07/07/2020, 14.10
INDIA
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Chhattisgarh: la missione di Bhanria fra quarantena ed ostilità

di Nirmala Carvalho

Il vescovo della diocesi di Jashpur, mons. Emmanuel Kerketta aveva pianificato un ampliamento della missione, ma tutto è fermo per l’opposizione della comunità indù. Il nuovo parroco è in quarantena da Covid-19. Nella diocesi vi sono 200mila fedeli, in maggioranza lavoratori agricoli e agricoltori. “E’ un popolo povero, ma molto generoso”.

Jashpur (AsiaNews) - Padre Sarat Kumar Nayak è il nuovo parroco della chiesa St. Vincent Pallotti a Bhanria. È arrivato il 22 giugno, ma da allora è in "quarantena domestica". Bhanria è una parrocchia missionaria nella diocesi di Jashpur, nello Stato di Chhattisgarh. Si trova a 45 chilometri dalla sede diocesana di Kunkuri e a 90 chilometri dalla sede distrettuale di Jashpur.

Domenica 5 luglio, il vescovo Emmanuel Kerketta della diocesi di Jashpur è venuto per una visita informale in parrocchia, per dare il benvenuto e salutare don Sarat Kuman Nayak. Il vescovo ha detto a padre Sarat Nayak che “questa è una missione molto impegnativa e l’ampliamento della missione è molto difficile”.

Sarat Kumar Nayak (39 anni), è un sacerdote missionario pallottino, ex parroco di una sottostazione di missione nel distretto di Sundargarh, diocesi di Rourkela, Odisha. Don Sarat ha una grande devozione per la Madonna e ha portato i suoi parrocchiani in molti pellegrinaggi nei santuari mariani di tutto il Paese.

“Bhanria – racconta - è un'area tribale, le nostre sono persone semplici, ma sono forti nella fede e molto forti nel loro amore per Gesù e Maria, nostra Madre. La maggior parte del nostro popolo tribale è composta da braccianti agricoli, agricoltori e alcuni sono insegnanti e infermieri. In tutto vi sono almeno 200mila fedeli”.

“E’ un popolo povero, ma molto generoso, ha la tradizione che quando si cucina il riso, una manciata viene tenuta da parte per la Chiesa, e raccolgono i loro chicchi di riso giornalieri e li si offrono ai sacerdoti la domenica. In una settimana ogni famiglia offre un chilo di riso alla Chiesa, questa è la tradizione in ogni casa cattolica di Bhanria. Credono che dando a Dio il riso, la loro scorta di chicchi di riso non si esaurirà mai, Queste persone tribali dicono: ‘Quando offriamo qualcosa al Signore, il Signore restituisce in abbondanza’”.

Sull'ampliamento della nuova missione, padre Sarat spiega: "Questa parrocchia è in crescita, quindi per servire meglio le esigenze pastorali della gente, Mons. Kerketta, vuole sdoppiarla e aprire un nuovo centro. La diocesi di Jashpur ha acquistato il terreno per costruire una chiesa per questa nuovo centro missionario, ma le persone della religione di maggioranza si oppongono alla costruzione della chiesa nel territorio. Nonostante tutte le disposizioni legali in vigore, il gruppo dominante ha ottenuto un ordine del Tribunale che ha fermato tutto”.

“Questa parrocchia ha mille famiglie in 16 villaggi e il vescovo Kerketta voleva un altro centro missionario che sarebbe di grande beneficio per soddisfare i bisogni pastorali della gente, ma è una sfida molto difficile”.

L'area di Bhanria è un terreno collinare e abbonda di risaie lungo la strada. Questa zona è abitata in fitti boschi inaccessibili da tribali. Le persone sono economicamente povere, tuttavia hanno una fede autentica. Sono pie e timorate di Dio.

Mons. Kerketta racconta la storia di questo nuovo centro missionario: “Bhanria è una missione difficile, quanto quella del nuovo centro. Ho viaggiato per tutti i 16 villaggi per incontrare la gente che vogliamo aiutare. Per creare contatti, puntiamo sul lavoro sociale, medico ed educativo verso i poveri, gli emarginati e le persone vulnerabili. Vogliamo anche servire le donne e soprattutto le bambine di quest’area rurale e lontana dai grandi centri”.

“Abbiamo acquistato il terreno nel 2014 e completato tutte le formalità legali, ma a causa del sospetto di altri e degli ordini della corte, tutto è ora sospeso. Nel 2017 abbiamo innalzato qualche muro di cinta e costruito alcune piccole capanne per iniziare. Volevamo che tutto fosse completato per la fine del maggio scorso. Ma invece ora vediamo che ci vorrà molto tempo. Qui vi sono molte attività anti-cristiane. Ho anche incontrato i ministri locali. Mi hanno detto che essi darebbero il permesso, ma le forze che si oppongono sono molto forti. Una volta che gli edifici saranno completati, la gente li apprezzerà, ma ora occorre passare per una lunga serie di approvazioni.

Il nostro piano è di costruire qualche camera per i sacerdoti e le suore, una cucina e una cappella. Una volta che vi è l’approvazione, cominceremo anche la missione. Ma questo prenderà molto tempo. Speriamo che nonostante tutto, un giorno potremo davvero avere buoni risultati”.

P. Sarat Nayak conclude: “Sono in quarantena a casa, ma non vedo l’ora di visitare la mia gente, le famiglie, i loro villaggi e vedere di persona come vivono e dove lavorano. Il mio desiderio p di portare queste persone vicino a Gesù, condividere con loro la Buona Novella, insegnare ai bambini e ai giovani l’amore a Gesù. Oltre a questo, c’è anche una dimensione sociale del mio ministero, per sostenere l’innalzamento di queste persone, con una scuola e un ostello dove ospitare 150 studenti”.

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