro Signore Gesù Cristo, il quale ci assicura che lui stesso è la Via, la Verità e la Vita”.
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