23/05/2019, 08.48
LIBANO
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Beirut, portatori di handicap in piazza per protestare contro il taglio dei finanziamenti

di Fady Noun

Oggi in diverse città del Paese sono in programma manifestazioni. Nel mirino la scelta del governo di stanziare solo l’1% del budget per gli affari sociali. A rischio posti di lavoro e assistenza a persone, soprattutto bambini, bisognose. Per gli esperti è in gioco la stabilità sociale del Libano. 

Beirut (AsiaNews) - Oggi in Libano un centinaio di associazione del terzo settore specializzate nella cura delle persone portatrici di handicap, scendono in piazza in diversi centri - fra gli altri Jounieh, Beirut, Tripoli, Zalhé, Nabatiyé - per protestare contro il taglio delle risorse. Il governo ha infatti previsto di stanziare solo l’1% del budget per gli Affari sociali; una cifra che attivisti ed esperti giudicano del tutto insufficiente per rispondere a bisogni sempre più crescenti. 

Riuniti nella Federazione nazionale per gli Affari delle persone con handicap, gli istituti riempiranno le piazze nella tarda mattinata, fra le 10.30 e le 12.30. Dopo i funzionari pubblici ed ex militari che hanno manifestato nei giorni scorsi contro la politica di austerità voluta dall’esecutivo, oggi è la volta degli operatori sociali che vogliono “attirare l’attenzione” del pubblico su una situazione che definiscono “disastrosa”. 

L’obiettivo della protesta è di regolarizzare una situazione che sta diventando insostenibile: gli istituti, sovvenzionati dal ministero per gli Affari sociali, hanno ricevuto una minima parte dei fondi del 2018 e non hanno ancora visto rinnovare il contratto annuale per il 2019. La situazione è di estrema precarietà e tocca la vita di diverse migliaia di famiglie abbandonate a se stesse, oltre alla perdita di centinaia di posti di lavoro. 

Sesobel, associazione che opera a Jeïta, assicura la scolarizzazione di circa 200 bambini affetti da sindrome di Down. In una nota i suoi vertici affermano che “diversi istituti hanno chiuso i battenti e altri hanno ridotto il personale specializzato, altri ancora hanno dimezzato i salari e pagano a intermittenza”.

La cura di ogni bambino affetto da disabilità richieste una spesa annua che varia dai 4mila agli 8mila dollari. Per autofinanziarsi, spiega suor Patrizia, ogni istituto organizza “eventi” e “brunch” finalizzati alla raccolta fondi. E sono alla continua ricerca di sponsor e finanziatori per poter sopravvivere. Ma tutto questo non basta ed è necessario l’intervento dello Stato. “Sono espedienti” sottolinea la religiosa. “È mendicare” aggiunge Nabila Farès, direttrice e co-fondatrice dell’associazione Acsauvel. 

Gli esperti del terzo settore concordano nell’affermare che l’autofinanziamento pone dei grossi limiti di sopravvivenza nel lungo periodo. In gioco, aggiungono, vi è la stabilità sociale del Libano. 

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