22/06/2010, 00.00
IRAQ
Invia ad un amico

Black-out e caldo asfissiante costringono alle dimissioni il Ministro iracheno dell’energia

Karim Waheed accusa “l’impazienza degli iracheni”, ma l’incapacità dello Stato a garantire una regolare erogazione dell’energia ha fatto nascere piccoli monopoli e un fiorente mercato nero. La gente è esasperata e stanca di vedere in tv dibattiti sulla formazione del governo, mentre i problemi restano.
 
Baghdad (AsiaNews) – Il ministro iracheno dell'Energia, Karim Waheed, ha rassegnato le sue dimissioni in seguito alle violente proteste scatenate dai continui black-out che affliggono l'Iraq. Mentre la politica continua a dibattere sulla formazione del nuovo esecutivo, infatti, il Paese affronta le bollenti temperature estive, senza possibilità di accendere neppure i condizionatori. 
 
Waheed, che guida il delicato Dicastero dal 2006, ha dichiarato alla tv di Stato che le cause della sua decisione sono da rinvenire nell’“impazienza degli iracheni, che non vogliono aspettare l’attuazione dei progetti per eliminare i black-out energetici e nella mancanza di fondi stanziati dal governo centrale per il suo ministero”.
 
Da anni Baghdad risulta incapace di garantire al Paese una regolare erogazione di energia elettrica. Così fioriscono giungle di generatori elettrici di ogni dimensione e fitte reti di fili elettrici che dai generatori arrivano a case e negozi. Questo è ormai il paesaggio che caratterizza il Paese, indicativo di come le condizioni della vita quotidiana non accennino a migliorare. Gli iracheni si chiedono – denuncia un editoriale del quotidiano Azzaman – perché la situazione dell’erogazione di un servizio base come quello elettrico rimane la stessa del periodo di Saddam Hussein, mentre i bisogni sono aumentati. I fornitori di generatori elettrici hanno, in pratica, istituito dei monopoli imponendo le loro condizioni di vendita e affitto, senza controllo del governo, e creando un florido mercato nero. “Cosa sta facendo il governo e cosa farà il futuro parlamento per risolvere un problema così primario?”, chiede l’editorialista di Azzaman.
 
La gente è esasperata, mentre le temperature sfiorano i 50° C. Violente manifestazioni si sono svolte tra il 19 e il 21 giugno a Bassora - dove due persone sono rimaste uccise negli scontri con la polizia - e a Nassirya. In entrambe le proteste centinaia di iracheni hanno chiesto le dimissioni di Waheed. A convocare la manifestazione di Nassiriya, dove alcuni agenti sono rimasti feriti, erano stati esponenti religiosi locali. Nella zona è forte il movimento di Muqtada al Sadr, sempre attento alla sua base popolare e interessato ad accaparrarsi posti di rilievo nel nuovo governo, dopo il successo ottenuto alle elezioni legislative del 7 marzo scorso.
 
Nelle stanze della politica a Baghdad c’è chi inizia a preoccuparsi del malcontento crescente fra la popolazione. Il ministro degli Esteri, Hoshyar Zebari, avverte che la popolazione “è stanca della mancanza di servizi e di tutti questi dibattiti televisivi sulla formazione del governo” e la nomina del nuovo premier. (LYR)
 
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Leader sciita: L'imam Muqtada Al-Sadr non rappresenta tutti noi
08/04/2004
Minacce di morte, chiusa la più grande raffineria dell'Iraq
30/12/2005
La sete di energia della Cina fa rischiare l'inflazione
25/05/2005
Calma apparente nelle città irachene
01/04/2008
Il Kirghizistan rischia un prolungato stallo tra Bakiyev e oppositori
09/04/2010


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”