10/06/2025, 12.15
PAKISTAN
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Belucistan: nuova legge antiterrorismo, allarme delle ong per le sparizioni forzate

Mentre l'Assemblea locale approva una controversa legge antiterrorismo che consente detenzioni di tre mesi senza accusa, le organizzazioni per i diritti umani lanciano un nuovo appello contro la repressione di attivisti. Preoccupano i recenti casi di studenti di cui non si hanno più notizie, un fenomeno che si inserisce in un decennale contesto di rivendicazioni autonomistiche e violazioni dei diritti umani.

Quetta (AsiaNews) - L’Assemblea provinciale del Belucistan ha approvato una nuova legislazione che conferisce il potere di detenere qualsiasi persona per tre mesi senza formulare accuse. Chiamata Anti-Terrorism (Balochistan Amendment) Act, la legge arriva in un momento di crescente tensione per la situazione dei diritti umani: diverse organizzazioni internazionali hanno denunciato la repressione sistematica degli attivisti che tentano di difendere i diritti della popolazione locale, inaspritasi dopo l’assalto a un treno passeggeri da parte di un gruppo armato indipendentista. 

Durante la discussione del disegno di legge, la questione delle persone scomparse in Belucistan è stato centrale durante tutto il dibattito. Il chief minister della provincia, Sarfraz Bugti, ha sostenuto che la questione delle persone scomparse è stata utilizzata per screditare le istituzioni statali e che la legislazione rappresenta una soluzione, promettendo che "chiunque verrà arrestato sarà presentato davanti a un magistrato".

La nuova legge, valida per sei anni con possibilità di proroga, prevede che chiunque sia sospettato di reati ai sensi della legge antiterrorismo possa essere trattenuto in detenzione preventiva per un massimo di tre mesi ai fini dell’indagine. Bugti ha tentato di rassicurare la popolazione sostenendo che in detenzione sarà possibile avere contatti con la famiglia e gli avvocati e ha continuato affermando che "veri dispersi" saranno considerati coloro che scompariranno al di fuori di questo sistema.

Tuttavia un gruppo di organizzazioni umanitarie ha espresso una forte condanna nei confronti del governo pakistano. Amnesty International, insieme a FORUM-ASIA, Front Line Defenders, la Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) e l'Organizzazione Mondiale Contro la Tortura (OMCT), ha rilasciato una dichiarazione congiunta a fine maggio, condannando fermamente le molestie e la detenzione arbitraria degli attivisti per i diritti umani del Belucistan.

Nella dichiarazione vengono criticati i continui attacchi al Baloch Yakjehti Committee (BYC), un movimento pacifico che chiede giustizia e la fine delle sparizioni forzate. Le autorità - hanno denunciato le organizzazioni, prima che la nuova legge venisse approvata - hanno costantemente strumentalizzato le leggi sull'ordine pubblico e l’antiterrorismo, per criminalizzare la resistenza civica e silenziare il dissenso.

Dal 20 marzo, sono state effettuate numerose detenzioni arbitrarie, continua il comunicato, sottolineando che alcuni attivisti sono in carcere da circa due mesi. Si cita, per esempio,  il caso di Bebarg Zehri, persona con disabilità e membro del BYC, ancora detenuto. Il 21 marzo, la polizia del Balochistan ha aperto il fuoco su manifestanti pacifici che ne chiedevano il rilascio, causando tre morti e almeno sette feriti. Anche Mahrang Baloch e Beebow Baloch sono state arrestate e detenute. La famiglia di Beebow Baloch ha riferito di torture fisiche durante il trasferimento.

Le organizzazioni evidenziano anche l'arresto del leader del BYC Sammi Deen Baloch, che, nonostante l’iniziale concessione della libertà su cauzione, è stata nuovamente arrestata. La repressione si estende anche ai giornalisti, con casi come l’arresto di Waheed Murad per aver riportato una dichiarazione di un politico locale, e l'uccisione del giornalista Abdul Latif Baloch, che denunciava sparizioni forzate. Le frequenti interruzioni di internet in Belucistan e la censura digitale sono altre tattiche per silenziare il dissenso, affermano ancora le organizzazioni.

Nei giorni scorsi Amnesty International è tornata a sottolineare le continue sparizioni forzate. Mahjabeen Baloch, studentessa dell'Università del Belucistan, è scomparsa il 29 maggio pochi giorni dopo la sparizione forzata del fratello, Younas Baloch. Viene inoltre citato Javid Musafir Baloch, studente di legge dell’Università di Karachi, scomparso il 23 aprile in seguito a un’incursione della polizia e del dipartimento antiterrorismo nella sua residenza, e un altro studente, Guhram Ishaq, prelevato il giorno successivo fuori dall’ospedale di Quetta. L’ubicazione di questi studenti rimane sconosciuta, denuncia Amnesty International.

La provincia del Belucistan, la più grande del Pakistan per estensione e la più povera, nonostante le sue ricche risorse naturali, è da decenni teatro di un complesso conflitto socio-politico. Al centro della questione vi sono le rivendicazioni autonomistiche, spesso sfociate in movimenti indipendentisti. Il più noto è il Balochistan Liberation Army (BLA), un gruppo armato designato come organizzazione terroristica da Pakistan, Stati Uniti e altri Paesi. Al fianco di queste lotte armate esistono però anche numerosi movimenti pacifici e, come il Baloch Yakjehti Committee e il Voice for Baloch Missing Persons, che attraverso manifestazioni, sit-in e campagne di sensibilizzazione denunciano le violazioni dei diritti umani, in particolare le sparizioni forzate, gli omicidi extragiudiziali e la repressione statale.

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