23/02/2006, 00.00
FILIPPINE - VATICANO
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Card. Rosales: voglio essere nuova speranza per i poveri che non hanno nome

Il neo cardinale filippino accoglie "con umiltà" il nuovo incarico e ribadisce il suo impegno a favore dei poveri, "dimenticati dal potere". Congratulazioni dal capo di Stato. Rettore del Collegio pontificio filippino: Rosales, uomo di preghiera e di azione pastorale. Le tre porpore asiatiche, segno della volontà della Chiesa di rinvigorire lo spirito missionario nel continente.

Manila (AsiaNews) - "Nuova speranza per i poveri, per coloro che soffrono e che non hanno nome e dignità". Questo si augura di essere mons. Gaudencio B. Rosales, arcivescovo di Manila, dopo che ieri papa Benedetto XVI lo ha nominato tra i 15 nuovi cardinali. Il neo porporato ha parlato ai microfoni di Radio Veritas dopo la messa nella cattedrale di Manila, durante la quale l'uscente nunzio apostolico nelle Filippine, mons. Antonio Franco, ha dato la notizia alla comunità.

L'annuncio è stato accolto con un lungo applauso dei fedeli. Al suo fianco anche Rosales, che senza voce a causa di una laringite, è riuscito a rivolgere poche parole alla comunità.

Il cardinale ha ringraziato le persone che pregano per lui e ha aggiunto con umiltà: "Non merito questo, non sono degno". L'arcivescovo ha poi spiegato il significato del nuovo incarico: "non un onore, ma un più grande impegno per i poveri intorno a noi, dimenticati da chi è al potere".

E "solidarietà" del governo nella lotta del cardinale contro la povertà è stata subito espressa ieri dalla presidente delle Filippine Gloria Macapagal Arroyo. Congratulandosi per la nomina, il capo di Stato ha dichiarato: "Condividiamo la gioia e l'orgoglio dell'intera comunità cattolica filippina per questo evento. Garantiamo la nostra limpida solidarietà nella lotta del cardinale alla povertà".

Nell'impegno per colmare il grande divario tra ricchi e poveri nel Paese, il card. Rosales è da sempre in prima linea. La povertà e non la politica, ha detto più volte, è il "più importante problema" che la Chiesa delle Filippine deve affrontare. Nel 2004 è lui a lanciare il progetto "Fondi per i filippini" (Pondo ng Pinoy). Ispirandosi alla cosiddetta "teologia delle briciole", l'arcidiocesi di Manila, insieme alle altre 12 province ecclesiastiche della capitale, chiede ai fedeli di mettere da parte "una briciola" quotidiana per i poveri, 5 centesimi di euro. Il denaro viene raccolto dalle parrocchie che curano la trasparenza della colletta. Le offerte sono destinate a finanziare progetti socioeconomici.

Secondo mons. Ruperto Santos, rettore del Collegio filippino a Roma, la nomina di Rosales è "chiaro segno dell'attenzione del Santo Padre alla Chiesa filippina e della fiducia nell'arcivescovo di Manila". "Egli - racconta il rettore, che lo conosce bene - è un uomo di preghiera, è un uomo semplice e umile, molto impegnato nella pastorale". Mons. Santos è sicuro che anche da cardinale, Rosales cercherà di "continuare sempre le sue visite alle parrocchie, alle comunità di laici e religiosi". "La sua casa è sempre aperta".

Il rettore ha incontrato pochi giorni fa mons. Rosales a Manila. "Già in molti lo chiamavano il futuro cardinale; lui sorrideva, abbassava il capo e diceva a tutti che il suo impegno sarebbe sempre rimasto quello per la pace nel Paese e lo sviluppo dei poveri".  

Mons. Ruperto commenta poi le tre nomine asiatiche al Collegio cardinalizio: "Sono espressione della volontà della Chiesa di rinvigorire lo spirito missionario nel continente. Corea del Sud, Filippine e Hong Kong giocheranno un ruolo di primo piano nell'evangelizzazione dell'Asia, ma anche in tutto il mondo".

Rosales, 73 anni, è il sesto cardinale filippino e il terzo vivente; prende il posto del defunto card. Jaime Sin, leader della Rivoluzione del rosario nel 1986. Gli altri due porporati filippini sono l'arcivescovo di Cebu, card. Ricardo Vidal e il cardinale emerito Jose Sanchez.

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