04/04/2008, 00.00
PAKISTAN
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Basta discriminazione, i cristiani “parte integrante della nazione”

di Qaiser Felix
Il Partito pakistano Masihi Aman, insieme ai membri del Consiglio distrettuale di Sargodha, organizza una distribuzione di aiuti alle famiglie povere della zona. Politici islamici: apriamo le sedute del Consiglio leggendo il Corano e la Bibbia, mettiamo in pratica una vera convivenza fra religioni.
Sargodha (AsiaNews) – I cristiani “sono parte integrante della vita del Pakistan, cittadini come tutti gli altri” ed è per questo che “si dovrebbero dare dei segnali forti di vera libertà religiosa. Apriamo le sedute politiche con la lettura non solo del Corano, ma anche della Bibbia, e dimostriamo così a tutti che qui la visione interreligiosa del Padre della patria Jinnah può divenire realtà”. È la proposta avanzata dai membri del Consiglio distrettuale di Sargodha, parte orientale del Paese, durante la distribuzione di generi di prima necessità a 352 famiglie cristiane povere della zona.
 
La distribuzione è stata organizzata dal Partito pakistano Masihi Aman, una formazione cristiana che predica l’integrazione della comunità cristiana sulla base del riconoscimento di Cristo anche nel Corano, lo scorso 1 aprile. Erano presenti fra gli altri Hameed Amjad Warraich, presidente del distretto, e Mian Sultan Ranjha, vice-sindaco.
 
Warraich, commentando la distribuzione dei doni preparati dal Masihi, ha detto: “Vorremmo poter fare di più per chi vive nella povertà, ma i nostri fondi sono limitati. Preghiamo Dio che questa difficile situazione, che colpisce tutto il Pakistan, possa terminare al più presto. I cristiani hanno un ruolo cruciale nella società, ed hanno contribuito come tutti gli altri a formarla. Ora dobbiamo dimostrare che la volontà ‘interreligiosa’ di Ali Jinnah, Padre della patria, è fattibile”.
 
Ranjha, membro del Consiglio distrettuale, ha aggiunto: “I cristiani non hanno bisogno di un certificato che attesti la loro uguale cittadinanza. Noi non crediamo nelle maggioranze o nelle minoranze, ma solo nei cittadini. Io vi rispetto e vi voglio bene, siamo tutti membri della stessa comunità”. In realtà, la situazione della minoranza cristiana del Pakistan (circa lo 0,9 % della popolazione) è a rischio: leggi repressive e discriminazione sociale rendono molto difficile per i cristiani vivere la propria fede ed avanzare nella scala sociale.
 
Secondo il vice-sindaco, proprio per questo “è necessario dare dei segni concreti di buona volontà. Per questo, apriamo ogni seduta del Consiglio recitando versi del Corano e della Bibbia. Il buon esempio non deve essere soltanto predicato, ma messo anche in pratica”.
 
Anche Ejaz Ghauri, presidente della Rete per lo sviluppo umano e consigliere generale di Faisalabad, ha partecipato alla cerimonia: “Apprezzo molto il contributo, sia materiale che di intenti, espresso in questa occasione. Dobbiamo al più presto fare cose simili anche a Faisalabad”.
 
Mushtaq Gill, presidente del Partito, spiega ad AsiaNews: “Questa distribuzione di doni è soltanto una delle tante attività che portiamo avanti. Stiamo cercando di ottenere dal governo della terra, da assegnare ai cristiani che non hanno casa. Vogliamo creare delle piccole colonie, dove aiutare i più bisognosi”.
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