16/11/2010, 00.00
VIETNAM
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Celebrati i martiri vietnamiti, “il loro seme fruttifichi nella società di oggi”

di J.B. Vu
Sono state centinaia di migliaia le persone che domenica scorsa hanno partecipato alla loro festa. Mons. Kiet: hanno sacrificato alla loro fede vantaggi materiali e posizioni di privilegio. “Oggi, noi mostriamo la loro stessa fede vivendo secondo la religione e testimoniandola nella società”.
Hanoi (AsiaNews) – Sono state centinaia di migliaia le persone che, in tutto il Vietnam, hanno celebrato la festa dei Martiri vietnamiti, domenica scorsa, 14 novembre, nella convinzione che Dio ci ha dato i semi dei martiri per farli fruttificate nella società di oggi. “Noi - ha detto l’ex arcivescovo di Hanoi, mons. Ngo Quang Kiet – ammiriamo davvero molto i nostri martiri. Hanno sacrificato vantaggi materiali, posizioni di prestigio e gloria nella società dei re, hanno voluto morire per la fede. Oggi, noi mostriamo la loro stessa fede vivendo secondo la religione e testimoniandola nella società. Seguendo il loro buon esempio, vogliamo avere il coraggio di rinunciare alla tentazione del denaro, della gloria e dei vantaggi materiali del mondo per seguire la chiamata di Dio. L’amore di Gesù è sempre con e in noi”.
 
L’anniversario, quest’anno, cade durante il Giubileo della Chiesa vietnamita, che ricorda i 350 anni dalla creazione delle due diocesi di “Đàng Trong and Đàng Ngoài” (Chiesa del Nord e del Sud) e i 50 anni dell’istituzione della gerarchia cattolica nel Paese.
 
La festa dei martiri mostra la forte fede di 117 vietnamiti – 8 vescovi, 50 sacerdoti, un seminarista e 42 fedeli – che insieme ad altre 130mila persone furono fatte uccidere dai re tra il 1638 e il 1886. Il 19 giugno 1988, Giovanni Paolo II decise di canonizzare e celebrare in un’unica festa annuale coloro i nomi dei quali sono conosciuti e sconosciuti.
 
Essi, come ha detto il vescovo ausiliare di Ho Chi Minh City, mons. Peter Nguyen Van Kham, “erano buoni cittadini al tempo dei re. Nelle loro comunità locali, tutti loro lavoravano con entusiasmo e si comportavano bene, vivevano con armonia il loro essere cittadini e l’avere fede in Dio. Amavano il loro Paese e contribuivano allo sviluppo della popolazione”. “Oggi - ha poi sottolineato - la celebrazione dei Martiri dà ai cattolici vietnamiti una buona opportunità per guardare indietro e ringraziare Dio, per imparare la lezione della storia e per discutere la situazione attuale della Chiesa, ciò che la favorisce e anche ciò che la sfavorisce e le crea difficoltà, per cercare soluzioni per costruire una Chiesa che discerne e segue la volontà di Dio”.
 
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