12/12/2012, 00.00
COREA
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Cattolici coreani “tristi” per il missile del Nord, che colpisce le elezioni presidenziali

La provocazione militare di Pyongyang riporta con prepotenza il rapporto fra le due Coree all’interno del dibattito in vista delle elezioni presidenziali che si terranno nel Sud il prossimo 19 dicembre. I due candidati per ora non commentano. Una fonte cattolica che lavora con il Nord: “A pagare sarà ancora una volta la popolazione. Con un nuovo presidente conservatore a Seoul le cose peggioreranno”.

Seoul (AsiaNews) - Che sia un missile o un satellite per le previsioni meteorologiche, il lancio avvenuto nella notte [ora italiana] dell'Unha-3 da parte del regime di Pyongyang ha scatenato le ire del mondo intero e ha riportato con prepotenza il rapporto fra le due Coree all'interno del dibattito in vista delle elezioni presidenziali che si terranno nel Sud il prossimo 19 dicembre. Nel frattempo una fonte della Chiesa cattolica locale commenta "con tristezza" un atto "che ricadrà sulla popolazione nordcoreana, sempre più isolata dal resto del mondo".

Subito dopo l'annuncio da parte della televisione di Stato del Nord dell'avvenuto lancio, la Corea del Sud ha condannato l'accaduto definendolo "una minaccia per la pace della penisola coreana e del mondo". Il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha convocato una riunione di emergenza dei suoi più stretti collaboratori e del Consiglio di sicurezza, che è ancora riunito alla "Casa Blu".

Il ministro degli Esteri, Kim Sung-Hwan, ha incontrato i giornalisti: "Il nostro governo condanna con forza davanti alla comunità internazionale la Corea del Nord per aver ignorato i ripetuti avvertimenti e le richieste di annullare l'operazione optando per il mantenimento delle provocazioni". Al momento, dice una fonte di AsiaNews a Daejeon, la popolazione segue gli sviluppi e si mantiene il più possibile in contatto con le autorità.

Il lancio rappresenta però anche un ulteriore problema per il dibattito presidenziale. I due candidati rimasti in corsa - il democratico cattolico Moon Jae-in e la figlia dell'ex dittatore Park, la conservatrice Park Geun-hye - non si sono ancora pronunciati in merito. Come ha più volte sottolineato la Chiesa cattolica locale, cercano di tenere il rapporto fra le due Coree lontano dalle questioni interne.

Eppure, i due hanno visioni diametralmente opposte. Moon è un sostenitore della "Sunshine Policy", la politica di dialogo lanciata dall'ex presidente Kim Dae-jung e sostenuta dal suo successore Roh Mu-hyeon, una politica di cooperazione economica e sociale fra Nord e Sud, che ha portato allo storico incontro inter-coreano del 2000 e al Nobel per la Pace al presidente Kim.

La Park è invece convinta della necessità di trattare con Pyongyang "rispondendo colpo su colpo" alle provocazioni. Appoggiata dai tycoon dell'informatica e del settore bellico, la candidata conservatrice ha più volte chiarito che "non può esserci pace senza una guerra" e ha sottolineato che "investire denaro nell'aiuto al Nord, ottenendo in cambio solo minacce, è insensato".

Una fonte cattolica di AsiaNews, che ha visitato 5 volte la Corea del Nord negli ultimi 2 anni, commenta: "Il lancio del missile è di fatto un errore gravissimo. Ma quello che mi muove, in queste ore, è la tristezza per la popolazione innocente. Il dittatore potrà perdere il potere, l'esercito potrà perdere le battaglie, ma sarà il popolo a perdere la vita. E questo non soltanto in caso di guerra aperta: la provocazione provocherà una nuova chiusura dei confini, e il sostegno ai civili si interromperà".

Negli ultimi anni, su ordine del presidente conservatore Lee, le Ong coreane hanno ridotto in maniera sensibile l'invio di aiuti al Nord. Solo la Chiesa cattolica, le denominazioni protestanti e alcuni gruppi buddisti hanno ricevuto il permesso di continuare: "Ma è sempre più difficile. E non c'è dubbio che, se il prossimo presidente dovesse essere conservatore, le cose peggioreranno sempre di più".

 

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