31/03/2014, 00.00
INDIA
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Card. Gracias: Prima delle elezioni, digiuno e preghiera per salvare la democrazia

di Card. Oswald Gracias
L'arcivescovo di Mumbai invita gli oltre 814 milioni di elettori registrati a "esercitare il proprio diritto di voto e a farlo con prudenza, attenzione e giudizio" perché tutti "devono essere partecipi del miglioramento della storia, della cultura e del destino della nostra nazione". La Chiesa non si schiera con nessun partito, ma invita - tra l'altro - i nuovi leader a "promuovere l'armonia tra le comunità e a prendersi cura delle minoranze e delle fasce più deboli della società".

Mumbai (AsiaNews) - "Una giornata di digiuno e preghiera per spingere la nostra grande nazione a eleggere un buon governo, che si occupi dei poveri e degli ultimi con giustizia e compassione". È l'iniziativa lanciata dal card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, a pochi giorni dalle elezioni generali 2014, la cui prima fase si svolgerà il prossimo 7 aprile. "L'India - spiega il porporato ad AsiaNews - ha più di 814 milioni di elettori registrati che voteranno per sfide che sono immense. Preghiamo per avere delle guide valide e un governo che assista la Chiesa nella sua missione di servire la gente e il Paese intero". Nell'arcidiocesi di Mumbai la giornata di digiuno e preghiera si terrà il 4 aprile. Il presule ricorda che "le elezioni indiane sono le elezioni di una democrazia matura, in cui le persone votano con assennatezza. Anche nelle vaste aree rurali, dove l'elettorato è per lo più semi-analfabeta, la gente vota con cognizione". Di seguito, pubblichiamo la Lettera pastorale con cui si invita il popolo indiano alla giornata di digiuno e preghiera, scritta dal card. Gracias poco prima di concludere il suo mandato come presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci). (Traduzione a cura di AsiaNews)

Miei cari sorelle e fratelli,

Ancora una volta il nostro Paese si sta preparando per le elezioni generali. Questo è un momento importante per noi, dato che la direzione futura della nazione, il suo progresso e la maggior parte della nostra vita quotidiana dipendono soprattutto dai leader che eleggiamo nel nostro Parlamento. Come pastori del nostro popolo, riteniamo [sia] nostro compito rivolgerci a voi attraverso questa Lettera pastorale affinché, unendo le mani con tutti gli uomini di buona volontà, possiamo contribuire in modo efficace a plasmare il futuro della nostra nazione.

Anzitutto, desideriamo far capire a tutti che la Chiesa cattolica non si identifica con alcun partito politico. Tuttavia abbiamo una responsabilità come vescovi di esortare ogni cittadino idoneo a esercitare il proprio diritto di voto e di farlo con prudenza, attenzione e giudizio. Tutti i nostri parroci sono invitati a ricordare alla loro gente i propri doveri. Dobbiamo essere convinti che ciascun voto conta. Lo dobbiamo a noi stessi, ai nostri figli e al nostro Paese di non lasciar andare questa opportunità e di essere partecipi del miglioramento della storia, della cultura e del destino della nostra nazione.

La nostra società sta subendo una profonda trasformazione. La scienza e la tecnologia hanno introdotto cambiamenti radicali nelle vite del nostro popolo. L'ultimo decennio ha testimoniato uno sviluppo straordinario nel campo delle comunicazioni, delle infrastrutture, dei beni pubblici ecc. La globalizzazione ha avuto un impatto su ogni aspetto delle nostre vite, colpendo persino le più remote zone rurali. Allo stesso tempo, ci sono diversi motivi di preoccupazione. Il grande divario tra ricchi e poveri sembra si stia allargando. Molti lavoratori non qualificati stentano a sopravvivere con quello che guadagnano. La tendenza alla privatizzazione sta iniziando a smantellare le attuali istituzioni pubbliche nei settori educativo, sanitario e sociale. L'etica sta perdendo la sua supremazia di principio guida per la società. Dio è stato spinto lentamente ai margini. È in questo contesto e in questo momento storico che stiamo avvicinandoci alle elezioni.

La Chiesa cattolica spera davvero che le elezioni generali possano darci leader in grado di comprendere le ansie del popolo e di rispondere ai suoi bisogni. Abbiamo bisogno di leader disposti a:

  • Migliorare l'aspetto laico della nostra nazione, promuovere l'armonia tra le comunità e uno spirito di dialogo interreligioso e comprensione.
  • Prendersi cura delle minoranze e delle fasce più deboli della società, proteggendo i loro diritti e lavorando per il loro sviluppo.
  • Salvaguardare i diritti dei tribali su terra, acqua e foreste; garantire ai dalit cristiani uguali diritti, pari a quelli concessi agli altri "fuoricasta".
  • Lavorare per un'economia che cerca di aiutare i poveri e chi non ha privilegi, proteggendo la loro dignità e consentendo loro di trovare il giusto posto nella costruzione del Paese.
  • Migliorare le condizioni climatiche della nostra nazione, assicurando un ambiente sicuro per tutti, in particolare donne e bambini.

Queste sono questioni di interesse nazionale. Anche le altre necessità, più locali e particolari, dovranno essere valutate allo stesso modo.

Esortiamo il nostro popolo a passare del tempo in preghiera davanti al sacramento e a casa, così da poter comprendere qual è il meglio per il bene comune. Ciascuno di noi deve pregare ardentemente per un buon governo. Dio ha mandato suo Figlio affinché noi potessimo avere una vita e per averla in abbondanza (Gv 10:10). Con la forza del Signore e guidati dallo Spirito Santo possiamo lavorare uniti per un'India migliore. Innalziamo il nostro Paese alla Madre Maria affinché ci guidi sempre, ci protegga e ci porti grazie abbondanti. Dio benedica l'India!

 

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)

 

 

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