05/05/2025, 12.06
YEMEN - ISRAELE - GAZA
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Campagna missilistica Houthi contro gli scali israeliani. Crepe nel sistema di difesa

I ribelli filo-iraniani, dopo aver colpito un’area adiacente lo scalo Ben Gurion, annunciano un’offensiva sugli aeroporti per bloccare il traffico aereo. Per la prima volta Israele ha ammesso di essere stata colpita ed emergono dubbi sulla tenuta della copertura. Il governo Netanyahu approva una operazione per conquistare il controllo di Gaza, a discapito degli ostaggi. Ira dei familiari. 

 

Gerusalemme (AsiaNews) - I ribelli Houthi in Yemen hanno annunciato in queste ore una campagna militare che ha come obiettivo gli aeroporti israeliani. I vertici del movimento filo-iraniano, da tempo attivi nel quadro mediorientale con attacchi verso lo Stato ebraico e assalti alle navi occidentali in rotta nel mar Rosso in risposta alla guerra a Gaza, intendono imporre al “nemico” un blocco aereo “completo”. Parole che fanno temere una ulteriore escalation in un Medio oriente già teatro di conflitti e tensioni, mentre ieri un razzo balistico lanciato dai miliziani ha lambito lo scalo internazionale Ben Gurion a Tel Aviv, causando feriti lievi.

In passato la maggior parte degli attacchi provenienti dallo Yemen sono stati intercettati dai sistemi di difesa missilistica israeliani, anche se lo scorso anno un drone è riuscito a raggiungere, colpendola, Tel Aviv. Il vettore esploso ieri è stato l’unico di una serie di razzi lanciati dal marzo scorso dai ribelli Houthi a non essere stato intercettato dal sistema “Iron Dome” a difesa dello Stato ebraico.

Ieri sera il Centro di coordinamento delle operazioni umanitarie degli Houthi, organismo istituito nel 2024 per tenere i contatti tra ala militare e gli operatori commerciali del trasporto marittimo, ha lanciato l’avvertimento: colpiremo gli aeroporti israeliani, si legge nel messaggio, e l’aeroporto Ben Gurion è il “bersaglio principale”.

La dichiarazione era contenuta nell’allegato di una e-mail inviata dal Centro all’Associazione internazionale del trasporto aereo, all’organismo mondiale delle compagnie aeree e all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile delle Nazioni Unite. Al contempo le forze Houthi invitano “tutte le compagnie aeree internazionali a prendere in seria considerazione questo annuncio... e a cancellare tutti i loro voli verso gli aeroporti del criminale nemico israeliano, per salvaguardare la sicurezza dei loro aerei e dei passeggeri”.

Per la prima volta Israele ha ammesso che i propri sistemi di difesa non sono riusciti a intercettare un missile balistico dallo Yemen, e che ha causato sette feriti e paralizzato il traffico aereo. Lo Stato ebraico si affida a due fra i sistemi di difesa più avanzati al mondo - Arrow (Hetz) e il THAAD statunitense - ma entrambi non sono riusciti a fermare il missile nel suo percorso. L’incidente ha scatenato un’analisi diffusa delle tanto sbandierate capacità di difesa di Israele, a lungo considerate le più formidabili della regione.

Interpellato dall’agenzia turca Anadolu l’analista militare kuwaitiano Faisal Al-Hajri ha confermato parte dei limiti tecnici delle difese basate sui radar israeliani; egli ha poi aggiunto che il sistema avrebbe difficoltà con i vettori balistici, che possono risultare “invisibili” o sfuggire agli occhi dei monitor. “L’attacco al Ben Gurion ha causato una distruzione limitata a causa della piccola testata del missile e della navigazione imprecisa, rendendo il suo impatto - ha concluso - più psicologico che militare”.

Il portavoce degli Houthi Yahya Saree ha spiegato che il gruppo ha preso di mira lo scalo con un missile balistico ipersonico che “ha colpito con successo il suo obiettivo” in solidarietà con i palestinesi e in risposta al genocidio di Israele a Gaza. Gli Houthi avevano già rivendicato attacchi simili, ma l’ammissione da parte di Israele dell’impatto è una novità assoluta. Il traffico aereo è stato interrotto, con i velivoli che hanno girato in tondo prima di atterrare, e nove compagnie aeree, tra cui Swiss, Austrian, Australian e Indian, hanno cancellato i collegamenti per Tel Aviv.

Intanto il governo israeliano ha approvato un piano che mira colpire Hamas, “conquistare Gaza” e mantenere “il controllo del territorio” anche se, come ha annunciato il capo delle Forze di difesa (Idf), ciò potrebbe comportare la “perdita” di ostaggi. Approvato all’unanimità dai ministri, esso prevede un’operazione militare ampliata, che verrà attuata dopo la visita del presidente Usa Donald Trump nella regione la settimana prossima. La popolazione civile della Striscia, come ha illustrato il capo di stato maggiore Idf gen. Eyal Zamir, verrà spostata verso sud mentre resta il nodo legato agli aiuti che Israele ha bloccato. 

L’annuncio di un ulteriore allargamento dell’offensiva a Gaza, che rischia di mettere a repentaglio la vita degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas ma che passa in secondo piano fra gli ambienti governativi che premono per una vittoria militare, ha sollevato la protesta dei familiari. In queste ore il Forum degli ostaggi e delle famiglie degli scomparsi attacca frontalmente l’esecutivo e il premier Benjamin Netanyahu, il quale starebbe ignorando il popolo “scegliendo i territori rispetto agli ostaggi”. “Il piano approvato dal gabinetto - prosegue la nota - merita il nome di ‘Piano [Bezalel] Smotrich-Netanyahu’ per aver rinunciato agli ostaggi” e perseguire l’obiettivo della destra estrema di “ristabilire gli insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza”. “Il governo - conclude il Forum - ha ammesso questa mattina che sta scegliendo il territorio rispetto agli ostaggi, e questo è contro la volontà di oltre il 70% delle persone”. 

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