11/04/2011, 00.00
MYANMAR
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Caritas birmana, istruzione e sostegno per i terremotati Shan

Kengtung Social Service ha avviato programmi di aiuto per le popolazioni colpite dal sisma del 24 marzo. Oggi fornisce assistenza a 3.250 persone, provenienti da 19 villaggi. P. Stephen: il terremoto chiarisce il significato della Chiesa universale, che deve “promuovere una pienezza della vita umana”.
Yangon (AsiaNews) – I terremotati hanno una “migliore conoscenza del significato dell’universalità della Chiesa cattolica”, la cui “missione primaria è promuovere una pienezza del significato della vita umana”. È quanto sottolinea ad AsiaNews p. Stephen Ano, direttore di Karuna Kengtung Social Service, organizzazione cattolica attiva nel campo del sociale in Myanmar, in missione da settimane nelle aree più colpite dal terremoto. Intanto continua l’opera dei cristiani nelle aree colpite dal sisma del 24 marzo scorso nello stato Shan: “la nostra opera per gli sfollati – spiega il sacerdote – copre un totale di 3.250 vittime, provenienti da 19 villaggi della zona”.
 
La Karuna Kengtung Social Service (Kkss, la Caritas locale) è la prima organizzazione non governativa ad aver predisposto interventi di prima necessità e “recupero” per i terremotati. Ora ha un programma una seconda fase di interventi, per superare l’emergenza e offrire risposte nel lungo periodo. La seconda parte del programma si concentrerà sulla “riabilitazione” e partirà a fine maggio. La situazione è ancora critica, ma è scongiurato il pericolo di epidemie di colera come confermano anche fonti delle Nazioni Unite.
 
Interpellato da AsiaNews, p. Stephen Ano direttore di Kkss riferisce che “i nostri interventi portano aiuto a 3.250 persone provenienti da 19 diversi villaggi”. Il sentimento comune fra gli sfollati, spiega il sacerdote, è che essi hanno acquisito una “migliore conoscenza del significato dell’universalità della Chiesa cattolica”, la cui “missione primaria è promuovere una pienezza del significato della vita umana”. In un secondo momento, aggiunge, “abbiamo intenzione di avviare iniziative che garantiscano opportunità di sussistenza ai terremotati” e “formazione scolastica per i bambini delle aree colpite dal sisma”. “Oggi la gente – conclude p. Stephen – chiede possibilità di sostentamento e istruzione” per poter essere “autosufficienti e pianificare il loro futuro”.
 
Secondo stime ufficiali, il terremoto di magnitudo 6,8 che ha colpito il 24 marzo scorso diverse zone dello stato Shan – lungo il confine con Thailandia e Laos – ha causato almeno 75 morti. Un funzionario del governo ha però aggiunto che il bilancio poteva superare i 100, come riferito da operatori della Croce rossa che hanno parlato di almeno 150 morti.
 
La difficoltà nel raggiungere alcune aree e i controlli serrati predisposti dalle autorità birmane, impediscono una reale stima della tragedia. Fonti ufficiali riferite dalla tv di Stato birmana parlano di almeno 244 case distrutte, nove uffici governativi crollati e 14 monasteri buddisti in macerie. Tuttavia fonti locali a Tachilek precisano che sono almeno 500 le case rase al suolo dal sisma; tra i luoghi di culto, anche alcune chiese hanno riportato seri danni.(DS)
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