05/09/2025, 18.27
VATICANO
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Borgo Laudato Si', eredità di Bergoglio. Leone XIV: 'Cura del creato vocazione di tutti'

A Castel Gandolfo inaugurato il progetto fortemente voluto da Francesco: 55 ettari delle Ville Pontificie per dare concretezza ai principi dell'enciclica che compie 10 anni. Agricoltura e alta formazione in nome di inclusione sociale, ecologia integrale e sostenibilità. Attesi 2mila studenti e 250mila visitatori all'anno. Prevost: "Modello tangibile". 

Castel Gandolfo (AsiaNews) - Lo desiderò papa Francesco e ora, a quattro mesi dalla sua morte, è realtà. Oggi pomeriggio è stato il successore Leone XIV a inaugurare il Borgo Laudato Si’, presso la residenza pontificia di Castel Gandolfo: uno spazio di 55 ettari di quella che fu proprietà delle Ville Pontificie, che intende dare concretezza all’omonima enciclica di Bergoglio sulla cura del creato, che proprio quest’anno compie 10 anni. “Una sintesi di straordinaria bellezza, dove spiritualità, natura, storia, arte, lavoro e tecnologia intendono coabitare in armonia”, l’ha descritto Prevost all’inaugurazione. “Tutto questo non può non parlarci di Dio”.

Come ricordato nel discorso di benvenuto della cerimonia dal card. Fabio Baggio, direttore del Centro di alta formazione del Borgo Laudato si’, ad accogliere il pontefice - che prima del suo intervento ha visitato i nuovi spazi del Borgo - erano presenti “tutti coloro che hanno contribuito”: lo staff del Centro, così come partner, collaboratori, benefattori e sostenitori. Quello avviato oggi è “l’inizio di un lungo cammino insieme”, ha sottolineato il cardinale, ringraziando i presenti. “L’inaugurazione del Borgo vuole lanciare un messaggio di speranza: la conversione ecologica è possibile e nasce dall’incontro tra fede, responsabilità e speranza”, ha aggiunto. Una conversione capace di “trasformare la realtà”, per “un mondo più giusto e fraterno”. Lo stesso “ideale” che ispirò Madre Teresa di Calcutta, ha ricordato Baggio nel giorno in cui si celebra la memoria liturgica della Santa degli ultimi.

Il Borgo Laudato Si’ nasce anche dal desiderio di papa Francesco di aprire le porte della bellezza del posto al pubblico, rendendolo un luogo inclusivo, e non esclusivo. A Castel Gandolfo, residenza estiva dei papi, Bergoglio si recò infatti raramente durante il suo pontificato. E in questo contesto, quello dell’antica villa romana di Domiziano, la bellezza è davvero non quantificabile. Posto tra il lago di Albano e il mare Tirreno. Inclusione sociale, ecologia integrale e sostenibilità sono i pilastri del progetto. Così come la relazione con il Creato, le altre persone e Dio.

La prima attività è lagricoltura, cui sono dedicati 30 ettari, mentre la seconda principale attività è l’educazione, curata dal Centro di alta formazione Laudato si’. Vi prenderanno parte circa 2mila studenti all’anno, invitati da tutto il mondo tramite la rete delle diocesi. Tra loro, anche persone con disabilità. Il Borgo conterà un insieme di tutte le migliori tecnologie. “Energie rinnovabili, il risparmio idrico, l’efficienza energetica, la compensazione delle emissioni di carbonio”, ha spiegato nella presentazione del progetto l’ing. Antonino Errigo, segretario generale del Centro e responsabile del sistema di irrigazione. “Qualcosa che è il futuro”, ha aggiunto.

Allo stesso tempo, il Borgo rappresenta anche un luogo di contemplazione e bellezza, oltreché uno spazio educativo e di apprendimento, sostenuta dai principi della Laudato Si’. E sarà visitabile: si attende la visita di circa 250mila persone all’anno, con agevolazioni sul biglietto d’ingresso per chi è in difficoltà enonomiche. Un luogo che vuole essere d’esempio, ispirando altre realtà a seguirne i principi, che rappresenta una risposta concreta alle sfide ambientali e sociali attuali. Per soddisfare e favorire “la cura del creato”, che è "vera e propria vocazione per ogni essere umano”, ha aggiunto papa Leone XIV questo pomeriggio, dall’interno della moderna serra. “Un impegno da svolgere all’interno del creato stesso, senza mai dimenticare che siamo creature tra le creature e non creatori”. 

Nel suo intervento, il pontefice ha parlato del libro della Genesi, dove l’essere umano è rappresentato come “la creatura più bella, fatta a immagine e somiglianza di Dio”. “A tale privilegio è associata una grande responsabilità: quella di custodire tutte le altre creature, nel rispetto del disegno del Creatore”, ha affermato. È lo stesso spirito che animò l’enciclica di Francesco, le cui parole sono state ricordate dal successore: “[È importante] recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda” (Enc. Laudato si’, 225). Il Borgo intende realizzare la vocazione di “essere custodi dell’opera di Dio”. Essa è “un compito impegnativo ma bello, affascinante, che costituisce un aspetto primario dell’esperienza cristiana”, ha detto oggi il papa. 

Il nuovo Borgo Laudato Si’, insomma, rappresenta un “seme di speranza”, lasciato in eredità da papa Francesco, salito al Cielo lo scorso aprile, il lunedì dell’Angelo. “Un seme che può portare frutti di giustizia e di pace”, ha aggiunto Leone XIV. Lo farà con il contributo di molte persone, come dimostra il gruppo variegato che ha accolto Prevost a Castel Gandolfo. Ma anche “rimanendo fedele al proprio mandato: essere un modello tangibile di pensiero, di struttura e di azione, in grado di favorire la conversione ecologica attraverso l’educazione e la catechesi”, ha spiegato il pontefice.

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