13/04/2007, 00.00
COREA DEL SUD
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Card. Cheong: “Preghiamo per una rapida canonizzazione di Giovanni Paolo II”

di Joseph Yun Li-sun
Nel corso della giornata in ricordo del secondo anniversario della morte di Papa Wojtyla, si sono riuniti nella cattedrale di Seoul cardinali, vescovi e fedeli coreani oltre ai rappresentanti delle altre religioni e del corpo diplomatico. Ricordato l’impegno per il dialogo e la pace di Giovanni Paolo II.
Seoul (AsiaNews) – I fedeli coreani “devono pregare intensamente per la rapida beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II”, che “ha espresso diverse volte il suo affetto paterno nei confronti del sofferente popolo della Corea del Nord” ed ha “fortemente insistito per la riconciliazione del popolo coreano”.
 
E’ questo l’invito rivolto ai cattolici coreani dall’arcivescovo di Seoul, card. Nicholas Cheong Jin-suk, in occasione della giornata in ricordo del secondo anniversario della morte di Papa Wojtyla, che si è svolta l’11 aprile scorso alla Coste Hall della cattedrale Myongdong, organizzata dal Consiglio per l’apostolato laico di Corea.
 
Dopo aver letto l’omelia pronunciata da Benedetto XVI alla messa commemorativa celebrata sul sagrato della basilica vaticana il 2 aprile scorso, il card. Cheong ha parlato ai presenti ricordando come “le visite in Corea di Papa Giovanni Paolo II nel 1984 e nel 1989 hanno dato un grande impulso all’evangelizzazione della Corea”.
 
Il card. Stephen Kim (arcivescovo emerito della capitale), in ospedale per cure, ha inviato un messaggio scritto. In esso sottolinea che “Giovanni Paolo II ha vissuto personalmente la passione del Signore” ed “ha amato tutta l’umanità, con tutto il cuore, offrendosi infine come sacrificio d’amore”. Il porporato ha aggiunto: “Egli era davvero un santo, e che quelli che sono stati con lui sono veramente beati: il grido di milioni di persone che lo accolgono, soprattutto giovani, è ancora vivo nelle mie orecchie”.
 
Per la Nunziatura apostolica era presente mons. Stefano De Paulis, che dopo un ricordo personale del defunto pontefice ha sottolineato: “Non dobbiamo aver paura di prendere la nostra croce, non occorre aver paura di aprirci alla verità e al sacrificio, perché non ha alcun senso aver paura di essere liberi per vivere d’amore.”
 
Nell’aula della cattedrale, gremita di fedeli, erano presenti i due vescovi ausiliari di Seoul, mons. Andrea Yeom (presidente del Comitato episcopale dell’apostolato dei laici) e mons. Basilio Cho, i rappresentanti delle altre chiese e religioni sudcoreane, ed una trentina di rappresentanti del corpo diplomatico.
 
Il reverendo Kwon, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese di Corea, ha ricordato l’impegno di Giovanni Paolo II “teso al superamento del conflitto tra le religioni, al dare speranza agli oppressi nei paesi dittatoriali, ed il suo impegno contro la guerra, facendosi mediatore di pace in ogni regione di conflitto”. “Il suo insegnamento – ha concluso – deve essere il cammino da seguire per tutte le chiese”.
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